15 settembre 1996
La Lega Nord manifesta per l’indipendenza della Padania
Manifestazioni della Lega Nord per l’«indipendenza della Padania». Umberto Bossi ha lanciato la sfida. «Lo Stato italiano non è democratico». E ha riconosciuto: «La nazione padana sa bene che stiamo compiendo un atto illecito rispetto alla Costituzione vigente. Noi confidiamo nella coscienza del popolo e nel Diritto internazionale, che riconosce il diritto all’autodeterminazione». All’ora del tramonto si è celebrato l’atto primo e ufficiale di una nuova Lega. Una Lega con un cuore indipendentista e secessionista che ha eletto a simbolo della sua storia e della sua diversità i tormenti e la lunaticità , «la forza e la trasparenza» del Po. Il grande fiume che scorre e purifica, che da’ vita, ma che divide. In nome della «Padania» il mito geopolitico che allarga il Nord all’Umbria e alle Marche, che manda però alla deriva il Mezzogiorno e che Umberto Bossi ha saputo costruire piano piano nella campagna d’estate. Ha preso forma e corpo il movimento separatista più forte d’Europa. Non c’è più la Lega federalista, infiacchita dalle mediazioni romane con Silvio Berlusconi prima e con Massimo D’Alema poi. È un movimento diverso. Organizzato, galvanizzato dal successo elettorale di primavera e adesso mobilitato. Senza alleati. Unito e raccolto attorno all’irruenza e all’abilità del leader. A Venezia la chiusura della manifestazione. L’ampolla con l’acqua delle sorgenti del Po è stata portata di staffetta in staffeta dalle mani di volenterosi maratoneti fino a Venezia e una bimba bionda ha compiuto il simbolico gesto finale di versare l’acqua in mare. A Chioggia, e in altre sette postazioni sul Po, la nascita della Padania è stata seguita su monitor: le immagini arrivavano attraverso una linea telefonica digitale Isdn e i militanti hanno potuto vivere in diretta l’evento. Quando Bossi ha cominciato a scandire la proclamazione d’indipendenza, tutti si sono alzati in piedi con la mano sul cuore.