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 2015  marzo 08 Domenica calendario

IL LATINO E IL GRECO PER CAPIRE IL PRESENTE

Sono una grecista, docente universitaria (ora in pensione). L’articolo di Maurizio Bettini mi ha allo stesso tempo rallegrata e rattristata. Rallegrata perché finalmente qualcuno dice che bisogna cambiare il modo di verificare le competenze degli studenti alla fine degli studi di latino e greco. Rattristata perché si è perso tempo. Intanto il liceo classico è arrivato al minimo storico di iscritti. L’insegnamento attuale di latino e greco a tutto è diretto fuorché all’apprendimento di quelle civiltà, che ci portano a comprendere il nostro presente. A che scopo si insegna il latino a scuola? Perché è una lingua logica che aiuta il ragionamento, ma raramente ci si dà pena di illustrarne l’evoluzione e il rapporto con altre discipline. Lo stesso avviene col greco: si vuole insegnare l’abilità nella traduzione, senza curarsi del contenuto. Si continua la stanca ripetizione di un meccanismo superato. Bisognerebbe rivedere il sistema di insegnamento delle due discipline. Non sarebbe meglio sorvolare sull’aspetto tecnico-linguistico e dare più spazio all’aspetto culturale, importante per tutti? Chi vuole diventare latinista o grecista può imparare dopo il liceo, mentre gravissimo mi sembra disperdere la conoscenza della cultura legata alla nostra tradizione.
Alina Veneri
aliasalis@libero.it
la Repubblica 8/3/2015