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 1931  luglio 01 Mercoledì calendario

La nuova Stazione centrale di Milano

La Stampa, 1 luglio 1931

[…] Le fondazioni si abbarbicano per sei metri sotto il livello di Piazzale Doria, si sono scavati 85 mila metri cubi di terreno; si sono colati 35 mila metri cubi di calcestruzzo. Altri 90 mila metri cubi di calcestruzzo abbisognarono pel fabbricato; 18 mila di muratura in mattoni; due milioni e 200 mila chili di ferro occorsero pel cemento armato; altri 2 milioni di chili di ferro forgiato per le coperture dei lucernarii e 14 mila metri cubi di pietra decorativa, naturale ed artificiale, furono necessari per l’intera costruzione. E non teniamo ralcolc|dell’enorme quantità di legname che occorse per le armature, i casseri ecc.

La maestosa facciata prospetta il piazzale Doria e, in linea d’aria, si trova a cinquecento metri a ridosso della vecchia stazione; cosi, allorquando, quest’ultima, sarà abbattuta, la nuova, spazierà anche sulla verdissima visuale del Piazzale Fiume. In definitiva, minimo è lo spostamento. La fronte comprende 185 metri e con i due edifici laterali raggiunge i 214. L’avancorpo di centro è costituito da un attico, alto una trentina di metri e recante sulle estremità due gruppi scultorei con ippogrifi e figure femminili: nel mezzo è la leggenda: «Regnando Vittorio Emanuele III - Duce Benito Mussolini - nell’anno 1931 dell’Era di Cristo - IX dell’Era deiFasci». E due imponenti Fasci Littori campeggiano sulle colonne estreme, mentre ai lati sono i simbolidelle due città redente, Trento e Trieste. I simboli di altre, tra le più importanti città del Regno, sono sui capitelli delle lunghissime ali. La fronte e il padiglione reale sono presso che interamente rivestiti da enormi blocchi di pietra di Nabresina: taluno dei quali pesa dieci tonnellale. I rivestimenti interni sono in lastre lucidate di granito di Baveno, in travertino, in marmo di Carrara e in altri marmi colorati di bellissimi ed originali effetti policromi.

Lungo la facciata si aprono i portali della cosiddetta «galleria delle carrozze» che oggidì sarebbe più proprio chiamare «galleria delle automobili»; al centro, essa si allarga in forma rettangolare e si innalza sino a 40 metri sovrastando lo stesso attico esterno. La platea è Inter rotta a metà da un marciapiede di granito presso il quale si aprono le due gradinate, che scendono nel sottostante albergo diurno. L’ingresso dei veicoli e dei pedoni avverrà per i tre portali della parte centrale, larghi ciascuno nove metri ed alti sedici. Sotto il portale sinistro di fondo, entreranno le vetture pei viaggiatori in arrivo; per il portale di destra avranno ingresso quelle per le partenze. Oltre la galleria si spalanca il fastoso e vastissimo salone dei biglietti la cui cupola si eleva al di sopra di tutti gli edifici che compongono la nuova stazione: una specie di torre centrale si lancia verso il cielo a punta di diamante» e domina, si può dire, la città ed è. visibile da lontano. Pare un osservatorio astronomico che i riflessi colorano d’arcobaleno. Il salone dei biglietti è di un’ampiezza quattro volte superiore a quella dell’atrio della vecchia stazione; decorazioni scultoree sono ovunque e lungo i suoi 64 metri di fronte si allineano 34 sportelli incorniciati da marmo giallo d’lstria. Ai lati, sono disposte le sale per la consegna e la spedizione dei bagagli, mentre a destra ed a sinistra, si aprono gli scaloni dai quali scenderà la folla dei viaggiatori in arrivo. Quelli in partenza dovranno raggiungere la spettacolosa «galleria di testa » per altre due gradinate di 45 gradini l’una. Questa galleria si trova allo stesso livello del piano dei binari, cioè sopraelevata di metri 7,40 sul piano stradale. Questo innalzamento del piano delle rotaie ha consentito di creare due vere stazioni, l’una sottostante all’altra e comunicanti fra loro mediante due coppie di binari salienti in galleria e parecchi montavagoni. La superiore è quella pei viaggiatori: la sotterranea, serve per le merci a grande velocità, pei pacchi postali, pei treni degli emigranti, ecc.

Anche la Galleria di testa che domina le immense volte vetrate e ferree del piazzale dei binari, è monumentale: essa corre per 214 metri, è ricca di figurazioni scultoree, di affreschi che illustrano i punti più caratteristici delle maggiori città e lungh’essa si aprono gli splendidi ambienti di due ristoranti, altri per vari servizi (telefono, telegrafo, informazioni, ecc.) nonché i saloni di attesa per le tre classi, imponenti e modernissimi, con affreschi originali che mostrano di parecchie città, anche meno importanti, aspetti celebrati e singolari. La luce è diffusa da nove lucernari intelaiati di ferro e ricoperti da velari, che ammorbidiscono la luce del giorno. Pure la illuminazione elettrica di tutta la nuova stazione è delle più moderne: lampadari ciclopici da sale fantasmagoriche, dai quali la luce si espande per diffusori candidi. Lampadari simmetrici ed asimmetrici che s’avvicinano alle luci delle più recenti esposizioni.

Ma la grandiosità eccezionale della nuova stazione è data dal piazzale degli arrivi e delle partenze, dalle cinque tettoie che si allungano oltre la «galleria di testa». Viste da lontano, queste enormi caverne vetrate, impressionano. Ci si sente così piccini, in queste case da giganti, da sbalordire. Si direbbero, anche, favolose cattedrali di ferro. Sono arcate che pare si sostengano per prodigio. L’intrico dei binari irraggia, sotto, lucentezze di acciaio, e, sopra, pare che il cielo s’incurvi sino a sfiorarle. Mastodontiche bocche aperte sull’infinito. Occhiaie di fantasmi apocalittici. Ventidue binari si incrociano ed intersecano a perdita d’occhio. La navata centrale conta alla base una ampiezza di 72 metri ed una altezza di metri 35. Le due gallerie laterali hanno uno sviluppo minore: 42 metri alla base e 21 di altezza. Le altre due, ancora più modeste, misurano alla base metri 20 e 10 di altezza. La navata centrale può convogliare contemporaneamente otto treni; sei ognuna le laterali, e due le piccole. La costruzione, ne] suo assieme, per la stessa grandiosità della sua mole, si direbbe rigida e fissa: viceversa la massa di ferro si dilata e vanta la flessibilità necessaria alle continue influenze della temperatura, che a Milano può variare da un minimo di 15 sotto zero a un massimo di 50, sotto il sole, nel periodo canicolare. Sorprendente è il peso degli archi: quello che si appoggia al blocco della galleria di testa è di 100 tonnellate: di 115 il secondo; di 80 i mediani e di 130 l’ultimo di testata che fa da frontone.

In complesso, la nuova stazione occupa un’area di 420 mila metri quadrati. […] Molto si discute se sia la nuova stazione di Milano la più vasta di Europa. Come ampiezza, di poco, forse, è superata da quella di Dresda, ma come perfezione di servizi, modernità di impianti, ricchezza e monumentalità è Indiscutibilmente la migliore d’Europa.

Giuseppe Bevilacqua