Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  gennaio 27 Martedì calendario

Così Renzi si è sbarazzato di Maria Carmela Lanzetta, la ministra civatiana che ha appreso da internet di essere stata nominata assessore in Calabria. Al suo posto al governo andrà un fedelissimo del premier

Lunedì il ministro degli Affari Regionali Maria Carmela Lanzetta si dimetterà dall’esecutivo guidato da Matteo Renzi per diventare Assessore alle Riforme, alla cultura e all’istruzione della Regione Calabria nella prossima giunta guidata da Mario Oliverio. La decisione è stata ufficializzata domenica dal presidente della Regione e ratificata ieri dopo un incontro della stessa Lanzetta con il presidente del Consiglio.
A parte avere destato una certa sorpresa l’uscita di scena della Lanzetta si è trasformata in un vero e proprio giallo politico-istituzionale. Secondo fonti ufficiose vicine alla ministra dimissionaria, la diretta interessata ha appreso della nomina in Regione da un comunicato su Internet. La Lanzetta ha poi saputo in un colloquio telefonico con il presidente della Calabria che il via libera era stato dato preventivamente dallo stesso presidente del Consiglio, cui si era rivolto Oliverio. E la curiosa procedura è stata confermata ieri dallo stesso presidente della Calabria, che voleva smentire le voci di un licenziamento della Lanzetta da parte di Renzi come vendetta politica.
Il ministro infatti era il solo componente dell’esecutivo che faceva riferimento alla minoranza Pd guidata da Pippo Civati, e il suo siluramento era sembrato la risposta alle contestazioni radicali del premier da parte di questa componente del Pd. Oliverio ieri ha negato: «È fuori luogo ogni dietrologia o interpretazione distorta: sono stato io a rivolgermi al presidente Renzi per sottoporgli la valutazione dell’opportunità di questa scelta. L’idea di questa proposta, quindi è stata mia».
Fatto sta che la Lanzetta ha appreso la notizia da fonti giornalistiche, e che domenica stessa ha contattato per avere chiarimenti il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. Lui è cascato dalle nuvole, e ha consigliato al ministro degli Affari regionali di chiedere subito un appuntamento al presidente del Consiglio. Immediatamente la Lanzetta si è messa in contatto con la segreteria di Renzi, che domenica aveva fissato un appuntamento per il lunedì mattina alle dieci e mezza. Incontro poi saltato un’ora prima per il cambio di agenda del presidente del Consiglio, che stava incontrando i gruppi parlamentari del Pd in vista del voto sul Quirinale. La segreteria di Renzi ha dirottato la Lanzetta sul sottosegretario Luca Lotti, che le ha fissato un appuntamento poi rinviato due volte di mezz’ora.
La poveretta ha fatto ieri mattina la spola avanti e indietro con palazzo Chigi, fino a quando si è trovata a quattr’occhi con Lotti. Che è stato lapidario: «Scusa, non ne so proprio nulla. Ne hai parlato con Delrio?». Con calma la Lanzetta ha raccontato le sue ultime 24 ore, così Lotti ha chiamato davanti a lei Renzi al telefono. Breve parlottare fra i due, e appuntamento fissato con il premier alle 4 del pomeriggio. L’incontro è effettivamente avvenuto, ed è durato meno di dieci minuti. Renzi le ha spiegato di avere dato il suo via libera alla nomina che desiderava Oliverio: «Naturalmente tu sei libera di accettare o meno. Ti dico però che io mi sono esposto molto con lui...». La Lanzetta ha capito la sinfonia, e con le spalle al muro altro non ha potuto fare che accettare e annunciare le sue dimissioni dal governo. Renzi l’ha ringraziata, e l’ha messa a parte perfino dei suoi piani futuri di sostituzione: «Per un paio di settimane darò la delega a Delrio, poi il tuo posto sarà preso da una donna». Amen.