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 2014  settembre 23 Martedì calendario

Squinzi: «Abolire l’articolo 18 segnale forte»

Abolire l’articolo 18 «sarebbe un segnale molto forte soprattutto per gli investitori», in particolare per quelli esteri. Mercato del lavoro, Irap, fisco: Giorgio Squinzi, di fronte al ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, all’inaugurazione del Cersaie (salone della ceramica per l’architettura e arredobagno), ha sottolineato gli interventi più urgenti per far ripartire l’economia.
Il Jobs Act è in discussione al Senato e il presidente di Confindustria ha insistito sulle questioni del lavoro: «Il mantra dell’articolo 18 va smontato. Pur essendo percentualmente un problema non così rilevante, è uno dei freni, magari più mediatico che di sostanza. L’opinione prevalente degli imprenditori è come fai ad investire in un paese dove se assumi, assumi per la vita». Certo, ha aggiunto, «servono forme di tutela perché siamo tutti d’accordo che non si deve licenziare quando ci sono discriminazioni. Gli imprenditori non si divertono a licenziare i propri dipendenti, soprattutto quelli che fanno il loro dovere e quelli bravi, è un falso problema».
La riforma del mercato del lavoro è per Confindustria una delle priorità: «È urgente – ha ribadito Squinzi – credo che la visione del premer sia assolutamente condivisibile. Una visione che va sostenuta con molta forza da parte di Confindustria e delle nostre imprese». Squinzi ha più volte ripetuto che bisognerebbe avere un contratto a tempo indeterminato conveniente per le imprese e per i lavoratori. Ieri non si è sbilanciato sulla formula oggetto della riflessione del governo: «Aspettiamo di vedere la proposta finale».
La situazione economica è difficile, confermata dai dati Istat su fatturato e ordinativi di luglio: «Purtroppo non sorprendono. C’è un rallentamento generalizzato che sta investendo tutta l’Europa e anche il Pil mondiale sta crescendo meno di quanto ci si aspettasse». Ecco perché sono urgenti le riforme: «Dobbiamo disboscare il paese. Mi rendo conto che per risolvere 30 anni di incrostazioni ci possano volere mille giorni», ha detto Squinzi. «Mi aspetto però da questo presidente del Consiglio, giovane e così pieno di energie, che si possano ridurre i tempi. Fossero magari 700 giorni tutti lo apprezzerebbero di più».
Il fisco è un tema cruciale: «Ci stiamo battendo perché venga attuata la riforma fiscale e si renda il fisco equanime e meno punitivo per i contribuenti, ne abbiamo bisogno disperatamente». Le risorse che deriveranno dalla spending review secondo Squinzi «devono essere investite in infrastrutture, ricerca e sviluppo. Ci rendiamo conto della mancanza di risorse, ma bisogna fare uno sforzo importante in questa direzione. Penso che la crescita virtuosa del paese possa avvenire solo da qui». E Squinzi, rivolgendosi alla Boschi, ha anche insistito sul taglio dell’Irap: «Penso che le risorse siano limitatissime ma speriamo che ci sia effettivamente la possibilità di mettere mano ad un taglio dell’Irap». E poi bisogna andare avanti sulla semplificazione, una riforma fondamentale: il governo ha lavorato moltissimo in questa direzione, ha detto Squinzi, «ma le visioni corrette devono essere tradotte in pratica».
Le imprese sono pronte a fare la propria parte. Squinzi ha sottolineato l’importanza del Cersaie. «È una fiera unica, un modello imitato in tutto il mondo. Ci aspettiamo un bel Cersaie, noi ci siamo, siamo pronti ad inondare i mercati con i nostri prodotti». Ciò di cui le aziende hanno bisogno «è di un paese normale. Serve recuperare fiducia, per noi e per gli investitori esteri. Il declino del mercato interno deriva soprattutto dalla mancanza di fiducia. Il governo deve averlo come chiodo fisso, questo deve essere un paese dove si possa fare impresa. Possiamo ritrovare la crescita: ricercate la fiducia e gli imprenditori vi seguiranno e faranno il loro dovere.