Bruno Vespa, Libero 27/10/2011, 27 ottobre 2011
LE NOTTI BOLLENTI DELLE OVER 50
Se l’uomo è certamente più esposto alla tentazione di una seconda giovinezza, sono in aumento le donne che non resistono alla tentazione dell’avventura sessuale con ragazzi molto più giovani e che addirittura s’imbarcano in unioni che possono riservare sorprese sgradevoli. Una lettrice di «Diva e donna» ha scritto alla psicologa Vera Slepoj: «Sono stata al mare con un’amica quarantenne come me. Eravamo continuamente importunate da ragazzi che cercavano un’avventura. La mia amica era divertita e tentata. Sta nascendo anche da noi il turismo sessuale delle donne o questa è una versione moderna dell’avventura estiva?». Non sappiamo se la signora «divertita» abbia poi ceduto alla tentazione. Di certo lo ha fatto un’altra ultraquarantenne che si è sfogata con Natalia Aspesi nella sua rubrica «Questioni di cuore» sul «Venerdì di Repubblica».
Va in vacanza in Tunisia, s’innamora di un ragazzo del luogo molto più giovane di lei e dopo il suo quarto viaggio si sposano con il rito civile, ma quando arrivano in Italia lui diventa un altro uomo: arrogante, prepotente, violento, e lei chiede la separazione. «Non si tratta di episodi isolati», mi dice Candida Morvillo, forte della sua esperienza a «Novella 2000». «Molti villaggi turistici, in Tunisia e in altri paesi, sono pieni di giovanissimi playboy che rimorchiano la donna non più giovane e poi, quando arrivano in Italia, si comportano molto male». Non sospettavo, francamente, che anche in Italia, dopo gli Stati Uniti, il fenomeno delle donne mature a caccia di giovani fosse diventato così consistente. Secondo «La Stampa» (12 settembre 2011), sono già 30.000 gli iscritti alla community «Cougar Italia»: «Le coguare italiane sono le donne mature desiderose di conoscere uomini più giovani di loro». Nella pagina d’ingresso del sito, si descrivono come donne «fiere della loro età, indipendenti, che possono finalmente sedurre e frequentare uomini più giovani senza tabù e senza pregiudizi». E, a quanto pare, sono tanti gli uomini che vogliono incontrare una donna cougar, «forse più rassicurante delle coetanee».
LE STORIE
Sono tuttavia rarissimi i casi come quello che mi racconta Alessandra Graziottin: «Seguo da vent’anni una signora rimasta vedova da dieci, bella famiglia. Avevo conosciuto anche il marito. Ha avuto un matrimonio molto felice, i figli sono sparsi per il mondo. Quando lei era entrata in menopausa, le avevo prescritto una terapia ormonale leggera. Bene, torna da me dopo molto tempo, ha 79 anni, che porta con garbo ed eleganza. Mi chiede una visita urgente per una vaginite infernale. La visito, ha una vaginite da candida. Le chiedo di dirmi la verità: chi è l’uomo, quanti anni ha? Lei arrossisce e dice che l’uomo è uno straniero e ha 50 anni.Mente, ne ha 30. Confessa di avere rapporti non protetti, ma di non aver mai sospettato niente: “Lui mi ama, sta solo con me. Oggi è la luce dei miei occhi, tenero, affettuoso, devoto”. L’ha presentata alla famiglia nel suo paese (naturalmente non dicendo che era la sua fidanzata), ed è stata “accolta come una regina”. “Alla mia età” mi confida “ho molto il senso del tempo, so che questa cosa può finire, ma la considero un inatteso regalo della vita. Una benedizione”. La curo, torna per il controllo e mi dice: “Sto benissimo”».
Questa signora vive la sua storia con molta discrezione, e forse i figli non ne sanno niente. È verosimile, a meno di improbabili miracoli, che il giovane straniero tragga dalla relazione benefici economici, visto che la signora è molto ricca. Ma l’entità delle conseguenze fisiche di tali relazioni (o anche di semplici avventure) è superiore a ogni ragionevole previsione: «Oggi» conclude la Graziottin «c’è un netto incremento di infezioni contratte da donne sopra i 40 che hanno rapporti sessuali non protetti fuori del matrimonio. La donna non ci pensa, perché è convinta che le infezioni siano riservate ai giovani. E invece, illudendosi della fedeltà del partner, si trova poi in situazioni sgradevoli».
«Era il 1985», mi racconta la Graziottin. «Viene nel mio studio una coppia: lui è un gran bell’uomo di 56 anni, lei una donna elegantissima e curatissima di 53, che ha bisogno di un controllo di routine. Lui è molto nervoso e a un certo punto dice: “Parlo io, perché è la terza volta che mia moglie va dal ginecologo, deve chiedere una cosa importante e non lo fa. Adesso voglio una risposta. Noi siamo sempre stati una coppia felice, mai problemi con il lavoro e i figli, ma stiamo attraversando la peggiore crisi dei nostri trent’anni di matrimonio. Perché? La nostra intesa sessuale era fondata soprattutto sul rapporto orale, in particolare il mio su di lei. Bene, da due anni i suoi genitali non profumano più, hanno un gusto neutro. Il rapporto sessuale con mia moglie non mi piace più. Io le voglio bene, mia moglie è ancora una bellissima donna, ma l’amore è finito. Non si può fare niente, prima di andare dall’avvocato?”. È una domanda intelligente, risposi. E siccome è successo qualcosa che investe soltanto il fisico di sua moglie e l’unica recente novità è la menopausa, dobbiamo agire lì.
Proviamo a fare una terapia ormonale, e intanto io ci studio sopra. La donna, che mentre il marito parlava aveva continuato a piangere, reagì con fierezza: “Devo fare io una terapia perché lui si diverta?”. Mai al mondo, la rincuorai, proporrei a una donna una terapia solo per far piacere a un uomo. Io le propongo invece la teoria della ricompensa, perché un ruolo decisivo nella soluzione di questi problemi ce l’ha il cervello. Io le propongo una terapia che le dia una gratificazione fisica, psichica ed emozionale. Il suo vantaggio personale sarà di sentirsi più donna, più femmina, migliorerà la sua pelle, avrà una risposta fisica e sessuale entusiasmante. La soddisfazione di suo marito sarà la sua soddisfazione, il fiore all’occhiello della sua vita. La signora accettò. Tornarono sei mesi dopo. Fin dalla sala d’aspetto traspariva in lei la luminosità che hanno le donne amate, desiderate e fisicamente appagate. Lui mi disse: “Aveva ragione lei, era tutta colpa della menopausa. Grazie per avermi restituito la donna che amo”.
IL “PROFUMO DI DONNA”
Restituire a una paziente il “profumo di donna” è molto gratificante per lei e per il suo partner. Le ghiandole sebacee ascellari e le secrezioni vaginali tornano quelle dell’età fertile, la pelle e la bocca ringiovaniscono, la donna ha più voglia fisica e risponde assai meglio agli stimoli maschili. L’intervallo temporale tra l’inizio del gioco e l’eccitazione preorgasmica è molto più breve, gli orgasmi sono più intensi e appaganti».
L’età media dell’entrata in menopausa è di 50 anni e otto mesi. L’1 per cento delle donne entra spontaneamente in menopausa prima dei quarant’anni, mentre un altro 6-7 per cento ci arriva alla stessa età ma in conseguenza di cure mediche, soprattutto di terapie antitumorali. «La signora di 79 anni di cui abbiamo parlato poco fa» continua la Graziottin «ha vissuto molto bene le diverse stagioni della vita, ha saputo invecchiare con grazia e intelligenza, ma soprattutto ha seguito, dai cinquant’anni in poi, una precisa terapia ormonale. Così in un’età in cui molte sue coetanee cominciano a nutrire qualche apprensione all’idea di finire sulla sedia a rotelle, lei è messa così bene da essersi consentita un amore».
Un amore che può lasciare sconcertati, non trova? «Diciamo un sentimento con benefit: lei ha un compagno giovane e piacevole, lui vive come un principe accanto a una donna che lo sta facendo crescere». La differenza con uno spregiudicato gigolò? «Non mi pare che lui risponda a queste caratteristiche. Nel mutuo scambio trovano la ricchezza reciproca. Lei ha una percezione molto chiara dell’eccezionalità della situazione e la vive con dolcezza e senso del tempo». Se le cure ormonali sono questo fantastico toccasana, perché soltanto il 4 per cento delle donne italiane vi si sottopongono dopo essere entrate in menopausa? «Questo dato nazionale è corretto,mentre tra le donne del Nord Europa è pari al 52 per cento, e sale all’82 tra le mie pazienti. Ed è imbarazzante dover dire che le donne ricche e colte ricorrono alle cure ormonali sette volte più delle altre».
Perché la maggior parte dei medici le sconsiglia? «Sono terrorizzati dalle possibili conseguenze legali, perché temono che queste cure favoriscano l’insorgenza del cancro. Una paziente in terapia ormonale è impegnativa per due ragioni: ti porta via un’ora di tempo per la visita, mentre molti miei colleghi in un’ora visitano quattro donne, e soprattutto perché ti chiama spesso, allarmata da gente che le dice: “Guarda che ti verrà un tumore”. Bene, prendiamo allora i dati internazionali. Una donna in terapia ormonale su dieci avrà un tumore alla mammella solo per il fatto di essere donna, proprio per la stessa ragione per cui gli uomini rischiano il tumore alla prostata. Se la donna ha un seno “denso”, il rischio aumenta di sei volte. Sono fattori di rischio di tumore alla mammella anche la familiarità (mamma o sorella con cancro prima della menopausa), il fumo, gli alcolici (bastano più di due bicchieri di vino al giorno), l’obesità, l’assenza di figli o una gravidanza tardiva. Complessivamente, il rischio di tumore al seno per le donne ha uno zoccolo duro del 10 per cento, che può arrivare anche al 15. Passiamo adesso alla terapia ormonale. Uno studio del 2002 del Women’s Health Initiative ha dimostrato che soltanto 8 donne sulle 10.000 sottoposte a terapia ormonale hanno avuto un tumore al seno. Significa lo 0,08 per cento.
GLI ORMONI
Chi assume sistematicamente un’aspirina corre l’1 per cento di rischio di emorragie gastrointestinali, e l’aspirina è un farmaco da banco… «Insomma, credo che un rischio dello 0,08 per cento sia accettabile di fronte ai vantaggi offerti dalla terapia. Vantaggi sul cervello, per esempio, visto che le vampate di calore prodotte dalla menopausa aumentano il rischio di depressione, con deterioramento cerebrale che può sfociare nell’Alzheimer o nel Parkinson. Procurano un’alterazione precoce della pressione arteriosa, che si manifesta tra le 3 e le 4 del mattino, alterando la qualità del sonno, causando la riduzione della memoria e manifestando i primi segnali dell’ipertensione.
Le donne che ne soffrono dormono poco e si svegliano stanche. La carenza di sonno procura stress, con conseguente aumento della grelina, un ormone che stimola l’appetito verso cibi dolci e grassi. Insomma, basta una bassa dose di ormoni per mantenere l’organismo in equilibrio, ammorbidendo così l’impatto dell’invecchiamento».
Bruno Vespa