Corriere della Sera, 19 dicembre 2014
Esattamente come è successo con Sarah, Yara, Meredith e tanti altri delitti, anche nel caso di Garlasco dobbiamo prendere atto che esistono processi paralleli (quelli istruiti in tv) che cominciano a interferire pesantemente su quelli «veri». La tv, con uno spirito che a volte sfiora la morbosità, va a coprire un vuoto. Che è quello delle indagini
Com’è noto, Alberto Stasi è stato condannato a 16 anni di reclusione dalla Corte d’assise d’appello di Milano nel processo d’appello bis per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi, avvenuto nel 2007 a Garlasco (Pavia). La sentenza è stata letta mercoledì sera, poco prima dei tg e poco prima della messa in onda di due programmi che hanno seguito la vicenda in maniera quasi ossessiva: «Chi l’ha visto?» (Rai3) e «Quarto grado» (Rete4).
Così un personaggio come Alessandro Meluzzi ha potuto bivaccare in video, come al solito, dal tardo pomeriggio (SkyTg24) fino a tarda notte («Quarto grado»).
La famosa «realtà inconoscibile», che in un primo tempo aveva portato all’assoluzione di Stasi, è anche il terreno ideale per alimentare tutte le trasmissioni televisive che si sono dedicate, da mane a sera, all’omicidio della povera Chiara Poggi.
Esattamente come hanno fatto con Sarah, Yara, Meredith e tanti altri delitti. Dobbiamo prendere atto che ormai esistono processi paralleli (quelli istruiti in tv) che cominciano a interferire pesantemente su quelli «veri». La tv, con uno spirito che a volte sfiora la morbosità, va a coprire un vuoto. Che è quello delle indagini. Questo l’aspetto più sconvolgente. Come altri celebri casi di cronaca nera, il delitto di Garlasco è intervenuto a spostare la soglia del rappresentabile e del visibile televisivo, a modificare il rapporto complesso tra inquirenti e mass media. L’autorità giudiziaria, gli investigatori, i difensori, persino gli imputati, sanno di non potersi più esimere dal confronto con un interlocutore ingombrante: la tv. Nell’ambito di un rapporto sempre più stretto e inestricabile tra fatti di cronaca e loro rappresentazione, Pubblico ministero, consulenti informatici e medici, avvocati difensori sono diventati figure conosciute al pubblico al pari dei personaggi dello spettacolo. Chiuso, per ora, il caso Chiara, buttiamoci subito sul corpicino di Lorys.