luglio 1914
È guerra
A Vienna, ai funerali dell’arciduca Francesco Ferdinando e di sua moglie centinaia di austriaci invocano l’attacco contro la Serbia. Il 23 il governo austro-ungarico consegna a Belgrado il suo ultimatum: nel documento, pieno di frasi oltraggiose sugli slavi, chiede al governo di rinunciare pubblicamente alle pretese sulla Bosnia e pretende il diritto di inviare truppe austriache in città. Concede due giorni per rispondere. Il 28 Vienna dichiara guerra alla Serbia. La Germania mobilita le sue truppe e invita la Russia e la Francia a non intervenire. Il governo italiano sceglie la neutralità. Salandra è convinto di potere strappare Trieste e il Trentino in cambio della copertura sul fronte serbo. Un gruppo di giovani italiani repubblicani fonda la Legione garibaldina, che va a combattere gli Imperi centrali a titolo volontario. All’inizio del mese è morto Alberto Pollio, il capo di Stato Maggiore, in circostanze poco chiare (ufficialmente è un infarto) in un albergo di Torino. Aveva simpatie austriache. Al suo posto il generale Luigi Cadorna. Il governo abbandona il tasso di cambio tra lira e sterlina. Battendo la Lazio 7 a 1 in casa e 2 a 0 in trasferta il Casale vince il campionato. A Parigi, il leader socialista Jean Jaurès viene ucciso a colpi di rivoltella da un giovane clericale. Al processo contro Henriette Caillaux, che ha sparato e ucciso il direttore del Figaro, Calmette, il giudice assolve la donna perché avrebbe sparato per legittima difesa.