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 2015  gennaio 27 Martedì calendario

Il portiere del Cittadella Andrea Pierobon, l’uomo che attacca i record

“Solo quando c’è il rigore/ vi ricordate di me/ del vostro portiere/ ditemi perché”. Invece di rimanere nudo a mangiar pesce crudo su un’isola lontana come nei versi di Stefano Benni, il portiere del Cittadella Andrea Pierobon, 46 anni a luglio, ha spogliato l’Avellino di un legittimo pareggio, dato un coperta per proteggersi dalle delusioni all’ex titolare di ruolo, Valentini (un ventiseienne che potrebbe essergli figlio) e regalato una fondamentale vittoria in chiave salvezza ai suoi.
Nella squadra della siderurgia patavina, Pierobon arrivò nel 1987 e dopo più di un quarto di secolo, scavallato un notevole giro d’Italia tra Andria e Massa Carrara, è tornato per segnare il suo gol più prezioso e abbattere in poco più di un quarto di secolo ogni record sul suolo professionistico. Ad Avellino, nello stesso stadio che negli anni 80 vedeva esibirsi tra i pali Tacconi e Piotti, Pierobon aveva già superato la soglia della fantascienza.
Lo scorso anno, scendendo in campo a sorpresa, era balzato in testa alla speciale classifica dei più anziani calciatori di sempre in campo tra Serie A e Serie B. Si è ripetuto. E adesso, tra un applauso e l’altro, guarda ai 50 anni, a Stanley Matthews, a un traguardo di longevità che nessuno prima di lui ha mai neanche sfiorato.
Quella corrente, per Pierobon, doveva essere soltanto l’ennesima stagione da chioccia, da vecchio saggio, da profondo conoscitore di pullman, ritiri, spogliatoi. Ma Pierobon, nato negli stessi giorni dello sbarco sulla Luna, continua a mettere le proprie bandiere su terreni sconosciuti e a considerare l’età meno di un dettaglio. Di portieri longevi, da Zoff in giù, ne abbiamo visti molti. Il ruolo preserva dal logorìo, ma nelle ultime decadi ha conosciuto una profonda evoluzione. In Italia come all’estero. Portieri come Higuita, che della bizzarra passione tricologica e della mossa dello scorpione avevano fatto leggenda. Portieri come N’Kono che si diceva avesse alterato il documento di identità. Portieri come Rogerio Ceni o Chilavert che, come accadde per caso ai nostri Amelia e Rampulla, avevano allargato il confine e provato a offendere con successo la porta del collega distante più di cento metri scolpendo il proprio nome, avrebbe detto Sandro Ciotti, nel famoso tabellino dei marcatori. A Pierobon manca solo un gol, ma forse, avendone evitati molti, dell’ultimo sfizio può serenamente fare a meno.