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 2014  ottobre 07 Martedì calendario

La crisi dell’Inter: tutti contro Mazzarri. Thohir lo difende, Mentana ne chiede le dimissioni

Il meglio degli articoli di oggi sulla crisi di risultati e di gioco dell’Inter di Mazzarri.

Essere Walter Mazzarri è proprio un bel problema, di questi tempi. Lo impallinano i tifosi, common people o vip, mai così unanimi nell’esprimergli i sensi della più profonda disistima: ieri, tra gli hashtag di tendenza alla #mazzarrivattene e il profluvio di offese e gag su tutto il web, c’era da disperarsi [Andrea Sorrentino, Rep 7/10]
 
E il partito degli anti-Mazzarri ha da ieri un verboso capolista. È Enrico Mentana, che sulla sua pagina Facebook, all’indomani della pessima esibizione di Firenze, attacca duramente l’allenatore dell’Inter invitandolo con un lungo post gonfio di delusione e di veleno a farsi da parte. «Ci vuole una scossa – scrive il direttore del Tg di La7, tifoso nerazzurro «sin da bambino» — e dopo l’ennesima incolore partita credo che Mazzarri quella scossa la possa dare in un solo modo: svuotando il suo armadietto» [Rep 7/10].
 
Mazzarri ha fatto sapere alla squadra che non ha nessuna intenzione di dimettersi, anche se resta da capire se ha ancora in mano la squadra (qualche dubbio, dopo Firenze, c’è); la sfiducia fra i tifosi cresce e non sarà semplice per la squadra giocare il 19 ottobre a San Siro con il Napoli [Fabio Monti, Cds 7/10].
 
Lo inchiodano le prestazioni dell’Inter: il vuoto pneumatico di idee, le gambe che non rispondono, la personalità come minimo incerta della squadra. I risultati, non parliamone: il decimo posto è già un incubo, i gol segnati a ben guardare sono pochissimi (a parte i 7 tutti insieme col Sassuolo, appena 4 nelle restanti 5 partite), le due sconfitte consecutive contro Cagliari e Fiorentina (e 1-7 nei gol) una tragedia sportiva, i punti in classifica (8) il secondo peggior bottino degli ultimi anni dopo i 4 punti nella stagione 2011-2012, quella dell’esonero di Gasperini già il 21 settembre [Andrea Sorrentino, Rep 7/10].
 
Ma la sgradevole sensazione di un Mazzarri in estrema difficoltà, e di una squadra che non sembra affatto una sua creatura, rimane. Come quella di una tifoseria che per vari motivi ha iniziato a detestare l’allenatore, che della cosa soffre moltissimo, perché poi, al di là di tutto, non merita affatto di essere offeso o considerato un incapace, dato che non lo è. Però la situazione è questa, e ci si devono fare i conti [Andrea Sorrentino, Rep 7/10].
 
Erick Thohir, a margine di un evento indonesiano, ha fatto sapere che intende dare nuova fiducia all’allenatore e glielo ha comunicato telefonicamente: «Sono certo che ci sia volontà di migliorare. Mazzarri darà il massimo e noi continueremo a dargli una chance. Ci saranno delle valutazioni e torneremo sul mercato, non posso dire che tipo di giocatori e in quali ruoli, la difesa è ok come il centrocampo ma forse ci serve uno di qualità come Kovacic o Hernanes, e un attaccante forte sulle palle alte». Perlomeno è uscito allo scoperto: difesa del tecnico, promessa di rinforzi [Claudio De Carli, il Giornale 7/10].
 
Per ora quindi Walterone è blindato dalla fiducia del presidente nel progetto-Mazzarri, ribadita in estate con il prolungamento del contratto fino al 2016 (14 milioni lordi il costo dell’operazione) [Andrea Sorrentino, Rep 7/10].
 
È quanto ha rilasciato nell’intervista a Financial Times che ha suscitato perplessità: «Il calcio sta cambiando, vorrei il modello americano dove lo sport funziona come il sistema dei media il cui maggior contributo arriva dalla pubblicità. Nel calcio è il merchandising. Vidic lo abbiamo preso anche perché è un ottimo brand per il mercato asiatico. Quando prendiamo in esame la candidatura di un giocatore io chiedo sempre: bene, questo ci può aiutare sul campo ma dal punto di vista commerciale cosa mi dite?». Al termine dell’intervista, alzandosi, ha lasciato due business card al suo interlocutore, la seconda con i colori dell’Inter: «Il primo è quello vero , il secondo è per vantarmi» [Claudio De Carli, il Giornale 7/10].
 
L’Inter targata Erick Thohir ha scelto di tagliare tutto, non soltanto gli ingaggi dei giocatori e non soltanto per il fair play finanziario. Dopo undici mesi, si è capito che al momento l’obiettivo principale di Thohir e della sua squadra è stato quello di liquidare tutti gli uomini in qualche modo legati a Moratti, una situazione non proprio simpatica che ha finito per coinvolgere anche Javier Zanetti, nominato vicepresidente, ma con compiti ancora da definire, quando potrebbe essere un punto di riferimento fondamentale per tutti, visto che nell’Inter ha giocato per 19 anni [Fabio Monti, Cds 7/10].
 
Più che di calcio, nell’Inter si parla di economia, di conti, di sviluppo del marchio, di musica a San Siro, di magliette da vendere, di ricavi da aumentare, obiettivi più che legittimi, se ci fossero le condizioni per lo sviluppo, mentre la squadra ha una rosa appena discreta; l’uomo capace di fare la differenza non è mai arrivato; qualche sponsor ha già salutato e qualche altro ci sta pensando [Fabio Monti, Cds 7/10].