Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  ottobre 22 Mercoledì calendario

Il virus dell’influenza quest’anno non sarà aggressivo, ma vaccinarsi è sempre consigliato, soprattutto per le categorie a rischio, dai diabetici agli over 65. Parla l’igienista Carlo Signorelli

Metterà a letto circa quattro milioni di italiani. Febbre oltre i 38°, dolori muscolari e alle ossa, stanchezza diffusa, possibili raffreddori, tosse e mal di gola. L’influenza stagionale è alle porte: è già iniziata la campagna di vaccinazione, si concluderà a metà dicembre. «Ricordiamo che la protezione inizia un paio di settimane dopo essersi vaccinati - spiega Carlo Signorelli docente di Igiene all’università di Parma e presidente della Società italiana di igiene - e dura per un periodo di sei-otto mesi».
Può fare un “ritratto” dei virus influenzali che arriveranno quest’anno?
«Non sembrano essere particolarmente aggressivi, non dovrebbero creare grossi problemi. E’, comunque, difficile fare il “ritratto” con precisione. In passato ci sono state più volte previsioni errate sull’intensità dei sintomi e la virulenza degli agenti circolanti».
E’ possibile, però, fare una previsione sull’arrivo del picco?
«Lo scorso inverno il maggior picco è arrivato a metà febbraio. In tutto, l’epidemia è durata quattordici settimane. Si pensa ad un ciclo simile con inizio non prima della metà di dicembre».
Si tratta di virus diversi da quelli dell’anno scorso e dell’anno prima?
«Tutti gli anni ci possono essere virus ricorrenti e virus nuovi. Il vaccino tetravalente di quest’anno sarà analogo a quello della stagione 2013-2014. Non contiene virus interi e attivi, ma frammenti dei ceppi influenzali A e B più diffusi nelle recenti epidemie e copre contro i ceppi A/California/2009, A/Texas/2012, B/Massachusets/2012 e B/Brisbane/2008».
Quindi, delle immunizzazioni fatte nel passato non resta traccia nel nostro organismo?
«Sono utili per la protezione contro gli agenti già identificati e in circolazione, non contro quelli nuovi. Un rinforzo dell’immunizzazione non è dannoso anzi molto utile per una protezione ottimale».
Se una persona, gli anni scorsi, si è ammalata rischia di prendere di nuovo l’influenza o è legittimo pensare di essere protetti?
«Ci sono individui più predisposti di altri alle infezioni respiratorie, ce ne sono altri più esposti come chi lavora nei servizi pubblici e ci sono coloro che ignorano le più comuni norme igieniche aumentando il rischio di infezione».
Il bersaglio dell’epidemia sono ancora i polmoni?
«L’infezione primaria è sempre delle vie aeree. Poi si può diffondere e causare disturbi gastrointestinali ma anche cefalea e vertigini».
Può ricordare chi è a rischio complicanze influenza e dovrebbe vaccinarsi?
«Chi ha oltre 65 anni, chi soffre, bambino o adulto, di malattie respiratorie e cardiache, diabete, insufficienza renale o epatica etc., le donne nel secondo e terzo trimestre di gravidanza, medici e personale sanitario, lavoratori dei servizi pubblici come le forze dell’ordine o a contatto con animali. Oggi siamo intorno al 50% delle persone a rischio vaccinate, una percentuale che va assolutamente migliorata».
I virus che stanno circolando in questo periodo di che tipo sono visto che l’epidemia annuale non è ancora arrivata?
«Sono virus simil influenzali, danno degli stessi sintomi ma non hanno nulla a che vedere con i virus influenzali stagionali».
L’influenza di questi giorni, dunque, non va considerata come una protezione per l’epidemia che ci sarà?
«Chi ne è colpito può comunque riammalarsi con un altro virus».
Quali sono, secondo lei, gli errori comportamentali da non ripetere durante il periodo dell’influenza?
«Per evitare il contagio bisogna curare in modo meticoloso l’igiene personale, lavarsi spesso le mani, evitare i contatti stretti con chi sta male e con i convalescenti».
Quali sintomi devono far preoccupare un anziano? Quando la febbre è alta o quando la tosse è persistente?
«L’anziano dovrebbe sempre vaccinarsi per non correre rischi. Tuttavia, essendo numerosi i virus respiratori, è consigliabile la consultazione del memico quando la febbre è alta e dura a lungo».
E’ possibile, vaccino a parte, fortificare l’organismo in modo che l’infezione faccia più fatica a colpire?
«In generale una buona alimentazione, l’attenzione allo stress e lo sport stimolano buone risposte del sistema immunitario contro tutte le malattie».