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 2015  gennaio 27 Martedì calendario

New York e le bufere di neve: «Sono episodi che accadono dal 1888. Il cambiamento climatico non c’entra, si tratta soltanto di uno scontro di masse d’aria molto fredde dal Nord (Canada) – e molto calde dal Sud (Messico), dal quale nasce un’area ciclonica a bassa pressione che scatena nevicate ingenti»

Il clima estremo colpisce di nuovo New York e la costa orientale degli Stati Uniti. «Il protagonista di questo fenomeno è uno scontro di masse d’aria molto fredde dal Nord e molto calde dal Sud, dal quale nasce un’area ciclonica a bassa pressione che scatena nevicate ingenti: ora si stima la caduta di oltre 70 centimetri», spiega Marina Baldi, dell’Istituto di biometeorologia del Consiglio nazionale delle ricerche. L’aria si incanala dal Canada mentre dal golfo del Messico giunge il flusso con maggior calore: il potente miscuglio energetico provoca temperature molto basse, circa 8-10 gradi sotto lo zero centigrado le quali, accompagnate da un vento a 40 chilometri orari, fanno avvertire una temperatura ancora più bassa intorno a meno 15 gradi. Inoltre la grande umidità causa un abbassamento significativo della visibilità peggiorando ulteriormente le cose e aumentando i rischi. «Si prevede che l’area ciclonica farà sentire il suo effetto estremo per due-tre giorni – aggiunge Baldi —, certamente fino a domani compreso. La neve poi cesserà lasciando però una temperatura molto bassa». E questo faciliterà la permanenza del ghiaccio nel tempo. Questo è il periodo dell’anno più favorevole perché la circolazione atmosferica crei masse d’aria fredda consistenti e stabili. L’epicentro tradizionale della manifestazione climatica include New York e Boston, con la Grande Mela più colpita. La storia ambientale della costa Est registra periodici episodi del genere, a partire dal 1888, di cui è rimasta impressionante traccia fotografica. Ma la memoria corre anche a epoche più recenti, come il 1978, e soprattutto al 12-13 febbraio del 2006 quando scesero oltre 68 centimetri di neve mentre le raffiche del vento raggiungevano i 60 chilometri. Quell’anno a New York venne segnato un nuovo record, superando gli oltre 67 centimetri di neve caduti tra il 26 e il 27 dicembre del 1947. Ma adesso c’è il timore di andare oltre questi numeri del passato. «Purtroppo – sottolinea la meteorologa del Cnr – si tratta di un fenomeno che si ripete con costanza e da lungo tempo su questo fronte degli Stati Uniti, per cui si è inclini a credere che vada al di là di ogni interpretazione legata al cambiamento climatico, rientrando in un ciclo abbastanza naturale». Naturalmente si tratta di episodi che i fisici dell’atmosfera non trascurano di inserire in una valutazione più ampia, alla ricerca delle cause degli eventi atmosferici estremi che affliggono sempre più aree della Terra.