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 2015  febbraio 26 Giovedì calendario

«Sono stanco, sfiduciato, tutti tramano contro di me. Ho voglia di mollare, di andare via. Ho quella villa meravigliosa ad Antigua...». L’ultima tentazione di Berlusconi, la fuga

«Sono stanco, sfiduciato, tutti tramano contro di me. Ho voglia di mollare, di andare via...». Silvio Berlusconi appare un leader sfiancato dai suoi troppi problemi, ai tanti che tra martedì pomeriggio e ieri sera sono stati a trovarlo a Palazzo Grazioli. Una processione di dirigenti locali, candidati governatori, parlamentari. L’apice dello scoramento fa capolino durante la cena di martedì sera, con i soliti capigruppo e la cerchia più ristretta. Voglia di abbandonare tutto e tutti, con una destinazione in mente. «Ho quella villa meravigliosa ad Antigua, dove sono stato una sola volta», si è lasciato andare.
È la ciclica minaccia ai suoi, di lasciarli al loro destino in un partito che non riconosce più. È risuonata nei salotti di Villa San Martino ad Arcore e di Palazzo Grazioli a Roma, ma che in queste ore si è fatta più insistente. E motivata con il caos interno al partito, una leadership declinate, i sondaggi scoraggianti, le regionali che lasciano preludere a una disfatta (tranne in Campania, forse), ma sullo sfondo restano soprattutto i guai personali. E la sensazione di essere senza via d’uscita. L’ex Cavaliere confessa ai suoi che l’inchiesta Ruby ter per corruzione in atti giudiziari e il conseguente ritorno mediatico sulle “cene eleganti” e la giostra delle olgettine, lo sta prostrando. Una escalation che a suo dire «non lascia presagire nulla di buono», giusto alla vigilia del suo ritorno in campo e della campagna elettorale: «Non posso nemmeno programmare gli appuntamenti in vista delle regionali», si lamenta. Ieri pomeriggio ha trascorso diverse ore con gli avvocati, come già aveva fatto lunedì ad Arcore. L’ex premier racconta ai dirigenti forzisti che non ha alcuna voglia di festeggiare la “liberazione” dai servizi sociali, già prevista per l’8 marzo: il 10 la Cassazione si pronuncerà sul primo processo Ruby (nel quale è stato assolto), mentre si va verso una proroga delle indagini per il Ruby ter, a questo punto nulla è più scontato. Ecco allora che il sogno di Antigua si riaffaccia. Un sogno, appunto. Perché come gli avrebbe fatto notare l’avvocato Niccolò Ghedini, non è neanche tanto scontato in questo contesto che gli venga subito restituito il passaporto, ritirato dai carabinieri nell’agosto 2013. In tutto questo, si affastellano i problemi finanziari del partito. Non passa giorno senza che la tesoriera Maria Rosaria Rossi li faccia presente al capo. Il più urgente ora è legato al rischio disdetta per la sede di San Lorenzo in Lucina, se è vero che da cinque mesi non viene pagato l’affitto. Solo la scorsa settimana sarebbero piovuti sei decreti ingiuntivi da parte di altrettanti fornitori non pagati. Per non dire degli 81 dipendenti per i quali da lunedì parte la cassa integrazione.
Il puzzle delle alleanze per le regionali allora per un giorno resta in stand-by. Tutto è appeso alle scelte di Salvini e della Lega in Veneto. Ieri a Roma il governatore lombardo Roberto Maroni ha visto a pranzo proprio il leader del Carroccio. La minaccia di Forza Italia di ritiro del sostegno alla giunta del Pirellone, in caso di rottura a Venezia, viene presa molto sul serio dall’ex ministro, che indossa i panni del mediatore. «Una soluzione c’è, ed è il tuo annuncio nel nostro consiglio federale di lunedì di delegare la scelta sulle alleanze ai territori, lasciando a Zaia il via libera a Forza Italia e Ncd, tu te ne terresti fuori», è la proposta avanzata da Maroni. Salvini ci penserà su, ma intanto già le sue dichiarazioni più concilianti di ieri, assieme a quelle di Zaia, hanno fatto scendere la temperatura. Nel Carroccio restano comunque convinti che Flavio Tosi vada verso una scissione, nonostante ieri il sindaco di Verona abbia frenato («Io dal partito non esco»). Qualunque sia la sua scelta, Forza Italia fa sapere che non sosterrebbe la sua eventuale candidatura in rotta con la Lega. «Strada non percorribile», dichiara la portavoce Deborah Bergamini. Berlusconi ordina di evitare ogni polemica e ha cancellato il vertice di ieri sulle regionali, meglio attendere la manifestazione di Salvini di sabato e il loro consiglio di lunedì. «Salvini deve alzare i toni per la sua piazza – ha spiegato ai suoi – ma sa che senza di noi in Veneto rischia grosso».