Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 1960  gennaio 22 Venerdì calendario

Gonne e capelli corti

Nel pomeriggio, con la sfilata delle ultime due Case, entrambe di Milano, si è conclusa a Firenze la XIX Rassegna di alta moda. «L’indirizzo comune a tutte le Case creatrici s’è rivelato per una figura femminile decisamente svelta e slanciata: cioè con la vita al suo posto, o appena abbassata, spalle naturali o leggermente “importanti” (questa “importanza” delle spalle attribuisce alla donna un “portamento”), gonna in prevalenza corta. Quanto ai tessuti, la moda è orientata verso quelli morbidi e leggeri: nelle sete lo shantung, nelle lane il mohair e i tweeds. Tinte vivaci, dal verde smeraldo al rosso fuoc sebbene siano ammesse anche le tonalità più moderate. I cappelli rappresenteranno per la primavera e l’estate una legge; e saranno cappelli ampi, sia come tesa sia come cupola. (...)
Silvana Mangano al taglio dei capelli per il film Jovanka e le altre (Archivio Farabola))Le acconciature dovranno essere vaporose e appariscenti. Ciò sembra in contrasto con quanto abbiamo avuto modo di osservare proprio nel corso di questa sfilata e che si può dire il “fenomeno dei capelli alla Jovanka”: cioè capelli a un centimetro e mezzo, come si vedranno nelle protagoniste del film Jovanka e le altre. (...) Quanto poi all’aspetto economico, a giudizio di tutti quanti hanno seguito, sotto questo preciso profilo, il succedersi delle presentazioni stagionali fiorentine, l’edizione di quest’anno è stata, senza dubbio, una delle più brillanti del primo decennio. (...) Rimettiamoci a qualche cifra. Le duecento Case compratrici, provenienti dai più diversi Paesi, hanno dovuto depositare nelle banche cittadine, per assistere alla sfilata, un totale di sessanta milioni (trecentomila lire a testa). Il controvalore di questi sessanta milioni era costituito da buoni-acquisto da impiegare presso le varie Case d’alta moda e di boutique. Raramente il ritmo di consumo dei buoni-acquisto è stato così rapido e deciso come quest’ann e qui è il segno vero del successo economico raggiunto dalla rassegna, perché è chiaro che, tanto più sollecito è il consumo dei buoni, tanto più i compratori acquistano con valuta propria al di là del minimo imposto dalle trecentomila lire (...)». [Enzo Grazzini, Cds 23/1/1960]