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 2012  giugno 01 Venerdì calendario

Biografia di Ljuba Rizzoli

• (Maria Luisa Rosa) Sesto San Giovanni (Milano) 27 giugno 1935. Vedova dell’editore Andrea Rizzoli (1914-1983).
• «Una delle donne più belle e corteggiate, più ricche e chiacchierate. Una vita straordinaria, caratterizzata dal lusso sfrenato e da una mondanità spesso impudica, da errori e vizi, da amori clamorosi e memorabili imprese nei casinò e infine segnata da una tragedia non superabile, il suicidio della figlia, Isabella» (Cesare Lanza). «Sono condannata alla vita. A sopravvivere ai miei cari. Se non è questa la peggiore delle condanne» (a Januaria Piromallo) [Il Fatto, 4/7/2012].
• «Tutti pensano che Ljuba Rosa sia il mio nome. Non è così. Rosa è il mio cognome da ragazza. E Ljuba non è il mio vero nome. All’anagrafe sono registrata come Maria Luisa. Ma sono sempre stata Ljuba, per tutti: un bel nome russo, che piaceva molto a mia madre... Vivevamo a Milano: se penso all’infanzia e all’adolescenza, vedo una famiglia quasi normale. I Rosa erano una famiglia agiata, con un’impresa importante. Macchine e utensili meccanici: nessun problema economico. Ma mio padre era un uomo possessivo, geloso fino alla morbosità. Terribile».
• Rizzoli «era un uomo premuroso, severo. Mi educò. Non voleva che usassi profumi violenti, al ristorante pretendeva che mangiassi quello che avevo ordinato... Una figura paterna. E poi, come dicevo, la svolta. Nel 1963, mi accorgo che ero incinta: aspettavo Isabella. Uno choc! Ero convinta che fosse impossibile: i medici mi avevano detto che non potevo avere figli e invece, all’improvviso, ecco questa gioia immensa. Un altro segno del destino. Pensavo di non poter avere figli e arriva la sorpresa, la felicità. Ma non sapevo quanto dolore, poi, sarebbe stato legato, a Isabella».