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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Gad Lerner

• Beirut (Libano) 7 dicembre 1954. Giornalista. Conduttore di Fischia il vento (LaEffe tv, di cui siede anche nel cda) dal febbraio 2014. Ha condotto per dieci anni L’infedele (La7); per un breve periodo alla trasmissione Zeta e poi l’abbandono di La7 il 9 luglio 2013 («Sono stati 12 anni bellissimi, ma me ne vado. Non mi ci ritrovo più»). Scrive su Repubblica, Vanity Fair e Nigrizia, mensile dei missionari Comboniani. Ex direttore del Tg1 (giugno-ottobre 2000). Iniziò a Lotta continua, poi ha scritto per il Manifesto e l’espresso, La Stampa, condotto sulla Rai i programmi Passo falso, Profondo nord, Milano Italia, Pinocchio, ha scritto sul Corriere della Sera, condotto con Giuliano Ferrara Otto e mezzo. «Da Vespa vanno tutti, al mio Pinocchio facevo molta più fatica. Era una platea turbolenta, rischiosa. Poteva capitare persino che un politico della sinistra fosse investito dalle domande di un imprenditore del Nord-Est». Iscritto al Pd, per il quale è membro del Comitato promotore e della Commissione per l’etica dell’Assemblea costituente.
• «Non rinnega il suo passato da conduttore di talk show: “Per me il tempo per fare questo tipo di programmi è scaduto, è un genere che ho praticato a intermittenza per vent’anni e ne ho visto l’evoluzione e l’usura. L’anno scorso ho deciso di dire basta”. E Fischia il vento nasce anche dall’esigenza personale di Lerner di “tornare a girare il paese e andare a vedere dove accadono le cose”» [Iog 21/2/2014].
• «Io sono un ebreo fortunato, un italiano che ha vissuto da apolide per metà della sua vita, un ex militante di Lotta continua che non ha motivi di vergognarsi. Da sedicenne stavo in un movimento diverso, il gruppo Gramsci. Un ambiente molto interessante. C’erano intellettuali, economisti, filosofi. Ginnasio al Parini, liceo al Berchet. Una bocciatura. Un anno alle scuole serali dove ho conosciuto ragazzi molto diversi da me, come quell’operaio del Sud che mi mostrava con orgoglio le mutandine di pizzo che gli mandava la sua fidanzata. Le teneva sempre in tasca. Calabresi lo hanno ucciso nel 1972. Io sono entrato in Lotta continua nel 1973. Lotta continua mi ha dato più di quello che mi ha tolto. Ero imbranato con le ragazze, timido. Nella politica ho trovato il terreno sul quale farmi ascoltare. Se in televisione non mi turba una platea urlante, lo debbo alle assemblee».
• «Divoravo libri. Mi sollecitava la mia famiglia. Ero un bambino un po’ rachitico e molto emotivo. A pallone giocavo in porta. Ho alcune passioni nella narrativa, tra cui l’israeliano Yehoshua di cui attendo con ansia il Nobel. Seguo molto il dibattito sul revisionismo storico. Ammiro i registi e gli scrittori che sanno raggiungere tutti occupandosi di temi alti. Penso ai film di Spielberg che riporta nel Novecento l’esperienza divulgativa di altissimo livello che fu di Tolstoj nell’Ottocento» (ad Alain Elkann).
• Ha inventato, con Milano-Italia, il genere della serata inchiesta: scelto l’argomento, venivano invitate a far platea tutte le persone che, in un’inchiesta di quotidiano, sarebbero state intervistate.
• «Per una decina d’anni ho fatto il Pippobaudo dell’Ulivo, ho passato il microfono ai leader, li ho accompagnati nelle campagne elettorali sempre pagandomi l’aereo e l’albergo, rifiutando posti in Parlamento e incarichi importanti come il sindaco di Torino, perché io ho il senso del limite, so che non è il mio mestiere...» (a Monica Guerzoni).
• «Nonostante sia ebreo, Lerner ha in simpatia i cattolici, purché di sinistra. Già ammiratore del cardinale Martini, defunto presule di Milano, è legato oggi, per ragioni familiari, a don Virginio Colmegna (…)Anche politicamente, Gad è tutt’uno con i «cattolici adulti» a partire dall’inventore della locuzione, Romano Prodi» (Giancarlo Perna) [Gio 26/11/2012].
• Nel 2007 firmò una dichiarazione in cui si impegnava, con altri (tra cui Alessandro Profumo, Giorgio Gori, Giorgia Meloni), a non accettare una volta superati i 60 anni importanti cariche politiche o economiche, oppure a dimettersi per lasciare il posto ai giovani.
• «Un carattere spigoloso, che risulta un po’ antipatico a chi preferisce il buonismo imperante. Un passato da ribelle che non rinnega anche dopo aver attraversato le stanze del potere» (Claudio Sabelli Fioretti).
• «Che sia cattivo non credo sia una novità, credo sia la sua prevalente natura. Non ha affatto un buon rapporto col prossimo: gli ho telefonato un paio di volte per esprimergli solidarietà e lui mi ha riattaccato. Uno lo vede e dice: guarda che simpaticone, ci vado a cena? Ma no, assolutamente no» (Walter Veltroni intervistato da Daria Bignardi nella trasmissione Le invasioni barbariche).
• «Va volentieri in bicicletta come Prodi, si scopre ecologista come Milly Moratti, va a incontrare Afef alla Fiera dei fiori dei Giardini pubblici, alla Scala veste in black tie come i capitani d’industria, il pomeriggio ama discutere di politica e di Pd con il banchiere Alessandro Profumo e, se c’è, anche con la moglie del banchiere, Sabina Ratti, manager dell’Eni. Se passa da Roma cena da Carlo De Benedetti nell’attico di via Monserrato, si concede più di un bicchiere di vino in massima raffinatezza e, se capita, appende pure sul balcone di casa la bandiera della pace» (Salvatore Merlo) [Fog 28/12/2013].
• Proprietario di Cascina Bertana nel Monferrato. «Nel vino l’improvvisazione non porta lontano. Per presunzione e vanità dell’etichetta personale possono uscire autentiche schifezze. Io devo imparare molto, mia moglie Umberta è più brava. Vivere qui? Sono stato apolide per metà della mia vita, ho vissuto in città, sempre in affitto, e Cascina Bertana è la mia prima vera casa. La campagna regala stabilità, qui mettere radici è qualcosa di reale» [Sty 25/4/2013].
• «Lo trovo opportunista, vile, corrivo, obliquo, venato di una certa infamia da primo della classe e delatore del vicino di banco, ma anche intelligente, colto, curioso, vitale e simpaticissimo come capobranco dei suoi figli, compagnone, militante, marito, animale da chiacchiera e convivio» (Giuliano Ferrara).
• «Non ho mai pensato che il governo Monti fosse catalogabile come "governo tecnico", senza altri aggettivi. È un governo "politico". Non solo perché ogni governo è, naturalmente, politico (…) Ma soprattutto perché le ragioni che hanno portato al governo Monti e i tecnici sono "politiche". Legate alla fine di un ciclo durato quasi vent’anni: il Berlusconismo» [Rep 2/4/2012].
• Nel gennaio 2014 il leghista Gianluca Buonanno attaccò in Senato «quell’ebreo di Gad Lerner»; lui se la prese con i giornalisti che a suo avviso non avrebbero dovuto riportare la questione.
• Con Feltrinelli ha pubblicato l’autobiografia Scintille (2009). Il padre Moshè Lerner denunciò il figlio per diffamazione chiedendo anche un risarcimento. Autore da ultimo di Identità plurali (Aliberti, 2010).
• Sposato con Umberta, famiglia allargata con cinque figli (Giuseppe, Davide, Giacomo, Rebecca, Marta).
• “Gad” è una delle dodici tribù di Israele.
• Alle primarie del Pd (ottobre 2007) appoggiò Rosy Bindi, nel 2009 Dario Franceschini.
• Interista.