Giulio Benedetti, Corriere della Sera 17/9/1996, 17 settembre 1996
ROMA – ECCO L’UNICA SCUOLA D’ITALIA CHE ACCANTO ALLA PRESIDENZA HA UNA CAMERA DA LETTO– Corriere della Sera, martedì 17 settembre Visitiamo la presidenza con camera da letto
ROMA – ECCO L’UNICA SCUOLA D’ITALIA CHE ACCANTO ALLA PRESIDENZA HA UNA CAMERA DA LETTO– Corriere della Sera, martedì 17 settembre Visitiamo la presidenza con camera da letto. Forse l’unica in Italia. La porta si apre dietro la scrivania della titolare. La professoressa Giulia Leone, rimossa dall’Alberghiero di via Tor Carbone la scorsa primavera sotto il peso di sospetti che vanno dalle molestie sessuali alla gestione allegra del bilancio, una piccolezza, appena otto miliardi. È “l’alcova” dove la bidella Cinzia M., diploma di maestra ed ex presidente del consiglio d’istituto, avrebbe subito le attenzioni particolari della “capa”. In body. I body, disposti sul letto, uno nero e uno bianco. Sulla coperta, come in una vetrina, qualcuno ha messo in fila venti scatole di mutande da uomo, quinta misura, un “pappagallo”, nel senso dell’articolo sanitario, scarpe, abiti, candele, un frigo con avanzi di salmone, un fornelletto. Le sorprese arrivano a getto continuo, come nella sceneggiatura di un film. Non per nulla siamo nell’ex villa di Roberto Rossellini e di Ingrid Bergman. Il segretario amministrativo, Giacomo Miraglia, che insieme ad altri è stato determinante per l’invio dell’ispettore, attraversa infuriato il piano degli uffici minacciando ad alta voce di andare subito dai carabinieri. Ha saputo che un’ex allieva vuole infangare il suo nome: «Io baciare quella lì? Ma se nel mio ufficio si entrava solo con due testimoni!». Sonia, ventanni, ex alunna, 1’accusatrice, ha anche dichiarato di essere stata ospitata, in un momento difficile della sua esistenza, dalla preside. «Dormivamo nello stesso letto eppure non mi ha neppure sfiorata». Poco dopo la centralinista trafelata interrompe una riunione tra impiegati, genitori e docenti. «È arrivata un’altra telefonata minatoria, hanno detto che se Cinzia non ritira la denuncia, la famiglia...». Tutti hanno subito minacce per telefono: la vicepreside il presidente del consiglio d’istituto. Al segretario hanno danneggiato anche l’auto. Nella lista dei minacciati c’è anche l’ex rappresentante dei ragazzi. È successo dopo che ha contestato la correttezza della gara per le divise, che ora i genitori si rifiutano di pagare. Di esposti firmati ce ne sono più d’uno. Un’impiegata dell’amministrazione ne mostra un paio dove dà conto di due illeciti ai quali, gioco forza, avrebbe dovuto prestarsi: racconta di essere stata costretta a simulare una gara tra tour operator per la gita scolastica avvenuta quando lei non era ancora stata assunta dall’Alberghiero. Un anno dopo la gita, spiega l’impiegata, utilizzando carta intestata in bianco e protocolli retrodatati, è stata costretta a mettere una “toppa” su un piccolo illecito: la ditta sarebbe stata prescelta al di fuori di criteri di convenienza. Lo stesso sistema, quello della retrodatazione, sarebbe stato usato per la gara dell’impianto telefonico. Il segretario amministrativo racconta di aver cominciato a sospettare quando ha capito che lo volevano tener fuori dalla gestione del magazzino alimentare, una voce del bilancio sui 400-500 milioni. Racconta: «Lo gestiva, indebitamente per la qualifica, un uomo di “fiducia” della preside. Era lui a scaricare e caricare la merce e a distribuirla per le esercitazioni. Guardi questi tabulati – continua – arance scadenti in piena stagione a 6 mila lire il chilo, surgelati a 85 mila lire, funghi porcini a 40 mila, aragoste congelate a 140 mila lire, salmone a 140 mila lire, filetto di vitella a 34 mila lire, Fontana Candida da un litro a 9.500 lire». Tra i minacciati c’è anche Giorgio Geracitano, ex allievo, diventato poi direttore della succursale di Anzio. Ha firmato la sua brava denuncia e non ha peli sulla lingua: «Qui la chiamavano – dice – dieci per cento». «Prima una classe faceva le esercitazioni con un numero di coperti corrispondente agli studenti. Un po’ alla volta si è arrivati a sei coperti. Ma la spesa è rimasta più o meno la stessa, con delle maggiorazioni dei prezzi delle derrate dal 200 al 500 per cento. Un esempio? I pomodori a 30 mila lire». Giulio Benedetti