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 2015  marzo 08 Domenica calendario

LA CARRIERA SPREGIUDICATA DEL BROKER THAILANDESE

Circolava una battuta, negli ambienti vicini al Milan, quando poco meno di un mese fa si nominava la figura di Bee Taechaubol: «Mister Bee? Non riuscirebbe nemmeno a pagare gli stipendi...». Non si trattava ovviamente di irriverenza in termini personali, ma un modo per far capire con chiarezza che ufficiosamente l’interlocutore non era ritenuto all’altezza del Milan. E poi era arrivata quella doppia smentita di Fininvest — stavolta in forma ufficiale —, che veniva dipinta come «molto indicativa» vista la brevissima distanza tra una e l’altra. Eppure nel mondo degli affari spesso le smentite celano quantomeno un fondo di verità. Diventano parte dell’iter, quasi una prassi. Tanto che, a un certo punto, ne aveva fatta una anche Mr. Bee in persona: «Vorrei chiarire informazioni errate o fuorvianti apparse sui media italiani, ribadendo di non aver mai rilasciato interviste a giornali del mio Paese». Il riferimento era a una presunta intervista pubblicata dal Bangkok Post , in cui si dichiarava pronto a chiudere col Milan entro febbraio. Poi, però, Taechaubol aveva anche dichiarato: «Non nego l’interesse per una eventuale acquisizione di quote, ma nessuna decisione da parte di entrambe le parti è stata presa, né tantomeno è stato siglato alcun accordo».
Gli intenti, quindi, erano stati comunque espressi in modo chiaro. Solo che mediaticamente la cosa si era indebolita subito, affossata dalla fama che sembra accompagnare Mr. Bee. Personaggio definito addirittura «un furbetto del quartierino, tipo Ricucci, Fiorani. E io onestamente più che Mr. Bee lo chiamerei Mr. Bean». Parole dette tre settimane fa da Alberto Forchielli, imprenditore e presidente dell’Osservatorio Asia. Che aveva aggiunto: «Ha fondato 15 società, di cui 10 già chiuse. È saltato agli onori della cronaca dei giornali thailandesi quando ha fatto l’offerta sul Milan, prima non lo conosceva nessuno». Eppure Taechaubol, come broker, pare molto bravo a veicolare nelle sue mani liquidità rilevanti da parte di persone che evidentemente di lui si fidano eccome. In pratica trova finanziatori e, con i loro soldi, acquista quote di società per rivenderle quando il valore è cresciuto. Tant’è vero che il portafoglio personale non sembra così capiente da giustificare l’acquisizione di un club di calcio: la stampa locale parla di 1,2 miliardi di dollari.
E poi resta quella fama che lo accompagna: non delle più luminose. Mr. Bee, 41 anni, è il primogenito di Saduwat Taechaubol (che non è ben visto nel mondo degli affari thailandese), fondatore dell’azienda di famiglia Country Group Development, all’interno della quale Bee dirige i progetti di investimento a lungo termine. Oltre alla Thailandia, gli investimenti del Country Group (che negli ultimi anni ha chiuso in perdita) sono notevoli anche in Australia. Bee ha conseguito laurea e master in amministrazione aziendale alla più prestigiosa università di Bangkok, la Chulalongkorn, e in più ha anche una laurea in ingegneria civile all’università australiana, paese in cui ha vissuto a lungo dall’età di un anno. È uno che ama viaggiare sul filo del rasoio nelle operazioni di Borsa, alcuni colleghi imprenditori lo reputano un personaggio finto. Fra le aziende che fanno a capo lui c’è la Eic, colosso dell’elettronica; la Thai Prime, di cui è a.d.; e poi ovviamente ci sono i diritti per l’Asia del Global Legends Series di Cannavaro. Tante attività ma, pare, anche diversi problemi con la Sec, il corrispettivo thailandese della Consob. Tocca ora a Fininvest appurare le reali potenzialità di Mr. Bee.