La Stampa, 27 novembre 2014
Scuola, la Corte di Giustizia Europea sentenzia: «L’Italia deve assumere i professori precari o risarcirli». E il governo Renzi teme una valanga di ricorsi. Il ministro Giannini ammette: «Situazione abnorme per i troppi concorsi»
Bocciate le supplenze nelle scuole italiane dalla Corte di Giustizia europea. Quel modo di rinnovare in modo illimitato i contratti «non è giustificato» sostiene la Corte ed è «contrario al diritto dell’Unione». La sentenza si riferisce a un ricorso presentato da alcuni precari che hanno lavorato in istituti pubblici come professori e collaboratori amministrativi con contratti a tempo determinato per 45 mesi in un arco di tempo non molto più ampio, cinque anni su posti vacanti e disponibili. Secondo la Corte, invece, non esistono criteri oggettivi e trasparenti per non assumere persone che abbiano più di tre anni di servizio, come prevede una direttiva Ue del 1999.
La sentenza della Corte non è applicabile direttamente ma apre la strada ai futuri ricorsi garantendone il successo. Il sindacato «non si fermerà qui», minaccia Mimmo Pantaleo, segretario della Flc-Cgil. Sta per abbattersi una valanga di ricorsi e il governo e la maggioranza sanno bene quello che sta per accadere e quanto costerà. La risposta è che era tutto previsto e la soluzione è proprio nel documento “La Buona Scuola” messo a punto tre mesi fa. «La buona scuola del Governo Renzi aveva anticipato la sentenza europea e propone una scuola a “zero precarietà” – sostiene Francesca Puglisi, responsabile scuola del Pd – con la stabilizzazione di oltre 148mila precari già dal prossimo anno».
Ma i conti non tornano. «Ad avere i requisiti per fare ricorso a questo punto sono molti di più dei 148mila previsti dal governo», spiega Antonio Antonazzo referente precari per la Gilda insegnanti, che lotta dal 1998 per la stabilizzazione. Dal suo punto di vista hanno diritto all’assunzione dopo questa sentenza 180 mila precari. C’è chi, sostiene che saranno ancora di più: 250mila e forse oltre. Lo fa l’Anief, il sindacato in prima linea da cinque anni in questa battaglia.
A poter usufruire della sentenza saranno di sicuro i precari assunti con contratto annuale fino al 31 agosto per tre anni consecutivi e coloro che hanno tre anni interi di servizio nell’arco di 5-6 anni, vale a dire 20-30mila precari. «Noi – afferma però Rino Di Meglio coordinatore nazionale della GIlda – riteniamo che i contratti fino al termine delle lezioni debbano essere equiparati a quelli fino al 31 agosto». Vuol dire circa 80-100mila precari da assumere, sostiene il sito Tecnica della Scuola. In realtà faranno ricorso – e lo vinceranno – anche i non iscritti alle graduatorie ad esaurimento a patto che abbiano l’abilitazione, e quindi – come calcola Marcello Pacifico presidente dell’Anief – altri 100mila docenti più 20 mila Ata. «E questi non sono inclusi fra i precari che saranno stabilizzati dal governo che prende in considerazione solo chi fa parte delle graduatorie», avverte Pacifico. E poi potranno fare ricorso gli insegnanti delle scuole paritarie e private o quelli già andati in pensione senza aver mai ottenuto la stabilizzazione. L’elenco è lungo, ed il conto potrebbe essere salato: circa 2 miliardi di euro è la stima dei sindacati.
Flavia Amabile
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Stefania Giannini, ministra dell’Istruzione, che cosa cambia dopo la sentenza della Corte di Giustizia europea?
«Assolutamente nulla. È la conferma della bontà del progetto “La Buona Scuola”. Avevamo colto nel segno quando, in tempi non sospetti, avevamo parlato di una patologia italiana legata alla realizzazione di concorsi ogni 15 anni e alla copertura di posti vacanti e disponibili attraverso contratti a tempo determinato».
«La Buona Scuola» promette l’assunzione di 148mila precari. I calcoli dei sindacati sono molto più alti. Non basterà, assicurano.
«Qui però bisogna fare dei discorsi precisi e attenersi alla sentenza di oggi».
È proprio della sentenza di oggi che si parla. I ricorsi saranno molto più numerosi delle assunzione che avete promesso. E non di poco, si parla anche di 100mila ricorsi in più.
«Ma l’Italia è un paese che si fonda sui ricorsi e in questo ministero e in tutta l’amministrazione pubblica lo sappiamo bene. Bisogna capire che la sentenza di oggi si riferisce solo ai posti vacanti e disponibili che oggi sono circa 18 mila Ata compresi, circa 15 mila solo i docenti. Ad aver i requisiti previsti dalla sentenza è un numero limitato di persone, saranno 15mila al massimo. Il nostro piano assunzioni va molto oltre. È chiaro che chiunque vede aprirsi uno spiraglio dopo questa sentenza può fare ricorso ma non è un tema che riguarda me e il governo».
La vostra risposta alla sentenza è «La Buona Scuola», ma per il momento è solo un documento pieno di buone intenzioni. Che tempi si prevedono per l’approvazione?
«Abbiamo un provvedimento normativo in corso. In Cdm è stata approvata la legge di Stabilità per il recupero delle risorse necessarie, in queste settimane procederemo al completamento con il recepimento di qualche modifica intervenuta durante il dibattito ampio che c’è stato. A gennaio verrà approvato».
Quali modifiche accoglierete tra le tante suggerite?
«Qualcosa cambierà sulla formazione degli insegnanti per i bambini stranieri. La formulazione originaria di questa parte del documento era troppo debole, andrà integrata con i suggerimenti che sono arrivati».
[fla. ama.]