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 1998  febbraio 25 Mercoledì calendario

Madonna, pesto e limousine

la Repubblica, 25 febbraio 1998

E venne il giorno di Madonna, della diva assoluta. E da diva si comporta fin dal suo arrivo, degno di un capo di stato: quattro limousine e una scorta di poliziotti in auto e in motocicletta l’hanno attesa all’aeroporto di Nizza, dove è atterrata con un jet privato alle 16 e 30. Non c’era una folla oceanica, solo una trentina di persone anche se abbastanza calorose, ed un pugno di fotografi pronti a carpire qualche immagine di lei e di sua figlia, la piccola Lourdes. La diva, però, è arrivata senza prole (nonostante avesse chiesto un accredito anche per la tata della piccolina), ma con aria sorridente, coperta come vuole la regola da occhiali scuri e da un cappello, volato via con il vento, mentre scendeva la scaletta dell’aereo, in una perfetta scenografia hollywoodiana. Più numerosi i fan in attesa davanti al teatro Ariston, circa duecento, e decisamente più agguerriti dei loro colleghi francesi, pronti a tentare l’assalto alle auto che hanno portato la star a un’entrata secondaria del teatro, trattenuti dai cordoni della security. Chiamarli fan, oltretutto, è una franca esagerazione: sono soprattutto curiosi, molti dei quali di mezza età, che vogliono provare il brivido di vederla per qualche istante dal vivo, ma che, confessano, non nutrono una particolare passione per la sua musica. Tre anni fa, quando Madonna arrivò per la prima volta a Sanremo, la situazione era ben diversa, e le molte ragazze che in lei vedevano un idolo da imitare oggi sono cresciute e pensano ad altro, mentre le giovanissime sono catturate dalle Spice Girls, più adatte alle adolescenti. Lei, comunque, non si è concessa molto nella sua breve permanenza sanremese: le prove dell’esibizione serale come l’intervista che ha realizzato per Domenica In con Fabrizio Frizzi, erano a porte chiuse. «Sono venuta a Sanremo tre anni fa», ha detto la cantante nell’intervista, «ho cantato e sono subito andata via». Perché non si ferma di più? Ha chiesto Frizzi. «Non ho molto tempo per riposarmi, anche se ora dovrei farlo più spesso per dedicarmi di più a mia figlia Maria Lourdes». Madonna ha parlato anche del suo nuovo film, Chicago: «È un altro musical, la storia vera di due donne che negli anni Venti hanno ucciso i loro amanti e sono diventate delle beniamine della gente». Ma le notizie sui suoi capricci sono trapelate comunque: difficoltà nel reperire dei bollitori per le sue tisane, o nell’allestire la scelta corretta della frutta da tenere in camerino. Le difficoltà maggiori sono arrivate quando Madonna è salita sul palco per le prove, attorno alle 18.30: precisa ed attenta come vuole la leggenda che l’accompagna, è salita in scena (fasciata da un vestito nero e lungo e con una parrucca di lunghi capelli biondi) per controllare tutto personalmente, le luci, la disposizione del palco, aiutata dalla fedelissima assistente Liz Rosenberg. Ed ha puntato i piedi, minacciando di lasciare la sala, se non venivano installati dei ventilatori per garantire un leggero venticello, atto a far muovere capelli ed abito durante l’esibizione. I ventilatori sono stati trovati. Poi Madonna è tornata nel suo camerino, dove è rimasta fino all’ora dello spettacolo, seguita soltanto dall’assistente e dai discografici. Per non dover uscire di nuovo, e mettere in movimento ancora le limousine, la scorta, i fotografi e i pochi seguaci, Madonna ha cenato in camerino. Il menu? Pasta al pesto, vino locale bianco e rosso e, fuori programma, come antipasto, una minestra di verdure, ordinata all’ultimo minuto. Dolci, molti cioccolatini e caramelle, divani morbidi e spaziosi, pochi fiori: il camerino non ha richiesto un lavoro extra all’organizzazione del festival, anche perché Madonna ha calibrato le sue ore in Italia in maniera scientifica, per restare il meno possibile e tornare in Francia dalla figlia. Subito dopo la performance il corteo si è rimesso in moto per Nizza, dove l’aereo privato è ripartito.

Ernesto Assante