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 2015  gennaio 27 Martedì calendario

La tormenta del secolo. Oggi a New York e nel nord-est degli Stati Unti è attesa una tempesta di neve accompagnata dai venti gelidi che spirano a 70 chilometri l’ora. I supermercati sono stati presi d’assalto, le scuole e gli uffici sono stati chiusi così come sono state bloccate le linee ferroviarie e quelle metropolitane, la Guardia Nazionale è stata mobilitata e gli spazzini della Grande mela, trasformati in snow fighter, scendo in strada con eserciti di spazzaneve e spargisale. Il governatore Mario Cuomo: «Vi scongiuro, restate in casa»

 Preannunciata dall’incursione di un coyote arrivato, indisturbato, nel cuore della città e catturato mentre passeggiava nell’East Village, vicino alla centrale che fornisce l’elettricità a Manhattan, a New York è arrivata la «tempesta di neve del secolo», a prendere per buone le parole del sindaco Bill de Blasio. Che, scottato dalle figuracce di un anno fa quando, fresco di nomina, fu accusato di essersi fatto cogliere di sorpresa da un inverno particolarmente inclemente, stavolta ha messo le mani avanti: ha dichiarato lo stato d’emergenza ed ha anche imposto, per la prima volta, una specie di coprifuoco: via tutte le vetture parcheggiate nelle strade principali e divieto assoluto di andare in giro in auto, se non per motivi di emergenza, dalle 11 di ieri sera e fino a nuovo ordine. 
Allarme esagerato? Lo sapremo oggi. Quello che è certo è che la nevicata iniziata ieri mattina dovrebbe trasformarsi tra la notte e la mattinata di oggi in una bufera capace di scaricare mezzo metro di neve e forse più sulla città e su tutta la costa orientale americana, spazzate da venti gelidi che spirano a 70 chilometri l’ora. Ieri, mentre le compagnie aeree cancellavano migliaia di voli in previsione della chiusura degli aeroporti, 35 città della East Coast, da Filadelfia a Boston, si preparavano al peggio chiudendo scuole e uffici, bloccando metropolitane e treni regionali e mettendo in campo le loro divisioni di spazzaneve: quella colpita dalla tempesta è la regione più densamente popolata d’America, più di 35 milioni di abitanti. 
È anche la regione che consuma di più e così nei supermercati è andato in scena uno spettacolo ormai classico quando scatta l’emergenza meteo, per uragani o neve: l’accaparramento di generi alimentari e non. Il meccanismo è sempre lo stesso, innescato dalla tv che trasmette una successione di conferenze stampa allarmiste. In questo caso si sono affollati i capi di polizia, pompieri e subway, il governatore Andrew Cuomo («Vi scongiuro, restate in casa, in qualche parte dello Stato cadrà un metro di neve, ho già mobilitato la Guardia Nazionale») e il sindaco de Blasio che, dopo gli scontri coi poliziotti della città che gli hanno voltato le spalle, approfitta dell’occasione per un bagno di folla tra i suoi spazzini, trasformati in snow fighter. Travestito da generale, de Blasio presenta ai cittadini il suo arsenale: «Abbiamo 1.800 spazzaneve (i camion della spazzatura davanti ai quali viene montata la lama d’acciaio, ndr) 126 mila tonnellate di sale, 500 mezzi spargisale per pulire seimila miglia di strade, come da qui a Los Angeles e ritorno». 
La gente ascolta, si spaventa e si precipita al supermercato. Reazione comprensibile, condivisa anche dal vostro cronista. Arrivi da «Fairway» o da «Whole Foods» e scopri che la spesa andrebbe fatta in due: uno che si mette subito in fila, visto che la coda per le casse si snoda già lungo tutto il supermercato. Il problema è che gli americani non sono abituati a fare i conti con la scarsità, soprattutto quella di cibo: così, oltre a far man bassa di sale e badili (introvabili da domenica), le case si riempiono di pane, latte e alimenti surgelati sufficienti per due settimane. Mentre, con ogni probabilità, già mercoledì tornerà a splendere il sole. Certo, continuerà a fare freddo e con la neve accumulata difficile da spostare, il traffico riprenderà con lentezza: magari i fornai non riusciranno a panificare per un paio di giorni. 
Comunque, anche se le reazioni e l’enfasi possono apparire eccessive, l’allarme è giustificato, almeno per stanotte: chi si troverà bloccato con la propria auto sotto un muro di neve e col vento gelido, rischierà l’assideramento perché i soccorsi difficilmente arriveranno con rapidità in ogni quartiere. Ore difficili per la Mela, ma non è il caso di parlare di record: nel 2006 la New York di Michael Bloomberg sopravvisse, sia pure anche allora con diverse emergenze, a una nevicata, quella sì, record: 68 centimetri. Stavolta le condizioni meteo saranno ancora più inclementi a Boston dove martedì sera potrebbe cadere un metro di neve mentre i venti soffieranno a più di cento chilometri l’ora.