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 2014  novembre 26 Mercoledì calendario

I fondi per il Mezzogiorno vengono tagliati, deviati su altri capitoli di spesa, senza che ci sia alcuna reazione. Una preoccupazione che unisce imprenditori, amministratori, anche di opposte appartenenze politiche, economisti. L’occasione per riparlare della questione l’ha fornita l’Assemblea di Confindustria Salerno intitolata «Al lavoro! Ripensiamo le politiche industriali per ridare vita alla fabbrica»

Un allarme lanciato a più voci: i fondi per il Mezzogiorno vengono tagliati, deviati su altri capitoli di spesa, senza che ci sia alcuna reazione. Una preoccupazione che unisce imprenditori, amministratori, anche di opposte appartenenze politiche, economisti. L’occasione per riparlare di questione “Mezzogiorno” l’ha fornita ieri l’Assemblea annuale di Confindustria Salerno intitolata «Al lavoro! Ripensiamo le politiche industriali per ridare vita alla fabbrica», a cui ha partecipato tra gli altri il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi.
Confindustria Salerno ha anche presentato una proposta di nuove relazioni industriali su cui avvierà nei prossimi giorni il confronto con i sindacati, in attesa che la proposta del Governo completi l’iter legislativo in corso. Un modello che si basa soprattutto sulla condivisione e sulla contrattazione di secondo livello, che ancora aumenti salari alla crescita della produttività, chiede rigore ai dipendenti e offre un nuovo welfare aziendale.
A lanciare l’allarme sui fondi sottratti al Sud è per primo Mauro Maccauro, il presidente degli industriali salernitani: «Ci preoccupa – dice – il fatto che in merito alla programmazione del prossimo ciclo 2014-2020 siamo in attesa che si perfezioni l’approvazione delle delibere Cipe sul cofinanziamento nazionale, per le Regioni meno sviluppate ridotto dal 50 al 25%. Ci dicono che i fondi sottratti saranno recuperati in futuro sul Piano di azione e coesione? – si domanda Maccauro -. La verità è che sono risorse che perdiamo oggi e non sappiamo se le recupereremo».
Sullo stesso tema interviene il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca: «Assistiamo a un taglio netto di fondi per il Mezzogiorno – conferma De Luca -. Lo “Sblocca Italia” sulla Napoli Bari è da apprezzare. Ma sull’aeroporto di Salerno nutro poche speranze. Dovremmo insieme difenderci dai tagli. Che siano di destra o sinistra i governi degli ultimi anni si sono trovati sempre d’accordo a tagliare fondi al Mezzogiorno».
Un invito che il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro (in antitesi su tutte le altre questioni anche perché i due sarebbero i candidati in pectore alle prossime regionali) raccoglie e precisa: «Non firmerò un programma operativo con la diminuzione dal 50% al 25% del cofinanziamento. Se non con la blindatura del 25%». Ma è lo stesso Caldoro ad aggiungere: «Due recenti decreti hanno già tolto fondi al Sud: 8 miliardi del Fas che erano destinati per l’80% al Sud, oggi vanno alle regioni italiane che sapranno fare il miglior tiraggio».
Infine sul tema interviene anche l’economista Gianfranco Viesti: «La legge di stabilità taglia 3,5 miliardi di finanziamenti. E non ci sono reazioni».
Maccauro stila un lungo elenco di lamentele ma non risparmia proposte. Critica le promesse del governo che rischiano di saltare sul taglio all’Irap. Definisce «ignobile» l’Imu sui capannoni e ancora di più quella sui macchinari.Chiede una legislazione ambientale più chiara e più snella. Incalza la Regione Campania affinché impieghi bene i fondi europei. Critica l’alta tassazione che incide sui costi energetici. «Tutto ciò – dice – fa sì che le imprese italiane, che si sono dimostrate forti e capaci di resistere alla dura crisi, perdano commesse. E non a vantaggio della Cina, ma dell’Austria, ad esempio».