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 2014  ottobre 23 Giovedì calendario

Marco Paolo Nigi, segretario dello Snals e della Confsal, prima di andare in pensione si è aumentato lo stipendio per garantirsi una pensione da 5mila euro. Tutto grazie all’abuso della legge 564, che permette ai sindacalisti di incassare un vitalizio con solo un mese di contributi

Chi l’ha visto alle Iene lo ricorda per il ciuffo biondo cenere e il marcato accento toscano con cui insulta Nadia Toffa, che è lì a fargli qualche domanda sulla sua pensione. Lui è il segretario generale dello Snals (sindacato autonomo della scuola) e della Confsal (confederazione che include lo Snals), il prof. Marco Paolo Nigi. In realtà, a differenza di quello che si è portati a immaginare, non insegna in alcuna università, il titolo di «professore» è un vezzo che gli attribuisce il suo sindacato ed è riferito ai suoi lontani trascorsi di insegnante di scuola media. Nigi è stato il protagonista di un servizio della iena Nadia Toffa che riguardava l’uso e l’abuso della legge 564, che permette ai sindacalisti di incassare un vitalizio anche con un solo mese di contributi. È quello che è accaduto a diversi dirigenti dello Snals-Confsal e al suo segretario generale in persona. Nigi, negli otto mesi prima di andare in pensione ha iniziato a incassare uno stipendio mensile di 8mila euro, garantendosi un vitalizio da 5mila euro al mese, un «Win for life» fatto apposta per quelli a cui piace «vincere facile». E così il sindacato di Nigi, con soli 64mila euro, ha garantito al suo leader una pensione da 60mila euro per sempre. All’inviata che gli chiede se la ritenga una cosa giusta risponde «faccia ricorso contro la legge» e quando la Toffa gli fa notare che i sindacalisti in questo modo mettono a rischio le pensioni dei lavoratori, il prof. Nigi dice che il problema dell’Inps è che «dà troppa assistenza», riferendosi agli assegni sociali e alle pensioni di invalidità. Assegni con importi medi che sono un’inezia rispetto all’assistenza che Nigi riceve dall’Inps, visto che oltre ai 60mila euro di pensione integrativa da sindacalista, percepisce anche la pensione da insegnante che è di circa 25mila euro l’anno. In realtà anche questa è una pensione da sindacalista, visto che Nigi ha presto preferito la vita sindacale all’aula scolastica. Nel 1976 diventa presidente provinciale dello Snals-Confsal di Firenze e nel 1988 entra nella segreteria generale nazionale a fianco di Nino Gallotta, storico fondatore e leader del sindacato. Con lui stringe una lunga alleanza che si rompe nel 2000, quando Gallotta viene sfiduciato per pochi voti. È così che Nigi nel 2001 al titolo di prof. aggiunge quello di segr. gen. della Confsal e nel 2007 anche dello Snals. Così il sindacalista dal 2007 cumula il doppio incarico di capo di Snals e Confsal, cosa che contestava al suo predecessore Gallotta, un po’ come se Susanna Camusso fosse contemporaneamente segretario generale della Fiom e della Cgil. Il cumulo degli incarichi come il cumulo delle pensioni è una cosa normale per un sindacalista infaticabile che, come racconta nelle sue interviste, «lavora dalle 8 di mattina fino a tarda sera, tranne il sabato e la domenica», che dedica a «leggere i classici e vedere spettacoli leggeri». È una persona che ha buon gusto ed eleganza, veste «abiti di Canali, che amo molto» dice il sindacalista in un’intervista a Italia Oggi «e ho una passione per le cravatte di Marinella e Ferragamo». Un uomo d’altri tempi, che predilige scrivere a mano «con la mia penna stilografica Montblanc», sebbene «non disdegna usare un modernissimo iPhone per il lavoro», conclude l’intervistatore. Canali, Montblanc, Marinella, Ferragamo e iPhone, il lettore penserà che anche con oltre 80mila euro di pensione annua il rischio è di arrivare in affanno a fine mese. Ma il segr. gen. prof. Nigi integra la pensione integrativa con l’incarico di consigliere del Cnel, l’organo costituzionale che riunisce i rappresentanti delle categorie produttive (si fa per dire) della nazione, che ricopre dal 2002 e che gli garantisce uno stipendio di oltre 25mila euro l’anno. Il Cnel è ritenuto ormai da tutti un ente inutile e il tasso di assenteismo è altissimo: però, se anche il segr. gen. prof. pens. cons. Nigi dovesse saltare qualche seduta, sarebbe giustificato perché l’indefesso sindacalista è anche direttore del settimanale Confsal, società, cultura, lavoro e del quotidiano Scuola Snals, una pubblicazione sconosciuta ai più che però negli ultimi 10 anni ha ricevuto oltre 13milioni di euro di finanziamento pubblico. Abbiamo cercato di parlare con il segr. gen. prof. pens. cons. dir. Nigi, ma ci ha fatto sapere attraverso l’ufficio stampa che non intende parlare di «montature scandalistiche», però è disponibile «per dichiarazioni sulla politica economica». Anche macroeconomista.