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 2012  giugno 03 Domenica calendario

Biografia di Enrico Salza

• Torino 25 maggio 1937. Banchiere. Presidente di Banca Fideuram dal marzo 2012 (sostituì Salvatore Maccarone). Dal 2007 al 2010 presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo. Dal 2010 al 2012 nel cda del colosso dell’energia Iren. Nel 2008 è stato nominato cavaliere del Lavoro.
• «Torino ha una colpa: mi piace tutta. Non sono mai voluto andare via, anche quando avevo fabbriche in tutto il mondo. Perché ho sempre pensato che questo fosse il posto più bello dove cercare di realizzare i miei sogni» (a Niccolò Zancan) [Sta 28/11/2010].

• Cresciuto imprenditore alla Lavaggi Fiammiferi, ereditata dalla famiglia materna, iniziò la sua carriera nel mondo bancario nel 1985 come vicepresidente del San Paolo. «Sempre chiaro e deciso nel tenere le fila di migliaia di rapporti. Per nulla amante dei giri di parole. La dialettica prima di tutto: “Si deve discutere, altrimenti prevale l’appiattimento e non si ottengono buoni risultati”. Irruente ma non imprudente. Abile mediatore tra la politica e la società civile, “perché i politici, ama rispondere a chi lo vuole regista occulto della politica torinese, non possono fare tutto da soli, non sarebbe virtuoso”. Uomo di potere, certo. Ma da liberale, “mettendo da parte il tornaconto personale e sempre nell’interesse della collettività”. Con un solo rammarico, ripete negli ultimi tempi con una delle sue tante battute, “di non poter diventare liberale adesso, come fanno tutti, perché lo sono sempre stato”. Figlio di un direttore d’orchestra. Innovatore, fu uno dei promotori della Commissione Pirelli che nel caldo 68 modernizzò l’organizzazione della Confindustria e anche padre del Cerved, la banca dati delle Camere di Commercio Italiane. È stato vicepresidente e amministratore delegato del Sole-24 Ore dal 1971 all’89» (La Stampa).
• «Il suo peso c’è anche dietro la nascita di Torino Incontra, centro congressi le cui sale non a caso intitolate ai grandi nomi del côté liberale piemontese, da Giolitti a Sella a Cavour. E dietro l’operazione raddoppio del politecnico di Torino. Il politecnico è stato riconoscente e lo ha emancipato nel 1993 dal fastidioso titolo di geometra, conferendogli, con una laurea honoris causa in ingegneria gestionale. Nel 2000 l’ex geometra è stato insignito del titolo di “torinese dell’anno”» (Antonio Armano) [Rep 23/2/2004].
• Fu lui, nel 2007, a volere fortemente la costruzione del grattacielo Sanpaolo (progettato da Renzo Piano, dovrebbe essere ultimato a fine 2014), in corso Inghilterra a Torino. «È un’opera che garantisce Torino. Quest’opera assicura 2.200 posti di lavoro in più: è un grande investimento».

• Presidente di Sanpaolo Imi, fu artefice insieme a Giovanni Bazoli della fusione con Banca Intesa, avvenuta tra il 2006 e il 2007 (il 28 dicembre la firma, il 2 gennaio il debutto in Borsa). Il nuovo colosso del credito contava 5.500 sportelli in Italia e 1.400 in Europa, 13 milioni di clienti, 72 miliardi di euro di valore in Borsa. E il primo bilancio, sia pure virtuale perché riferito al 2006, parlava di oltre 4 miliardi di utile netto e 18,4 di ricavi. «Noi non siamo la semplice somma di due banche, per l’Italia siamo di più: siamo il primo datore di lavoro, con una massa dell’attivo che rappresenta il 40-50% del Pil, abbiamo dunque una responsabilità grandissima». La superbanca si diede anche una governance innovativa, alla tedesca: per la prima volta in Italia (seguiranno poi altri) un sistema dualistico con un consiglio di sorveglianza, guidato da Bazoli, e uno di gestione, affidato a Salza (sul problema della governance duale nelle banche vedi anche Cesare Geronzi).

• Nel 2008 Intesa Sanpaolo fu advisor per la privatizzazione di Alitalia: «Ci sono stati diversi tentativi di intervento, ora tocca a un grande gruppo bancario come il nostro che si è posto in diverse occasioni a fianco di aziende in crisi» (vedi anche Silvio Berlusconi).
• Venne sostituito alla guida del consiglio di gestione nell’aprile 2010. «Estromesso perché considerato da Angelo Benessia, all’epoca presidente della Compagnia di San Paolo (primo azionista della banca torinese, ndr), responsabile della perdita di potere di Torino dopo la fusione dell’estate 2006 con Banca Intesa. Una bocciatura che anche Sergio Chiamparino, allora sindaco, aveva condiviso» (Emilio Vettori) [Rep 13/3/2012].
• «Per quasi ventidue mesi la preoccupazione del vertice (della Compagnia, ndr) è stata una sola: sostituire Enrico Salza» (Bruno Manghi) [Lib 8/5/2010].
• Il ritorno nel Gruppo Intesa nel 2012, con la presidenza di Banca Fideuram «appoggiato da Giuseppe Guzzetti, dominus di Cariplo, che ha da sempre ritenuto ingiusta l’estromissione del banchiere torinese nel maggio del 2010. Si tratterebbe di una nomina benedetta anche dall’ex sindaco di Torino Sergio Chiamparino, presidente in pectore della Compagnia di San Paolo, che secondo indiscrezioni avrebbe dato il suo beneplacito in cambio dell’appoggio dello stesso Salza e della fine delle ostilità tra i due» [Stefania Aoi, Economiaweb 15-03-2012].
• «Da sempre vicino alle maggioranze comunali di Chiamparino e oggi di Piero Fassino» (Andrea Giambartolomei) [Fat 25/7/2014].
• «In Italia John Elkann ascolta ancora con piacere qualche “grande vecchio”: per esempio Enrico Salza, padre nobile del capitalismo torinese, rientra fra le sue periodiche e gradite consultazioni» (Sergio Luciano) [Pan 6/6/2013].
• «Perché dovrei lasciare quando ci sono tanti fessi tra i giovani Ne ho aiutati tanti a crescere, mi hanno deluso in tantissimi. Poca voglia di assumersi responsabilità, di giocare in squadra. Tutti pronti a guadagnare di più. Si è giovani fino a 90 anni. La giovinezza è uno stato d’animo. È credere nelle proprie idee» (nel 2008).
• «A lui sono legato da sincera e affettuosa amicizia» (Giovanni Bazoli).
• «Salza è un generoso che non si risparmia né a tavola né durante i consigli di amministrazione» (Valerio Zanone).
• «Per me è irragionevole parlare male delle persone, non lo farò mai. Preferisco aspettare in riva al fiume».
• A lui fu dedicata l’annata 2005 del Barolo.
• Sposato con Maria Novella Pagnacco, tre figlie: Elisabetta, Enrica, Emanuela. «Sono un presuntuoso... E sono convinto che le scelte fatte siano stata tutte corrette. Ecco, se c’è qualcosa di cui mi dispiaccio è di aver trascurato troppo la famiglia. Ma per fortuna mi hanno sopportato...» (a Niccolò Zancan).