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 2017  gennaio 08 Domenica calendario

DI VAIO: «DA LASSU’ PASCUTTI CI DARA’ UNA MANO»

«Oggi vorrei che fosse... San Ezio». Pausa. «San Ezio Pascutti». Perché quel 26 febbraio 2011, a Bologna fu... San Marco. Marco Di Vaio. Stadio Olimpico, Juve-Bologna 0-2, doppietta dell’attuale club manager rossoblu, «e quando tornammo in città trovammo 2.000 persone all’aeroporto», dice l’ex attaccante. Fu la notte dei miracoli. «Bellissima».
Di Vaio, notte ripetibile?
«Davvero vorrei che l’8 gennaio diventasse San Ezio. Sarebbe bello e diverrebbe un modo diverso e stupendo di celebrare l’addio a un grande campione con una vittoria a Torino che manca da quel 2011. Pascutti (scomparso il 4 gennaio, ndr) è leggenda, un simbolo della voglia di vestire una maglia e portarla in alto. A chi assomigliava? Ho visto molti filmati suoi: un fenomeno dell’area. Avendo io giocato con Crespo e Trezeguet, ecco, Ezio è stato di quella pasta lì anni e anni prima».
Sei anni fa, l’ultima vittoria. Rewind, prego.
«Arrivavamo da un periodo societario tribolato e quella vittoria fu l’uscita roboante proprio da quel periodo buio, un lasso di tempo in cui tutti ci compattammo, noi in campo con Malesani e con la città. Quei palloni della doppietta? Me li diedero Mutarelli e Meggiorini. Momenti splendidi».
In quel 2011 lo stadio era l’Olimpico e oggi è lo Stadium, teatro in cui la Juve cerca il record di vittorie di fila, 26, iniziato proprio contro il Bologna il 4 ottobre 2015.
«Mi piacerebbe poter dire una cosa: che questo record non s’ha da fare, ma so che lì dentro la Juve ha ancor più fame di sempre, perché è così che sono: perennemente affamati».
Cosa dà in più uno stadio di proprietà?
«E’ quello che vogliamo fare noi grazie alla serietà, alla serenità e alla programmazione che ci permette Saputo. Al momento abbiamo acquistato il Centro tecnico di Casteldebole, ed è un primo mattoncino per poi progredire, crescere, fino ad arrivare dove questo club merita e con un suo Dall’Ara. Lo stadio proprio ti dà dai 5 agli 8 punti in più, frutto di una forza inalienabile: il senso di appartenenza di tutti coloro che in quel momento lo vivono. Lo Stadium fa questo effetto».

E quale può essere l’effetto-Bologna?

«Che quantomeno proveremo a bloccare quel record: veniamo da una settimana in Sicilia, Donadoni ha avuto l’opportunità di fare doppi allenamenti e lavori specifici, e mettere benzina per un nuovo anno che dovrà essere dell’impennata. Purtroppo abbiamo perso qualche punto di troppo nei minuti finali, ma siamo una squadra giovane, in embrione. Serve tempo, i prospetti sono notevoli. Dobbiamo arrivare al più presto a 40, ma se avessimo quei punti in più forse parleremmo di un altro campionato».

La Juve fa un campionato a sé oppure no?

«E’ la favorita per lo scudetto, ma devo dire che a me piacciono molto di più la Roma e soprattutto il Napoli che gioca un gran bel calcio».

Allegri pensa che col tempo si arriverà al tridente Higuain-Dybala-Mandzukic. Si può?

«Nella Juve in cui giocavo io il tridente era Nedved-Del Piero-Trezeguet, più Camoranesi: considerando che sono tutti e tre attaccanti che vedono la porta ma Dybala e Mandzukic sanno sacrificarsi, ecco, secondo me l’approdo più giusto sarà proprio quello».

L’HD è la coppia più bella del campionato?

«Mi piacciono molto, sì. Dybala e il Real? Dipende dalle sue ambizioni, ma la Juve è la migliore in Italia, ha tutto per diventarlo in Europa e quindi Paulo dovrebbe capire che non è esattamente in un brutto posto».

A proposito di mercato: Masina alla Juve piace un bel po’.

«Questo gli deve far piacere ma dargli ancor più senso di responsabilità».

Torniamo a oggi: cosa serve per far sì che il Bologna torni a vincere a casa Juve?

«Mostrare le potenzialità, che ci sono, da Destro in poi». Un colpo d’area. Alla... San Ezio.