Marco Travaglio, il Fatto Quotidiano 8/3/2015, 8 marzo 2015
UNA SPLENDIDA CINQUANTENNE
L’autostrada (si fa per dire) A3 Salerno-Reggio Calabria, chiusa nei giorni scorsi dopo gli ultimi crolli e la morte di un operaio rumeno isolando mezza Calabria, ha compiuto 50 anni l’anno scorso, insieme a Monica Bellucci, Sabrina Ferilli, Isabella Ferrari, Michelle Obama e qualcun altro. Iniziata nel 1964, fu completata nel 1974, al ritmo di 40 chilometri all’anno e al costo di 5,6 milioni di euro di oggi al chilometro (contro i 4 che erano bastati per l’Autosole). All’inaugurazione si scoprì che, più che un’autostrada, era una statale di 443 km (altri la definirono “il corpo di reato più lungo d’Italia”): sia per le uscite ogni 9, sia per le due corsie per ciascun senso di marcia, per giunta molto strette e senza quella di emergenza. Così, come raccontano Stella e Rizzo ne La Deriva, “poco più di un decennio dopo l’inaugurazione, il governo Craxi doveva già stanziare mille miliardi di lire per sistemare un mucchio di opere incompiute e correggere errori progettuali. Era solo l’inizio di un tormentone infinito”. Da allora di anni ne sono trascorsi altri 30, si sono susseguiti i governi Fanfani, Goria, De Mita, Andreotti, Amato, Ciampi, Berlusconi, Dini, Prodi-1, D’Alema, Amato, Berlusconi-2, Prodi-2, Berlusconi-3, Monti, Letta e Renzi. E i cantieri sono sempre aperti, o chiusi per camorra (primo tratto) o per ‘ndrangheta (secondo tratto) o per tangenti ai politici (tutti i tratti) o per fallimento delle imprese, che poi è la stessa cosa. Con incidenti da record, d’auto e sul lavoro. Con le macchine che, quando riescono a correre e non sono bloccate negli ingorghi, fanno lo slalom fra i birilli.
Eppure non c’è ministro delle Infrastrutture, dal 1985 a oggi, che non abbia annunciato il completamento dell’A3 “fra un anno”, al massimo “fra due”. Nel 1997 i ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paolo Costa e Claudio Burlando, promettevano giulivi la fine dei lavori “nel 2003”. Buonanotte. Nel 2001 arrivò Pietro Lunardi, l’uomo del fare: “L’autostrada sarà pronta nel 2004-2005”. Nel 2002 aveva già cambiato idea: “Per i lavori ancora in fase di progettazione o affidamento il completamento previsto entro il 2006”. Nel 2005, quando doveva mancare davvero poco, sparò: “I lavori saranno conclusi nel 2009”. Balle. Ma ecco Monti, col superministro Corrado Passera, altro uomo del fare. Ma soprattutto del dire: “Metto la faccia in tanti posti, la metto anche qui. Dobbiamo assicurarci che entro la fine del 2013 tutti i cantieri della Salerno-Reggio siano completati. Il governo segue i lavori mese per mese perché questo accada” (2012). Certo, come no.
Intanto il conto dei costi saliva: almeno quanto la saliva dei giornalisti al seguito, sempre pronti a rilanciare le balle dei ministri. Non è il caso di Stella e Rizzo: “Nel 1987 la Salerno-Reggio poteva essere sistemata con 983 milioni di euro. Dieci anni più tardi la cifra si era già impennata a 4 miliardi. All’inizio del Terzo Millennio, mentre la Fillea Cgil denunciava che di quel passo i lavori sarebbero finiti nel 2040, stavamo a quasi 7. E su, su, su fino alla stima attuale: 9 miliardi. Cioè 52 euro per ogni cittadino. Fate i conti: 20 milioni abbondanti a km. Vale a dire che per sistemare l’autostrada si spenderà quasi quattro volte di più che per costruirla”. Il tutto per produrre, quando e se mai sarà finita, una ciofeca: “Dei 443 km, solo i primi 53 saranno a tre corsie più quella d’emergenza. Gli altri 390 rimarranno a due corsie, come oggi. Nonostante sia percorsa da tremila tir al giorno”.
Ora c’è Renzi, che naturalmente non ha colpe in questo mezzo secolo di vergogna. E, siccome è anche furbo, non azzarda nuove date di scadenza. Si limita ad annunciare fantomatici “sblocca-Italia” che sbloccano solo cemento inutile, invece di bloccarlo e di completare le opere utili. Oltre all’A3, ci sarebbe fra l’altro la Metropolitana C di Roma, iniziata nel 2007 e ancora ridotta a un gruviera pieno di buchi, immortalato da una memorabile scritta anonima: “Ma la state scavando o la state cercando?” Molto meglio delle battute del premier sulla Salerno-Reggio: “È costata più della sonda spaziale Curiosity, ma c’è una differenza: la sonda è andata nello Spazio invece la Salerno-Reggio no... La sonda l’ha creata la Nasa e l’autostrada l’Anas, che è tutt’altra cosa”.
Infatti all’Anas c’è il solito Pietro Ciucci, il terzo bronzo di Riace ma un po’ meno bello degli altri due, che ancora l’anno scorso osò dire restando serio: “La nuova Salerno-Reggio non è l’autostrada della vergogna, ma è il più grande progetto economico-finanziario infrastrutturale italiano e costituisce un motivo di vanto e di orgoglio per il nostro Paese”. L’ambulanza della neurodeliri tentò di raggiungerlo fra un cantiere e l’altro dell’autostrada, ma non arrivò mai a destinazione: la stanno ancora cercando.
Marco Travaglio, il Fatto Quotidiano 8/3/2015