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 2014  ottobre 21 Martedì calendario

È partito (male) il piano della Bce per iniettare liquidità nei mercati. La Borsa cala ma non lo spread

Draghi ha cominciato a usare la fionda: un’arma leggera e ovviamente inutile. Ieri dopo mesi di annunci, è partito il piano d’acquisto di obbligazioni sul mercato da parte della Bce. In omaggio al principio feudale che domina l’Europa gli interventi sono dedicati principalmente ai malati più illustri. Non ai più deboli. Attraverso l’agenzia Bloomberg si scopre, infatti, che gli acquisti riguardano bond a breve termine emessi dalle banche francesi. Sarebbe stato un segnale migliore cominciare dall’Italia o dalla Grecia. Invece si parte dalla Francia che, pur avendo i conti in disordine, resta insieme alla Germania l’azionista di riferimento della Ue. Dunque i primi a salire sulla scialuppa di salvataggio sono i soci di sangue blu del Club Euro. Gli altri possono aspettare. Certo non sarà un caso se il differenziale tra Btp e Bund torna a crescere verso quota 173: eppure le misure messe in campo ieri hanno, fra i loro obiettivi, anche quello di curare il mal di spread. Per adesso con scarsi risultati. Neanche la volatilità delle Borse è stata sedata. Piazza Affari, dopo avere oscillato tra un minimo a quota 18.414 e un massimo a 18.881 punti, ha chiuso con un calo dello 0,86% a 18.540. Nel resto d’Europa Francoforte ha perso l’1,50%, Parigi l’1,04%, Londra lo 0,68% e Madrid lo 0,42%. Listini in definitiva abbastanza negativi. Il pericolo vero è l’indifferenza. Era già successo la volta precedente. La Bce aveva annunciato che avrebbe comprato 40 miliardi di euro di bond, ma arrivò a 13,5 miliardi. La ragione? Come spiegano gli esperti c’è un problema di prezzo: o la Banca centrale è un po’ aggressiva sulle quotazioni oppure è difficile che riesca a raggiungere i mille miliardi di euro alla fine del piano. Che la Bce faccia scelte aggressive non è nemmeno immaginabile. Già si sentono le proteste dei tedeschi per l’imprudenza di Draghi. Figuriamoci se assumesse rischi aggiuntivi. Dunque le banche si terranno ben stretti i loro titoli. Non daranno credito alle imprese che non potranno fare investimenti e sviluppare occupazione. Il declino resta confermato. Non a caso è partito il balletto delle revisioni al ribasso del Pil 2015. Ha cominciato la francese Societe Generale dicendo che ci possiamo dimenticare la pur modesta crescita dell’1,5% nell’Eurozona. Se tutto va bene saremo all’1%. Qual è la lezione? Molto semplice. Nessuna istituzione europea e nessun governo ha la più pallida idea di che cosa fare. Vanno avanti al buio e nessuno ha il coniglio nel cappello. Comunque se anche l’avessero non lo estrarrebbero. Avrebbero sempre il timore che i partner sparino a pallettoni. Fino a quando potrà andare avanti un corteo così sbilenco?