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 2014  novembre 26 Mercoledì calendario

Il movimento contro il vaccino obbligatorio cresce: lo dicono i dati, alimentati da sentenze che hanno trovato una correlazione tra la causa (il vaccino, appunto) e l’effetto (l’autismo, ma anche la poliomielite e l’encefalite). Seimila famiglie nel 2013 si sono opposte alla vaccinazione dei figli e l’atteggiamento diffidente prosegue in questi mesi. Il ministro Lorenzin: «È un attentato alla salute pubblica»

Cresce il movimento “No vac”, contro le vaccinazioni obbligatorie dei nostri figli. Lo dicono i dati, alimentati da sentenze – sono almeno quattro in Italia, tribunali di Rimini, Trani, Cremona e infine Milano – che hanno trovato una correlazione tra la causa (il vaccino, appunto) e l’effetto (l’autismo, ma anche la poliomielite e l’encefalite). Seimila famiglie nel 2013 si sono opposte alla vaccinazione dei figli e l’atteggiamento diffidente prosegue in questi mesi.
La scienza – l’Organizzazione mondiale della sanità con i suoi referenti italiani, l’Istituto superiore, gli esperti del ministero della Salute – dice che non ci sono prove dei “nessi”, che l’autismo è un male fin qui senza risposta, che i vaccini del calendario nazionale sono tra le cose più testate e sicure. Non basta. Come risulta all’Istituto superiore, negli ultimi due anni le vaccinazioni sono scese del due per cento fissando la “quota copertura” ai livelli più bassi degli ultimi dieci. Nel 2013 le coperture nazionali contro la poliomielite, il tetano, la difterite, l’epatite B e la pertosse sono state di poco superiori al 95%, valore minimo previsto. Per alcune infezioni, si scende sotto l’asticella. «L’andamento in netta diminuzione non può essere ignorato anche alla luce delle recenti recrudescenze di malattie ritenute sotto controllo o eliminate», scrive il Centro nazionale di Epidemiologia dell’Iss. «C’è, nella popolazione, un’errata percezione dell’importanza delle vaccinazioni, effetto dell’incessante campagna mediatica in atto da parte dei cosiddetti anti-vaccinatori».
Eccoli, i No vac, avvistati dal sistema (il Servizio sanitario nazionale). Quelli seri – perché c’è una vulgata internettiana che fa solo danni alla conoscenza e che si affida a vecchi studi inglesi artatamente taroccati – sono radunati in tre associazioni, Condav, Comilva, Assis. Insieme, contano 750 danneggiati riconosciuti da medici militari (lo dice la legge) e ministero della Salute. Sono tutti neonati e bambini. Altre trecento famiglie sono in attesa di riconoscimento e altre cento, gli esodati della disgrazia da vaccino, sono “riconosciute ma fuori termine”. Hanno presentato denuncia tardi, non riceveranno un euro. La presidente del Condav, Nadia Gatti, madre di una ragazza colpita da poliomielite dopo un’esavalente fatta nel ‘97, a tre mesi di età, in una Asl di Mantova, dice subito: «Non siamo contro le vaccinazioni, ne riconosciamo il ruolo, siamo contro una medicina ortodossa tutta difensiva che nega, si appella e in alcuni casi compie scorrettezze per il timore di discutere dei nostri drammi e del fatto che un vaccino, per quanto testato, ha effetti collaterali a volte devastanti. Alcuni bambini, semplicemente, non sono in grado di sopportarlo». Il problema, dice la presidente, sta nella scarsa preparazione del personale medico e infermieristico «che non riconosce gli effetti di un vaccino sbagliato in tempi brevi». Servirebbe a mitigare il danno. «Questo muro contro muro alimenta la diffidenza».
Nadia Gatti ricorda come dopo l’evento che causò la poliomielite alla figlia è stato messo in discussione il cosiddetto “vaccino di Sabin” e che in tutti i Paesi ci sono revisioni che lasciano in disparte prodotti superati, vaccinazioni non più necessarie. Un riferimento per questo mondo è il pediatra Eugenio Serravalle, presidente dell’Assis. Dice (e scrive): «Molti si presentano con i propri figli all’appuntamento senza sapere che ci sono vaccini obbligatori e facoltativi, che prima ci si può sottoporre a prove di cute-reattività, ad analisi sulla maturità del sistema immunitario. Di cosa ha paura il ministro Lorenzin?». Il pediatra Serravalle sostiene, contestato dalla medicina ufficiale, che «c’è un rapporto tra i vaccini offerti ai militari italiani in missione di pace e i tumori che hanno contratto» e ricorda come la “obbligatoria” contro l’epatite B sia stata introdotta nel 1991 dal discusso ministro De Lorenzo. Stefania Salmaso, direttore del centro nazionale di epidemiologia, replica: «Gli studi fatti sono ampi e indipendenti, non vaccinarsi è un guaio per l’individuo e un guaio enorme per l’intera comunità».
Corrado Zunino

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Una sentenza pericolosa per la salute pubblica. Il ministro della Sanità Beatrice Lorenzin commenta così la decisione del giudice del lavoro di Milano che ha riconosciuto il risarcimento per danno da vaccino esavalente ai genitori di un bambino autistico.
Ministro, è vero che non avete fatto ricorso contro la sentenza?
«No, abbiamo presentato l’appello il 31 ottobre scorso, entro i termini previsti dalla legge. Ora i tecnici del ministero mi dicono che in quella decisione mancano i presupposti scientifici. È un fatto grave. Come in altri casi, si tratta di una sentenza pericolosa per la salute pubblica. Basta vedere i dati dei morti per morbillo, basta vedere il caso dell’epidemia di questa malattia esplosa tempo fa in Inghilterra. E anche nel nostro paese assistiamo a un calo di vaccinazioni. Lieve ma importante».
Farete una battaglia giudiziaria, dunque?
«Facciamo appello non per evitare di pagare il rimborso, ma per non far passare un precedente pericoloso. Per i vaccini, come per tutti i farmaci, possono esserci effetti avversi che non sempre si possono prevedere. Questo nessuno lo nega e, infatti, ci sono le leggi che riconoscono i risarcimenti. Ma da qui ad affermare una relazione tra l’autismo e il ricorso a un determinato vaccino senza alcuna base scientifica ce ne corre».
Eppure l’accusa ai vaccini di provocare quella patologia ogni tanto torna. Perché?
«È una sindrome dalle cause ancora poco conosciute. Ci sono nuove ricerche che ipotizzano anche fattori batterici. Questa volta si incolpa il vaccino esavalente, cioè un farmaco che è stato utilizzato milioni di volte in tutto il continente. Eventuali correlazioni con l’autismo sarebbero emerse prima».
Crede che dietro il rifiuto dei vaccini ci sia la tendenza al complottismo?
«Più che altro mi sembra che ci troviamo di fronte a delle mode. C’è come la necessità di cercare delle cause certe dove certezze non ce ne sono, cosa che avviene in questo caso. Ma noi non possiamo vacillare, ci sono migliaia di studi che ci rassicurano».
Anche la vicenda dell’allarme infondato per l’aviaria ha contribuito a far nascere dubbi sui vaccini.
«Quello è un altro discorso, in quel caso forse ci sono stati abusi e speculazioni. O comunque c’è stata una paura dettata da un eccesso di precauzione. Ma viviamo in un mondo in cui se non hai questo tipo di atteggiamento, e poi avviene un incidente, ti vengono a cercare».
Oltre ad appellare la sentenza, cosa farete per promuovere la vaccinazione?
«Inizieremo nuove campagne, anche all’interno delle università e anche tra i pediatri e i medici di medicina generale. Questo tema è nel programma europeo sulla “global health” in agenda per i prossimi cinque anni».
Michele Bocci