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 2015  marzo 08 Domenica calendario

IL SOGNO DEL PARMA IN PASTO A IENE E

AVVOLTOI –
Oggi il Parma gioca, il campionato a 20 squadre è salvo (?), è stato Claudio Lotito a mettere il cappello sul provvedimento: «Votiamo questa delibera barzotta». Barzotta si dice di vivanda né cotta né cruda e, in senso lato, di situazione manchevole, di dubbia moralità. Ne eravamo certi. Facile andare di metafora con il caso Parma: è l’immagine della città. No! Della Lega Calcio (il cui presidente Beretta, secondo Lotito, «conta zero»). No! Dell’Italia. No! Della Grecia, e via con le iperboli. Che ci stanno tutte: il Parma in due mesi ha cambiato sei presidenti e tre proprietari, ha un debito cresciuto del 1.200% in sette anni, pari a quattro volte il fatturato, la Procura ne ha chiesto il fallimento.
Al capezzale della squadra abbiamo conosciuto personaggi curiosi, come il petroliere albanese Taci e i suoi sodali, Pietro Doca, Fabio Giordano ed Ermir Kodra, fino all’ultimo patron, l’improbabile Giampietro Manenti a cui tutti vorrebbero dare il benservito. Ma all’origine di questa triste farsa c’è Tommaso Ghirardi: dal liquidatore della Parmalat aveva ricevuto una società ripulita dai debiti e ne ha fatto carne da macello. Dell’imprenditore bresciano si diceva che «ha la faccia sorridente di uno che non ha mai fatto cattivi pensieri», ma non sempre la fisiognomica c’azzecca. Ora è indagato per bancarotta fraudolenta, ha lasciato un buco di 200 milioni di euro, ha finto di regalare alla squadra il Centro Sportivo di Collecchio. Barzotto fu il Parma e chi lo diresse.