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 2015  gennaio 27 Martedì calendario

Un drone è entrato nell’area super-protetta della Casa Bianca. È solo l’ennesima violazione di uno spazio «sensibile» che preoccupa molto gli americani

Si chiama «Zona P56», settore di circa 6 chilometri nel cielo attorno alla Casa Bianca proibito agli aerei. E anche ai droni. Solo che qualcuno ci prova lo stesso: molti gli episodi. L’ultimo nella notte di lunedì, quando alle 3.08 gli agenti di guardia hanno notato un oggetto volante, simile ad un giocattolo, sorvolare i giardini della residenza. Non è andato lontano: il minuscolo drone, spinto da 4 eliche, è caduto sul lato sud del parco. Responsabile del gesto un impiegato statale che ha ammesso la propria responsabilità ma ha spiegato che non voleva violare la Casa Bianca. E in apparenza gli hanno creduto. Ma a scanso di sorprese sono stati eseguiti dei controlli fino all’alba. Tutto è finito senza alcun pericolo per gli illustri inquilini. In quel momento c’erano forse solo le figlie e la suocera di Obama, il presidente e la moglie Michelle erano in India.
L’incidente ha ovviamente fatto notizia. Intanto perché è l’ennesima violazione di uno spazio «sensibile». Ci sono stati i casi dei «saltatori», che hanno varcato la recinzione, un paio di sparatorie e il famoso intruso. Inoltre in estate il Secret Service ha segnalato avvistamenti di droni nel quartiere. Una ripetizione di quanto è accaduto in Europa dove ne è caduto uno vicino alla cancelliera Merkel durante un comizio, un altro ha sorvolato l’Eliseo, a Parigi, e diversi sono apparsi sulle centrali nucleari francesi.
Facile comprendere come cresca il timore per gesti dimostrativi con l’uso di droni, mezzi reperibili in qualsiasi negozio di elettronica e spesso dotati di telecamera. Per fortuna sono di dimensioni ridotte, ma sarebbe senza dubbio un colpo propagandistico riuscire a fotografare una personalità da vicino. I responsabili della sicurezza paventano altro. Nel settembre del 2011 l’Fbi ha arrestato, a Boston, Ferzwan Ferdaus, accusato di voler colpire il Congresso usando degli aeromodelli in scala pieni d’esplosivo. L’uomo aveva acquistato delle copie di caccia: un F4 Phantom dal costo di 20 mila dollari e un più economico F86 Sabre. Nulla di comparabile al gesto di Frank Corder, un tipo strambo che si è schiantato con il suo Cessna, nel settembre 1994, a pochi metri dalla facciata della Casa Bianca.