31 gennaio 1921
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Giacomo Matteotti denuncia le violenze fasciste
• Per la prima volta alla Camera l’onorevole Matteotti pronuncia un duro attacco contro le violenze fasciste. Prima riconosce che il Psi non teme la violenza in sé («Siamo un partito (...) che prevede necessariamente la violenza, sa che, ledendo un’infinità di interessi, avrà delle reazioni più o meno violente, e non se ne duole»); poi ammette che anche dalla sua parte ci sono stati episodi violenti («può essere avvenuto che la teorizzazione della violenza rivoluzionaria, che mira a sopprimere lo Stato borghese, e a sostituire lo Stato socialista, possa avere indotto taluni nell’errore di azioni episodiche di violenza»; e conclude con l’attacco al Partito fascista: «Oggi in Italia esiste un’organizzazione pubblicamente riconosciuta e nota nei suoi aderenti, nei suoi capi, nella sua composizione e nelle sue sedi, di bande armate, le quali dichiarano (hanno questo coraggio che io volentieri riconosco) dichiarano apertamente che si prefiggono atti di violenza, atti di rappresaglia, minacce, violenze, incendi, e li eseguono non appena avvenga o si pretesti che avvenga alcun fatto commesso dai lavoratori a danno dei padroni o della classe borghese. È una perfetta organizzazione della giustizia privata; ciò è incontrovertibile». Accusa il presidente Giolitti, che lo interrompe seccamente, di essere «complice di tutti questi fatti di violenza».