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 2015  marzo 08 Domenica calendario

La regina Elisabetta ha quasi 89 anni e gode di ottima salute. In settembre la durata del suo regno supererà il record detenuto da Vittoria, e tutti si augurano che resti sul trono ancora per molto

La regina Elisabetta ha quasi 89 anni e gode di ottima salute. In settembre la durata del suo regno supererà il record detenuto da Vittoria, e tutti si augurano che resti sul trono ancora per molto. Così, sembra di malaugurio cominciare a pensare a che cosa accadrà il giorno che la Regina non ci sarà più. Rob Price, un giornalista londinese esperto di tecnologia e di economia, che ha collaborato anche con il «Washington Post», ha però provato a farlo, arrivando alla conclusione che quello sciagurato evento sarà un disastro per l’economia britannica e costerà al Paese miliardi di sterline. La maggior parte degli abitanti del Regno Unito non conosce vita senza Elisabetta, sul trono dal 1952. La Borsa chiuderà per un po’, così come tutti gli uffici della City. Solo i due giorni di vacanza per il funerale e per l’incoronazione di Carlo costeranno tra 1 e 5 miliardi di sterline al Pil. Sarà proclamato un lutto nazionale di almeno 12 giorni, la Bbc modificherà i programmi rinunciando a commedie e show, e perderà fatturato pubblicitario. Cerimonie e lutti Ci saranno poi i costi delle cerimonie, tutt’altro che indifferenti. Il cerimoniale per il funerale è già stato deciso da tempo con la Regina stessa, e ha un nome in codice: «The Bridge». Per Diana, un milione di mazzi di fiori vennero deposti dalla gente davanti a Buckingham Palace, e 200 mila persone resero omaggio al feretro della Regina Madre Elizabeth, quando morì a 102 anni nel 2002. Per Elisabetta, le manifestazioni di affetto saranno sicuramente maggiori. L’ultimo sovrano britannico è scomparso 63 anni fa e quindi nessuno al governo e in Parlamento ricorda le procedure previste. Si presume che il Parlamento chiuderà per alcuni giorni e che i suoi membri dovranno giurare fedeltà al nuovo re, i repubblicani tenendo le dita incrociate dietro la schiena, come fanno sempre per rendere nulla la promessa. «God save the king» Ma l’elenco delle spese non è finito. Bisognerà cambiare tutte le banconote e tutte le monete che portano l’effigie di Elisabetta, da sostituire con quella di Carlo. Lo stesso accadrà per i francobolli. Tutto quello che porta la cifra reale «EIIR» (Elisabetta II Regina) dovrà essere buttato via: la sigla è presente sugli elmetti dei poliziotti, sulle cassette postali, sugli stendardi militari e su mille altre insegne. Andranno cambiati tutti i passaporti, sui quali è scritta la richiesta di «Sua Maestà» (Her Majesty) di lasciar passare il titolare del documento. Sarà modificato anche l’Inno nazionale, da God Save the Queen a God Save the King, e migliaia di registrazioni diventeranno inutili. Cambierà anche l’aspetto di Trafalgar Square. Sul quarto pilastro, rimasto vuoto da 150 anni, verrà quasi certamente eretto un monumento alla Regina. I danni per l’economia potrebbero essere ancora maggiori se, come si teme ed è quasi certo, alcuni dei 53 stati del Commonwealth, per 16 dei quali Elisabetta è ancora Capo dello Stato, dichiareranno la piena indipendenza approfittando del passaggio del regno a Carlo. Che Dio, dunque, salvi la Regina ancora a lungo.