Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  febbraio 27 Giovedì calendario

Biografia di Armando Verdiglione

• Caulonia (Reggio Calabria) 30 novembre 1944.
• «Filosofo, psicoanalista, immobiliarista. Imprenditore con oltre un miliardo di patrimonio ma con denaro insufficiente a pagare i dipendenti, che devono rivolgersi al giudice. Craxiano con un passaggio alla casella prigione, resuscitato durante il berlusconismo, capace di accogliere a villa San Carlo Borromeo, la sua umile dimora trecentesca di Senago in bassa Brianza (300 milioni di euro di valore), intellettuali come Edgar Morin, Alain Finkielkraut (...) Eugène Ionesco, Jorge Luís Borges, Jacques Lacan (...) Emigrante di Agromastelli, frazione di Caulonia nella Locride, ha saputo diventare amico del bibliofilo Marcello Dell’Utri. Ha ricevuto il governatùr lombardo Roberto Formigoni, il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi, il potente Gaetano Miccichè di Banca Intesa. Insieme alla moglie Cristina Frua De Angeli, erede di un’antica famiglia meneghina, ha costruito una galassia di società che ha la stessa trasparenza del periodare verdiglioniano, condensato nel Dizionario di cifrematica. (…) Persiste a conciliare l’inconciliabile. Di qua, i maestri russi dell’Ottocento. Di là, i matrimoni nel nuovo gazebo da mille posti inaugurato (...) nei 10 ettari del parco di Villa Borromeo. Da una parte, la festa della filosofia (marzo 2010) e l’annuale festival della modernità. Dall’altra, l’evento molto speciale del Capodanno 2010, quando l’ex dimora del cardinale Federigo Borromeo è stata data in affitto alla Castle Events, società dello svizzero Andrej Lorenc che organizza party per scambisti mascherati nello stile di Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick. Niente pubblicità, si intende. Solo qualche foto e una sobria descrizione della festa nel sito della Castle events, a ricordare le 75 coppie presenti e la cena da cinque portate seguita da un “unrestrained party” proseguito fino alle sette di mattina nella stanza 115» (Gianfrancesco Turano) [Esp 7/10/2010].
• «Nato in provincia di Reggio Calabria, partito giovanotto per Milano dove si laurea alla Cattolica in Lettere e filosofia, Verdiglione trova presto nello studio dell’inconscio la vocazione della vita: scrive saggi, traduce, concentrandosi particolarmente (siamo alla fine degli anni ’70) sulle teorie di Jacques Lacan, filosofo e psicanalista francese ai tempi considerato quasi eversivo dagli ortodossi del ramo. Sull’onda dell’entusiasmo per quel linguaggio non convenzionale, fonda il Movimento freudiano internazionale e la sua storica casa editrice Spirali per cui pubblicheranno nomi come Bernar-Henry Levy, André Glucksmann, Fernando Arrabal, Alain Robbe Grillet. Dotato d’un ego fuori ordinanza, d’un eloquio coinvolgente e misterioso che fa breccia nel pubblico femminile, Verdiglione diventa presto personaggio da copertina. E con un look inusuale per un pastore di inconsci: pelliccia, completi gessati, scarpe bicolori, sigarone stile gangster. Convegni dalle tematiche oscure in ricche location con una corte di adepti che sembrano una setta: riesce però a fare grandi botti portando ospiti come Ionesco, Borges, Hrabal. Gente che quando nell’85 scatta l’inchiesta giudiziaria (fu accusato di tentata truffa e circonvenzione di incapace per una vicenda legata alla sua Fondazione, ndr) firmerà petizioni inorridite e solidalissime. Seguirà un lungo silenzio. Poi sempre insieme con la moglie nonché ex paziente ed ex allieva Cristina Frua De Angeli (famiglia borghese industriale lombarda) ricomincerà da capo, partendo dalla “sua” villa Borromeo di Senago trasformata in hotel, pubblicando libri, tenendo convegni. Cultura, affari da milioni di euro e un gruppo che si chiama “Secondo Rinascimento”» (Gian Luigi Paracchini) [Cds 8/6/2011].
• Nel giugno 2011 venne indagato per evasione fiscale (fatture false) e due delle sue dimore storiche furono messe sotto sequestro preventivo. Dopo tre settimane il tribunale del Riesame di Milano annullò i decreti di sequestro, in quanto non sussisteva l’accusa di evasione fiscale: «Un mare di fatture false per operazioni inesistenti, questo sì. Ma allo scopo di innalzare i volumi d’affari e rendere i bilanci più appetibili alle banche chiamate a erogare mutui e finanziamenti, non allo scopo di evadere il fisco in dimensioni industriali: quello che secondo la procura e la Guardia di finanza di Milano era un giro di 3 miliardi di euro di fatture false per operazioni inesistenti tra società riferibili alla galassia del controverso psicanalista imprenditore Armando Verdiglione (4 anni e 2 mesi nel 1986 per truffa, tentata estorsione e circonvenzione di incapace, più un patteggiamento a 1 anno e 4 mesi nel 1992) in realtà non avrebbe tolto al fisco né i contestati 165 milioni di euro né un solo centesimo, ma si sarebbe fiscalmente risolto in un gioco a somma zero. È su questa base che il tribunale del Riesame di Milano ha annullato quasi interamente i decreti con i quali il 7 giugno (2011) il gip Cristina Mannocci aveva concesso al pm Bruna Albertini il sequestro preventivo delle dimore storiche di Villa San Carlo Borromeo a Senago (edificio del Trecento, 10 ettari di parco, hotel 5 stelle) e di Villa Rasini Medolago a Limbiate, quali equivalenti del profitto di 165 milioni di euro che Verdiglione, la moglie Cristina De Angeli Frua e altre 24 persone erano accusate di aver ricavato dai reati di associazione a delinquere, evasione fiscale in relazione all’emissione di fatture false per operazioni inesistenti, e truffa allo Stato per conseguire erogazioni pubbliche» (Luigi Ferrarella) [Cds 29/06/2011].
• «Non è poi così diverso dalle ultime apparizioni pubbliche che risalgono a una ventina di anni fa. Salvo forse per l’ampia circonferenza del punto vita. Per il resto il corpo massiccio ben conservato, la testa voluminosa sovrastata da una capigliatura folta, il cui cachet nero mogano contrasta con il bianco del volto, rendono Armando Verdiglione una sorta di gran prelato. Dice di alzarsi tutte le mattine alle quattro. Una colazione frugale e poi il raccoglimento nel suo studio, collocato in un ampio e prestigioso appartamento nel cuore di Milano, proprio dietro alla Scala, dal quale sta per traslocare. E forse a quel trasloco non sono estranee le recenti vicissitudini giudiziarie – una grossa frode al fisco – di cui le cronache hanno ampiamente reso conto (…). A onor del vero la situazione giudiziaria si va chiarendo, dopo che la magistratura ha deciso di dissequestrare i suoi beni (tra cui la famosa villa San Carlo Borromeo). Ma la partita è tutt’altro che conclusa. Chi è Armando Verdiglione e perché, a dispetto del suo prolungato silenzio, egli continua a fare notizia? Non è facile parlargli. Normalmente si ripara dietro ai suoi collaboratori. Ma non è neanche facile sentirlo parlare: la lingua di Verdiglione è complicata, astrusa, oscura. O si è nel suo mondo o si resta esclusi dalla comprensione. (…) Il gran numero di libri che ha scritto – vagando dalla cifrematica (…) a Leonardo, dalla psicoanalisi come dissidenza al capitalismo intellettuale – ne fanno un raro e complicato intellettuale» (Antonio Gnoli) [Rep 14/7/2011].