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 2014  ottobre 20 Lunedì calendario

Urbano Cairo sta dalla parte di Santoro: «Travaglio è molto bravo nel fare le domande. Ma è giusto che anche a lui possano fargliene»

Nel gioco della torre, l’editore di La7 Urbano Cairo dovendo scegliere tra i litiganti Michele Santoro e Marco Travaglio, non avrebbe dubbi: butterebbe giù quest’ultimo. «Santoro ha fatto bene a riaffermare il principio che Servizio Pubblico offra a tutti la possibilità di dire quello che pensano e anche di replicare», scandisce forte e chiaro l’editore. Dopo la lite in diretta di giovedì, Santoro e Travaglio vivono da “separati in casa”. Si parlano a distanza. Mantengono le rispettive posizioni con puntiglio. A La7 temono che giovedì prossimo Travaglio, severamente rimproverato dal conduttore, possa dismettere i panni dell’editorialista del programma. Il pubblico era abituato ai politici che lasciavano gli studi tv (Berlusconi, Brunetta, Santanché), ora la crisi dei talk politici produce inedite crisi di nervi tra conduttori e collaboratori.Cairo, per lo scontro Santoro Travaglio lei si è messo le mani ai capelli o ha pensato che stava salendo lo share?«Le mani ai capelli no, i confronti possono essere anche duri. Ma neppure il cinismo di gioire per un litigio. La rissa non porta ascolti. In tv lo share cresce nel momento in cui ci sono le idee».Ha sentito i due litiganti?«Ho parlato solo con Santoro. Travaglio non lo sento mai. Io ho fatto un accordo con Michele: lui è libero di fare il talk con chi vuole, ha scelto Travaglio, che ha dato ottimi contributi».Travaglio non ha gradito i richiami di Santoro. Nel gioco della torre chi dei due salverebbe?«Non butto nessuno dalla torre. Travaglio è molto bravo nel fare le domande. Ma è giusto che anche a lui possano fargliene. Non è reato di lesa maestà ricevere domande da un ragazzo genovese (un angelo del fango) che ha dimostrato personalità anche di fronte a Beppe Grillo. Ero pienamente d’accordo con Santoro quando diceva che Burlando doveva poter dire la sua».Dicono che la coppia stia scoppiando per Grillo...«A me non risulta. Una così rodata coppia televisiva non credo scoppierà per un diverso modo di vedere la politica grillina. Comunque io non intervengo sulla linea politica, Santoro sceglie in assoluta libertà ospiti e collaboratori».Il 30% della società che produce Servizio Pubblico è del Fatto Quotidiano , di cui Travaglio è condirettore. Un intreccio che può creare problemi a Santoro?«Non direi. Santoro ha piena autonomia e libertà nel fare Servizio Pubblico : è lui l’anima della trasmissione, sua la linea editoriale. E smentisco le voci su una anticipata chiusura del programma. L’arrivo di Giulia Innocenzi, il 13 di novembre con il suo Anno Uno ( in sei puntate) era programmato da tempo ».I talk sono in crisi ma La7 ne ha uno a sera. Pentito?«No. In questa stagione c’è un calo complessivo degli ascolti, ma per noi non va così male. Floris con diMartedì cresce poco a poco, mentre Ballarò cala. I fatti della politica condizionano l’audience di La7. Se ci sono le elezioni cresciamo. Nel 2011 il Tg era al 9.60% di share, l’anno scorso siamo scesi al 6.5-7%. La rete aveva il 3.8% di share nell’anno dello spread (2011) oggi siamo al 3.3 %. Per Rai e Mediaset le perdite sono peggiori».Sempre colpa della politica. Ma i conti tornano?«La politica c’entra. Porro con Virus ha battuto Santoro perché ha ospitato una sorta di “conferenza stampa” di Renzi. Noi contiamo su un pubblico di “alti consumatori”, abbiamo 70 aziende in esclusiva di pubblicità tv. E nella prima serata i talk portano ancora il 60% degli investimenti pubblicitari».