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 2014  novembre 27 Giovedì calendario

Pensioni d’oro, torna il tetto. Via le penalizzazioni sugli anticipi, calcolo limitato a 42 anni. Gli interessati non dovrebbero superare le 160mila unità entro il 2024, secondo stime Inps. Si tratta di magistrati, alti burocrati, medici o docenti universitari per lo più

Torna il “tetto” alle pensioni cosiddette “d’oro” riconosciute a lavoratori con almeno 18 anni di versamenti al 31 dicembre 1995 per i quali dal gennaio 2012 si applica in pro-quota il calcolo contributivo. L’emendamento riformulato dal Governo che entra in Stabilità prevede, sia per gli assegni già in pagamento sia per le pensioni liquidate a partire dal gennaio prossimo, che l’importo complessivo del trattamento «non può eccedere quello che sarebbe stato liquidato con l’applicazione delle regole di calcolo vigenti» prima dell’entrata in vigore della riforma Fornero.
Il riconoscimento dei contributi versati ai fini del calcolo della pensione varrà fino a 42 anni e sei mesi per gli uomini e 41 anni e sei mesi per le donne. Chi andrà oltre questi tetti perché può contare su requisiti di vecchiaia elevati non cumulerà più nulla e la sua pensione non crescerà più. Nella nota tecnica che accompagna l’emendamento non si parla di risparmi di spesa («dipendono dalla scelte comportamentali conseguenti»), ma si dice che se ci saranno resteranno nell’ambito della previdenza.
Gli interessati non dovrebbero superare le 160mila unità entro il 2024, secondo stime Inps. Si tratta di magistrati, alti burocrati, medici o docenti universitari per lo più.
L’altro emendamento accolto è stato presentato dall’onorevole Maria Luisa Gnecchi (Pd) e cancella le penalizzazioni sull’anticipo della pensione rispetto ai 62 anni per chi ha maturato 42 anni e 6 mesi (se uomo) o 41 anni e 6 mesi (se donna). Si cancella, con questa correzione, la «prestazione effettiva di lavoro» come base di calcolo per il requisito contributivo, al netto cioè di varie forme di permessi o sospensioni dal lavoro cumulate nell’arco dell’intera carriera. La cancellazione delle penalizzazioni (1% per il primi 2 anni e 2% per i successivi di anticipo sui 62) vale per le pensioni future e fino a fine 2017. La maggiore spesa prevista non dovrebbe superare i 5 milioni nel 2015 e i 15 milioni nel 2016. Gnecchi ha presentato un’interrogazione sul tema per conoscere le platee di lavoratori interessati.