Bruno Vespa, Corriere della Sera 27/10/2011, 27 ottobre 2011
OLINDO, ROSA E L’AMORE: «UNA FORZA NEL COSMO CI UNISCE PER SEMPRE»
Rosa Bazzi mi viene incontro con un sorriso spontaneo e luminoso nel corridoio delle sale colloqui del carcere di Bollate, a nord di Milano. Indossa una camicetta beige con pantaloni in tinta. «Ho accettato di vederla» dice stringendomi la mano «per capire come mai una brava persona come lei si è accanita contro me e mio marito.»
Rosa e suo marito Olindo Romano, che incontro più tardi nel carcere di Opera, a sud del capoluogo lombardo, stanno scontando una condanna all’ergastolo... Spiego a Rosa Bazzi che non sono venuto a parlare del delitto (sarà lei a farlo, toccando il tema della sua mancata maternità), ma a chiederle del suo amore per Olindo...
La loro settimana (a eccezione della quarta del mese) comincia e finisce il venerdì: per le due ore di colloquio, quando lei va e torna dal carcere di Opera, in attesa di un «ricongiungimento» che non servirà a farli incontrare più spesso, ma a risparmiare tempo e uomini per il suo trasferimento. Aspettando il venerdì successivo, Rosa ricama lenzuola per Olindo, e Olindo — il meno forte della coppia, in questo momento — spazza per tre ore al giorno il corridoio d’entrata e le aree adibite al passeggio. «Sempre senza incontrare nessuno» mi dice lui. «Per 4 anni e due mesi mi hanno sorvegliato a vista. Adesso mi hanno tolto da questo regime, ma ancora per tre anni dovrò restare da solo.» Trovo Olindo ingrassato... «Adesso peso 119 chili, qualcosa in più rispetto ai 115-118 che pesavo prima di essere arrestato. Ma dovrei scendere. Lele, per esempio, in due mesi ha perso una ventina di chili.» Lele chi? «Lele Mora, il mio buon vicino di cella. Pensava che lo avrebbero mandato agli arresti domiciliari, ha preso male il rigetto e si è ammalato di brutto.» ...
«Come passo le giornate?» riprende Olindo. «Come una marmotta. Mi sveglio, faccio colazione alle 7.30... Fumo un paio di sigarette, mi rimetto in branda, mi addormento di nuovo fino alle 11. A ora di pranzo vedo i notiziari in televisione, poi lavoro un po’ e, dopo cena, guardo la tv fino a notte. Prima leggevo, adesso da un anno non leggo più niente.»...
Olindo ha il viso tondo incorniciato da capelli radi, indossa una camicia blu e pantaloni dello stesso colore. «Mi piacerebbe stirare le camicie di Oli» dice Rosa. «Prima mi sgridava se trovava una piegolina. Adesso gli rimprovero di essere diventato cicciotto e barbone.» «Eh, sì» ricorda lui. «Adesso, dopo cinque anni di isolamento, sono diventato un nullafacente e mi è passata la voglia»...
«Parliamo del passato, delle lettere che arrivano. Quando ero detenuto a Parma, arrivava di tutto, nel bene e nel male. Qui a Opera arrivano soltanto lettere di incoraggiamento. Abbiamo fatto richiesta di stare nello stesso carcere. So bene che non potrei vedere mia moglie più di adesso, ma stare sotto lo stesso cielo, respirare la stessa aria è diverso…».
«Quando ci hanno visto ridere in aula non era per indifferenza per quel che ci capitava intorno, ma perché Oli aveva tirato fuori la storia della cella matrimoniale. Era uno scherzo…». Rosy mi ricorda ancora quella battuta. «Era nata quando non c’era il giudizio definitivo. Pensai: finché non arriva la condanna della Cassazione, perché dividerci? No, non avevo pensato che c’è la separazione tra uomini e donne. Magari ce la dessero adesso, la cella insieme… Lei mi chiede come descrivere l’amore per mia moglie. Bella domanda. Quando sei lontano, ti incontri tre volte al mese e ti senti al telefono una volta alla settimana… mi capita di pensare a quanti hanno scritto sull’amore in modo tanto diverso. La Chiesa pensa allo spirito e lo circoscrive con i suoi dogmi, la scienza prova a catalogarlo con le leggi della chimica. Senza disturbare Dio, penso che nel cosmo ci sia qualcosa che ci tiene uniti. Ci sono leggi alte e non sempre spiegabili a tutti: se la luna regola le maree, è possibile che ci sia qualcosa che ti consenta di compensare i sentimenti che non puoi esprimere da vicino alla persona che ami. Tutto cambia, scopri che i neutrini sono più veloci della luce, ma nella piramide della vita resistono le cose che tengono unite due persone. Ieri come oggi».
Bruno Vespa