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 2008  ottobre 27 Lunedì calendario

Borse a picco

• Le Borse hanno ricominciato a precipitare e la spiegazione è evidentemente una sola: gli operatori di tutto il mondo non credono sufficienti le misure prese dai governi e si aspettano ancora qualche crac colossale. In genere le Borse scontano in anticipo gli eventi: paradossalmente potremmo cominciare a vedere la risalita proprio nel momento in cui certe aziende gigantesche o certi paesi superindebitati saranno finiti finanziariamente in macerie. Il Nobel Roubini sostiene che «potrebbe essere necessario chiudere i mercati per qualche settimana». A Wall Street venerdì scorso, vedendo crollare le quotazioni dei futures, ci hanno pensato seriamente. Gli asiatici si sono intanto dotati di un fondo da 80 miliardi per affrontare le emergenze, misura che da noi ha caldeggiato Berlusconi trovando ben disposto Sarkozy e contraria la Merkel. Gli esperti sostengono tuttavia che 80 miliardi sono pochi a fronte delle tempeste in arrivo. Ci sono anche nove Paesi a rischio default, e tra questi la stessa Russia, colpita oltre tutto dal crollo del prezzo del petrolio (sotto i 60 dollari lunedì scorso). I titoli alla Borsa di Mosca sono talmente andati giù che lì la chiusura per uno o più giorni è già stata sperimentata parecchie volte. Per sostenere le banche Putin ha impegnato il 15% del Pil (è come se da noi si fossero messi sul tavolo 200 miliardi di euro), per sostenere il rublo ha dovuto bruciare 15 miliardi di riserve. Gli altri paesi molto seriamente nei guai sono Argentina, Bielorussia, Corea del Sud, Islanda, Kazakhstan, Pakistan, Ucraina e Ungheria. L’Islanda ha ottenuto due miliardi in prestito dal Fondo Monetario Internazionale che ha però, a questo punto, la fila di questuanti fuori dalla porta. [Giorgio Dell’Arti]