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 2015  marzo 08 Domenica calendario

TUTTE LE SFUMATURE (ROSA) DEL CRIMINE

Le femministe sanno essere più spietate del Kgb. E, infischiandosene della solidarietà e della lotta di genere, possono arrivare a uccidere altre donne per ragioni economiche, invidie sentimentali e rivalità professionali. O addirittura per vendere una copia in più del proprio giornale. A gettare una luce sinistra sul movimento di liberazione femminile, nel giorno in cui si celebra la Festa della Donna, ci pensa la raccolta di racconti Signore in giallo (Einaudi, pp. 266, euro 12), che schiera in campo una squadra di 11 autrici di razza, capaci di indagare la perversione “in rosa” nelle sue diverse declinazioni: dai profili di donne detective che fiutano i crimini delle loro consimili ai casi di donne assassine e di donne vittime delle loro stesse nefandezze. Sembra un’esecuzione da Guerra Fredda, ma è una vendetta tra scrittrici rivali, ad esempio, la storia raccontata da Barbara Wilson in Assassinio alla fiera internazionale del libro femminista, in cui la russa Olga Stanislavkigijovic, viene uccisa nel bel mezzo di una rassegna letteraria a Vladivostok, alla fine degli anni ’80. Subito si pensa a un’epurazione da parte del regime sovietico nei confronti di un’intellettuale dissidente, rea di chiedere maggiori diritti per le donne. E invece si scopre che, dietro l’omicidio, si muove una trama oscura di illazioni e macchina del fango ordita da una rivista femminista, Trash Out, che si occupa di stroncare le scrittrici e le artiste poco gradite al movimento e di gettare discredito, tra gossip e commenti volgari, sulle loro vite private, tanto più se depravate o sessualmente disordinate. «Non possiamo vivere nell’aria rarefatta della solidarietà femminista. Le nostre divisioni sono troppo profonde per essere colmate», commenta dopo il delitto la direttrice del giornale, cinica e determinata come «un diavolo che veste Pravda». Tutto interno al mondo femminile è anche lo scontro che si consuma nel racconto della regina del genere, Agatha Christie (Il caso della domestica perfetta): qui il gioco della delazione e della calunnia femminili non conduce al delitto, ma a licenziamenti immotivati e a furti ai danni di altre donne; mentre la pratica della simulazione e della dissimulazione, di cui due sorelle, Lavinia ed Emily Skinner, sono maestre, porta il lettore a credere che possa esistere un perfetto maggiordomo donna. Ci vorrà il fiuto di un’altra donna, l’investigatrice Miss Marple, per scoprire che delle due l’una: o la domestica in questione non esiste, oppure non è così perfetta. Ma l’astio delle donne può anche oltrepassare il confine del proprio sesso e rivolgersi verso il maschio. È il caso della vicenda raffinata scritta da Daphne du Maurier, talento di razza della narrativa thriller e horror, che stavolta - in una fiction story che parla di assassine - riesce anche a raccontare una (tragica) storia d’amore. Le atmosfere di Baciami ancora, sconosciuto, nonostante il titolo mucciniano, sono quelle cupe, quasi macabre, di un’Inghilterra ferita dai bombardamenti tedeschi durante la Seconda guerra mondiale, che prova a risollevarsi attraverso gli attacchi aerei della Raf. Quegli scontri in cielo causano tuttavia le morti di soldati, che rendono vedove le loro mogli, nonché distruzioni di case e famiglie di civili. Una donna non ce la fa reggere lo stress e si vendica proprio contro i presunti fautori della difesa d’Inghilterra: gli aviatori della Raf, che lei squarcia e lascia morire vicino a un cimitero, ergendosi così a eroina della ritorsione femminile contro lo spirito marziale mascolino. Le donne che odiano gli uomini, però, sanno esercitare la propria crudeltà anche nei confronti di individui loro molto più vicini, come mariti e amanti. In questa spietatezza tutta domestica, una forma di uxoricidio al contrario, si esercita la malvagità della protagonista del racconto inquietante di Patricia Highsmith, Trappola di ghiaccio. Qui la volontà di sbarazzarsi del proprio coniuge si appella alle formule più subdole dell’astuzia femminile, simulando incidenti in casa, organizzando trappole ingegnose, attirando la preda ignara all’interno del patibolo. Così la tattica della signora Olivia Armory funziona - nel giro di pochi mesi vengono fatti fuori, quasi fossero semplici disgrazie, sia il marito Peter che l’amante Stephen - fino a quando la donna non inciampa nel congegno da lei stessa messa a punto. E si suicida a sua insaputa, passando da carnefice a vittima. A dimostrazione che il Male sa ritorcersi contro chi lo compie: maschi e femmine o, meglio, Male e Female, come dicono gli inglesi.