varie, 5 ottobre 2011
Lucia Scarpa, 70 anni. Sarta in pensione, vedova dal 2003, cardiopatica col vizio del fumo, due figli e due sorelle, viveva da sola a Milano ma era «molto accorta e mai avrebbe aperto la porta di casa a uno sconosciuto»
Lucia Scarpa, 70 anni. Sarta in pensione, vedova dal 2003, cardiopatica col vizio del fumo, due figli e due sorelle, viveva da sola a Milano ma era «molto accorta e mai avrebbe aperto la porta di casa a uno sconosciuto». Lunedì sera incontrò sul pianerottolo un vicino di casa filippino di anni 38, sposato, due figli piccoli, in regola coi permessi di soggiorno, un lavoro da inserviente in una palestra, e gli chiese di restituirle i 20 euro che lei gli aveva prestato qualche tempo fa. Allora l’uomo, fuori di testa perché sotto l’effetto dello shaboo (una metalanfetamina sintetica di moda tra i drogati orientali) la spinse dentro l’appartamento e, tirato fuori dalla tasca un coltello che portava sempre con sè, le infilò la lama una decina di volte nel viso, nel torace, nella pancia e nella schiena. Quindi per fingere una rapina portò via una borsetta con pochi soldi e un orologio, enza toccare i monili d’oro in bella vista sul comò. La donna, indosso una vestaglia, trovata cadavere in una pozza di sangue, nel corridoio di casa, dalla sorella Annamaria che, non riuscendo a contattarla per telefono, era andata a vedere cosa le fosse capitato. Serata di lunedì 3 ottobre in un appartamento al terzo piano in via Romolo Gessi 53 a Milano.