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 2014  maggio 08 Giovedì calendario

Biografia di Edith Cavell

Swardeston (Inghilterra) 4 dicembre 1865 - Schaerbeek (Belgio) 12 ottobre 1915. Infermiera britannica giustiziata dai tedeschi durante l’occupazione del Belgio, nella Prima guerra mondiale.
• Figlia di un pastore evangelico, dopo le scuole era stata cinque anni in Belgio, governante presso una famiglia di Bruxelles. Era tornata a casa nel 1895 per accudire il padre ammalato: aveva deciso allora che avrebbe fatto l’infermiera. Nel 1907 era di nuovo in Belgio, direttrice dell’istituto Berkendael, nel quale migliorò molto gli standard dell’assistenza infermieristica. Alla fine del 1914, dopo l’occupazione tedesca del Belgio, riconvertito il Berkendael in ospedale della Croce Rossa, era entrata a far parte di un gruppo clandestino formato per aiutare militari britannici, francesi e belgi a raggiungere l’Olanda neutrale. Circa duecento uomini erano stati salvati in questo modo quando, nell’agosto 1915, Edith e i suoi compagni vennero scoperti e arrestati. I tedeschi la tennero nove settimane in isolamento, lei confessò tutto, per amor di verità e perché era convinta di aver fatto il giusto. Il 7 ottobre il gruppo fu portato davanti a una corte marziale, l’11 fu giudicata colpevole e condannata a morte, insieme a un belga, Philippe Baucq, nonostante gli estremi tentativi di salvarla da parte dei diplomatici di Spagna e Stati Uniti (ancora neutrali). «Mi aspettavo la condanna e credo sia giusta. Ora che sono in vista di Dio e dell’eternità, comprendo che il patriottismo non è abbastanza: non devo serbare odio né rancore verso nessuno», le ultime parole al cappellano britannico la notte prima dell’esecuzione. Fucilata all’alba del 12 ottobre al poligono di tiro di Schaerbeek.
• Impressione enorme nel Regno Unito e nel mondo: la sua storia divenne uno dei simboli della propaganda anti-germanica. Tra le bambine chiamate con il suo nome sull’onda di quella emozione, la piccola Édith Giovanna Gassion, nata a Parigi il 19 dicembre 1915, conosciuta da adulta come Édith Piaf.