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 2011  giugno 28 Martedì calendario

Bianchi Riccardo

• Milano 6 luglio 1990. La notte tra il 22 e il 23 giugno 2011 sequestrò, violentò per dodici ore e alla fine strangolò l’ex fidanzata Ilaria Palummieri, 21 anni, prima le aveva ucciso con venti coltellate il fratello, Gianluca Palummieri, 20 anni • «[...] Riccardo, Gianluca e Ilaria. Sono coetanei, ex compagni di scuola, amici di serate tra locali e Facebook. Da mesi però nessuno li vede più insieme. Da quando, ad aprile, Ilaria e Riccardo si lasciano. Poi Ricky ricompare, improvvisamente [...] al bar La vecchia Cesano, nel cuore di Cesano Boscone, 24mila abitanti nella periferia sud di Milano. È la notte in cui il triangolo perfetto tra Ricky, Ilaria e Gianluca va in frantumi tra gelosia estrema, alcol e il sangue di due omicidi. È il momento [...] da quando nessuno avrà più notizie dei fratelli Palummieri: Ilaria [...] non arriva al bar di via Moscova, uno dei due locali dove lavora come cameriera; Gianluca non si presenta alla sua scrivania dove lavora come agente assicuratore. Quando gli amici li cercano ai numeri di due telefoni spenti, sono già morti. [...] Riccardo e Gianluca restano a bere sui Navigli fino a notte fonda. Con loro c’è anche Francesco, l’ultimo - oltre l’assassino - a vedere Gianluca vivo. “Sono un sopravvissuto, potevo morire anch’io” dirà in lacrime agli amici. Quando i tre tornano a Cesano sono ubriachi. Francesco viene accompagnato a casa. Ricky e Gianluca restano soli. Discutono di Ilaria, Ricky vuole andarla a trovare proprio ora, il fratello si oppone e viene colpito dalla furia cieca di almeno venti coltellate, in strada, in via Colombo, a Cesano, dove è stata isolata una larga macchia di sangue. Riccardo Bianchi carica il corpo nella sua auto - dove sono state trovate altre tracce di sangue - e si dirige in via Gozzoli 160, ultimissimi palazzi di Milano prima del confine con Cesano. Col cadavere ancora caldo in auto, sale dalla ex. Non ha difficoltà a entrare, perché i due fratelli hanno l’abitudine di lasciare spesso la porta aperta. Ilaria se lo trova davanti alle sei di [...] mattina. “Dov’è Gianluca?” chiede. Bastano poche parole, e la casa si riempie di grida, calci e pugni. Riccardo immobilizza Ilaria. La lega al letto. La tiene prigioniera per dodici ore e la violenta più volte. Poi la soffoca con una busta di plastica. Aspetta la notte per scendere con un lenzuolo, avvolge il cadavere di Gianluca rimasto in macchina, e lo abbandona a Rho. Sa che lì vive il padre dei due ragazzi e prova a spostare su di lui i sospetti. Sporco di sangue, con una ferita sulla gamba, in stato confusionale, torna a casa. Cerca di liberarsi dei vestiti ma il padre capisce che è successo qualcosa di grave e insieme vanno al vicino commissariato Bonola. Dice di essersi svegliato con la fidanzata già cadavere, ma proprio in quei minuti viene trovato il secondo cadavere a Rho e per Bianchi scatta il trasferimento in questura dove verrà interrogato fino alla confessione. [...]» (Sandro De Riccardis, “la Repubblica” 25/6/2011) • «[...] Una vita, quella di Riccardo, cresciuta e vissuta nell’appartamento dei genitori in via Pompeo Marchesi, al numero 13, secondo piano di un palazzone, terrazzino con le piante, porta finestra e zanzariere abbassate. Un bel cortile con vialetti tra l’erba, panchine di cemento, alberi. La famiglia Bianchi-Cremonesi abita nella scala 9. Per tutti i vicini sono “brava gente”, e Riccardo «uno regolare, uno da scommetterci su, forse il più educato di tutto il condominio”. “È quello che se arrivi con la borsa della spesa e hai le mani occupate ti apre la porta e ti fa passare” [...] aveva giocato a basket nella squadra del Garegnano. Alto e magro, era un’ala» (Simone Bianchin, “la Repubblica” 26/6/2011).