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 2014  ottobre 23 Giovedì calendario

L’attentato in Canada, l’ombra della jihad e quei tremila stranieri che si sono uniti all’Isis, anche grazie al web

Il meglio dai giornali si oggi sull’assalto al Parlamento di Ottawa e sull’Isis che recluta sempre più stranieri.

Wellington Street, Ottava, Canada, 9.52 di ieri mattina. In un punto strategico tra il War Memorial e il Parlamento, due uomini scendono da una Toyota Corolla grigia, sono armati e nel giro di pochi secondi sparano, feriscono, uccidono. Uno dei due resta a terra, freddato anche lui. Tutto intorno, urla di paura, gente paralizzata, fughe e sirene che ululano. Alle 9.52 di ieri mattina, la placida Ottawa fa la sua conoscenza, diretta e sanguinosa, con il terrorismo [Alberto Flores D’Arcais, Rep].
 
Il bilancio è di due morti, tre feriti e un Paese sconvolto. Ma oltre a questi numeri i servizi di sicurezza hanno certificato che sono circa 130 i canadesi che si sono uniti a formazioni all’estero e 80 sono rientrati a casa diventando delle bombe a tempo. Pronte a esplodere. In modo autonomo, innescate da una semplice ispirazione o con dei complici [Guido Olimpio, Cds].
 
L’attacco al Parlamento arriva il giorno dopo in cui in Canada era stato proclamata la massima allerta anti-terrorismo, per l’adesione del Paese alla coalizione internazionale [Flores D’Arcais, Rep]. Le autorità ammettono di «essere state colte di sorpresa» nonostante avessero innalzato il livello di vigilanza antiterrore [Olimpio, Cds]
 
Per il Parlamento ieri doveva essere una giornata importante: quando è partito l’attacco era appena iniziato il “caucus” dei deputati conservatori. C’era pure il premier Stephen Harper che avrebbe dovuto consegnare la cittadinanza onoraria a Malala Yousafzai, l’attivista pachistana premio Nobel per la pace.
In centro le scuole, gli uffici e le ambasciate sono stati chiusi [Flores D’Arcais, Rep].
 
Il primo caduto è un soldato: Nathan Cirillo, italo-canadese. Lo hanno colpito alle spalle mentre faceva la guardia al War Memorial. Lo ha ucciso con un fucile da caccia un uomo vestito di nero con i capelli lunghi e scuri e con una sciarpa a coprirgli mezzo volto [Flores D’Arcais, Rep]. Un testimone lo vede dalla finestra e racconta: «Subito dopo ha alzato fucile e braccia al cielo». Il soldato morirà in ospedale [Olimpio, Cds]. Stando alle prime ricostruzioni, dopo essersi impadronito di un’auto ufficiale si è diretto verso il Parlamento, facendosi largo a colpi di fucile automatico. La sua esistenza è stata chiusa dalle pallottole sparate da un ex Mountie, le giubbe rosse della polizia canadese, che si trovava per caso da quelle parti: un ex poliziotto, di cui già si parla come di un eroe. Il suo nome è Kevin Vickers, responsabile della Sicurezza al Parlamento canadese. Poco dopo un’altra sparatoria, questa volta al Rideau Center, il grande centro commerciale su tre piani a poche decine di metri dal Parlamento, in tempo per mettere in fuga un paio di terroristi cecchini appostati su un tetto [Flores D’Arcais, Rep].
 
La foto dell’attentatore è stata postata su Twitter dall’Isis [Flores D’Arcais, Rep].
 
Michael Zehaf-Bibeau, canadese del Quebec, 32 anni, prima di convertirsi all’Islam si chiamava Michael Joseph Hall [Flores D’Arcais, Rep]. Aveva un passato nella droga, tanto che gli avevano ritirato il passaporto perché temevano volesse unirsi a qualche formazione estremista all’estero [Olimpio, Rep].
 
Il profilo di Michael potrebbe combaciare con quello di molti militanti. Una doppia arma. Combattono in Medio Oriente ma sono disposti ad agire nei loro Paesi in risposta agli appelli del Califfo dell’Isis o di ideologi minori. E questa volta è toccato al Canada [Olimpio, Cds].
 
Il Canada è un terreno feritile per gli islamisti. Il timore più grande è per i minorenni che, affascinati dai video dei jihadisti scovati sul web, rischiano di imitarne le gesta.
 
Andre Poulin, ex anarchico canadese che imparò a fare le bombe su internet per poi scegliere di morire come kamikaze sotto il nome di Abu Muslim [Lorenzo Cremonesi, Cds].
 
Cremonesi sul Cds: «Se andiamo a vedere la storia recente dell’estremismo islamico troviamo che l’idea di creare “quinte colonne” e “cellule dormienti” nelle maggiori capitali occidentali pronte ad agire autonomamente in ogni momento ha almeno una ventina d’anni. Ma la novità sta bel fatto che Isis usa con sapienza, perizia e continuità tutti i possibili strumenti offerti dalle tecnologie più recenti della comunicazione».
 
L’ultimo grido di allarme era arrivato chiaramente a metà settembre da Bill Bratton, commissario della polizia di New York. Allora sui siti più utilizzati dai simpatizzanti dei jihadisti in Siria e Iraq era apparso un video titolato: «Ai Lupi solitari in America, come preparare una bomba nella tua cucina». La polizia americana ne aveva immediatamente ordinato la censura. E Bratton si era detto molto preoccupato. «Si tratta di un’evoluzione pericolosa nel mondo del terrorismo. La diffusione dei video delle decapitazioni in Siria, i tweet con le foto delle esecuzioni di massa dei prigionieri, sono tutti strumenti per fomentare le fantasie dei lupi solitari in ogni angolo del pianeta», aveva commentato [Cremonesi, Cds].
 
Damian Clairmont, partito da Calgary nel 2012 e ucciso in Siria due anni dopo. Salman Ashrafi, saltato in aria in Iraq o ancora Mohammed Alì che ha lasciato i genitori nella cittadina canadese di Mississauga per andare a Raqqa. Di recente ha postato una poesia: «Le rose sono rosse, le violette sono blu e l’Isis sta arrivando nella città vicino a te».
 
Tra le fila dell’Isis si contano circa tremila combattenti stranieri. Tra questi: 45 italiani, 400 belgi, 700 francesi, 400 britannici e 100 svedesi [Marco Ventura, Mess].
 
Martedì era morto uno dei due soldati che lunedì erano stati investiti con l’automobile da Martin Couture-Rouleau (anche lui convertito all’Islam, poi ucciso dalla polizia) a Saint-Jeansur Richelieu, piccolo centro vicino Montreal. Per l’intelligence Usa quello dell’“incidente automobilistico” è uno degli scenari previsti dai manuali dello Stato Islamico nei suoi messaggi ai simpatizzanti in Occidente [Flores D’Arcais, Rep].
 
Da diversi giorni l’intelligence canadese aveva intercettato comunicazioni minacciose negli ambienti vicini o ispirati dal terrorismo islamico, e l’8 ottobre scorso aveva sventato un tentativo di lanciare un attacco con pistole e coltelli in un luogo pubblico, ispirato alle tattiche usate in Siria e Iraq dall’Isis [Paolo Mastrolilli, Sta].
 
«Un attacco spregevole», ha commentato il premier canadese, Stephen Harper, in merito a quanto accaduto a Ottawa. Mentre per il sindaco della città, Jim Watson, «si tratta di un giorno triste e tragico per la nostra città e per il nostro Paese». Della vicenda è stato informato subito il presidente americano, Barack Obama il quale, nel corso di un colloquio telefonico con Harper, ha offerto tutto l’aiuto degli Stati Uniti [Francesco Semprini, Sta].