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 1965  giugno 24 Giovedì calendario

Le ragazzine che ingoiano foto

Quando sul palco arrivano i Beatles, giacche attillate scure, camicie bianche coi collettoni, chitarre che luccicano al sole, dalla massa degli spettatori sale un urlo. Paul MacCartney, idolo delle tredicenni, dice «ciao» al microfono e questo fa impazzire di gioia le gradinate. «Strillano le ragazzine, dimenandosi come ossessi. Tutti in piedi sulle sedie. È un crescendo che mette i brividi. La polizia fa cordone, accorre dove può, calma, minaccia, picchia.



Tre ragazzine fanno a pezzi una fotografia dei ragazzi di Liverpool, ne ingoiano i frammenti. Una, lassù, è colpita dalla tarantola. Si grida, si balla e si grida. L’eccitazione sale e diventa follia collettiva: ammaccatura, bailamme, stordimento, convulsioni. Un gruppo di giovani si strappa la camicia di dosso. Una biondina si rotola su se stessa. Tutti scuotono la testa, agitano fazzoletti, battono le mani (...). La sera il fanatismo ha toccato vertici indescrivibili. Le più giovani hanno invocato il nome di Paul, il bellino. Una, in maglietta nera, è stata portata via perché in preda a crisi isterica. Moltissimi ragazzi si sono svestiti delle magliette per adoperarle a mulinello in segno di saluto agli idoli». [Madeo, Cds 25/6/1965]



«Per trentacinque minuti, quanto è durata l’esibizione, un fragore assordante, disumano, ininterrotto, ha coperto le voci e gli strumenti del quartetto, nonostante le decine e decine di amplificatori sparsi dappertutto. Tutti hanno visto i Beatles, nessuno li ha uditi. (... ) In mezzo a tanto fragore, i più composti erano proprio i Beatles. Imperterrito, uno di loro annunciava in italiano il prossimo pezzo e subito tutti insieme attaccavano qualcosa che probabilmente era una canzone magari anche bella, ma che le invocazioni a Ringo, o a Paul o a John, delle ragazze con il volto rigato di lacrime e le urla e gli applausi ritmati dei loro coetanei impedivano di seguire.