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 2010  aprile 12 Lunedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BINI SMAGHI

LORENZO"

C’è un’altra persona che ha seguito il metodo Monti. Mentre era in corso l’iter di nomina di Lorenzo Bini Smaghi alla Banca centrale europea, FG (Francesco Giavazzi) con un articolo sul Financial Times – un intervento a doppia firma con Charles Wyplosz – polemizzò con il sistema di selezione dei candidati al board della Banca centrale europea. Bini Smaghi non gli ha mai risposto.
Fonte: Il Foglio 15/12/2005, pag.I-IV Marco Ferrante

Persino Lorenzo Bini Smaghi, membro del Comitato esecutivo della Banca centrale europea, che ha dichiarato non molto tempo fa che la Uem è un grande successo, ha sottolineato recentemente che questi paesi potrebbero essere costretti ad attraversare un lungo e doloroso periodo di aggiustamento per recuperare la competitività perduta.
Fonte: Nouriel Roubini, la Repubblica 8/8/2007

Per questo Lorenzo Bini Smaghi, rappresentante italiano nel Consiglio della Banca Centrale Europea, ha tenuto a puntualizzare nei giorni scorsi che la Banca d’Italia non può essere obbligata a cedere anche solo una parte delle proprie riserve (ma lo sarebbe probabilmente, se così decidesse il Parlamento). La Banca d’Italia non può, inoltre, a norma dei trattati europei, finanziare il governo al di là di eventuali limiti previsti dai trattati stessi. Tutto ciò renderebbe auspicabile che, come hanno fatto altri Paesi europei, si andasse al finanziamento separato di progetti specifici, senza passare dal bilancio dello Stato.
Fonte: Mario Deaglio, La Stampa 9/8/2007

«Le turbolenze finanziarie hanno danneggiato gli anelli della catena del credito che sostengono il commercio internazionale», osserva Lorenzo Bini Smaghi della Banca centrale europea.
Fonte: Federico Fubini, Corriere della Sera 27/1/2009

Un altro fattore di cui bisogna tener conto è che oggi, come ha notato di recente Lorenzo Bini Smaghi, il membro del direttivo della Banca Centrale Europea incaricato degli affari internazionali, ci sarebbe un "blocco" di fatto. La Gran Bretagna non supererebbe nemmeno i criteri stabiliti dalla Ue per aderire all’euro e contenuti nel trattato di Maastricht: «Il deficit pubblico crescerà al 6 per cento del pil nel 2009 e ancora di più nel 2010 e il cambio della sterlina non è sufficientemente stabile», ha detto senza mezzi termini Bini Smaghi. Vari osservatori ritengono che Bini Smaghi sia stato anche troppo ottimista, perché il Tesoro britannico si aspetta ora che il deficit raggiunga quest’anno i 118 miliardi di sterline, l’8 per cento del pil, e alcuni analisti intravedono addirittura il rischio che arriva al 10 per cento, il tipo di livello catastrofico visto in America Latina negli anni ’80.
Fonte: Enrico Franceschini, Affari & Finanza, 9/02/2009

A parlare di deflazione, per delineare le contromisure che la possano sconfiggere, sono due uomini del vertice della Bce, la Banca centrale europea, Lorenzo Bini Smaghi e il presidente della Bundesbank tedesca, Axel Weber. Gli interventi di ieri di Bini Smaghi e di Weber danno un assaggio di quello che potrebbe essere il dibattito dei prossimi mesi. Mentre Bini Smaghi dichiara che la Bce sarebbe pronta a far scendere il tasso d´interesse anche a zero, per contrastare la deflazione, Weber controbatte che non bisogna scendere sotto l´1%, per lasciarsi qualche margine di manovra.
Fonte: Maurizio Ricci, la Repubblica 11/3/2009

«Dal secondo trimestre 2010 dovrebbe cominciare la ripresa» (Lorenzo Bini Smaghi, del comitato esecutivo della Bce).
Fonte: Marco Patucchi, la Repubblica 10/3/2009

Ieri Lorenzo Bini Smaghi, esponente del board della Bce, ha ammesso la situazione di instabilità sul mercato dei cambi, legata in parte anche alla necessità di finanziarsi in dollari che hanno gli Usa. Il che ha portato molte istituzioni a convertire euro in valuta americana attraverso swap in divisa estera. Bini Smaghi è arrivato a prefigurare un intervento diretto della Bce sul mercato dei cambi.
Fonte: Giancarlo Radice, Corriere della sera 7/4/2009

A certi banchieri, e a politici non saggi, potrebbe forse convenire una fase di elevata inflazione, tale da svalutare i debiti. Nell’area euro, tuttavia, questa scelta azzardata è esclusa, ha detto nello stesso convegno a Villa Madama Lorenzo Bini Smaghi, membro dell’esecutivo della Bce. «La Banca centrale europea è stata creata per garantire la stabilità dei prezzi, e lo farà. Potete stare tranquilli che non lasceremo che l’inflazione risolva i problemi di bilancio».
Bersaglio di Bini Smaghi parrebbe in particolare il presidente francese Nicolas Sarkozy, convinto che le politiche di austerità non funzionano» e dunque poco pronto a ridurre un deficit pubblico che forse raggiungerà nel 2010 il 7,5% del prodotto lordo. Nella visione della Bce i governi devono «pianificare già adesso» strategie di uscita dai deficit, pur se «una uscita prematura», precisa Bini Smaghi, rischierebbe di far peggio. Non sarà semplice stabilire il momento giusto per mutare rotta. E per non ricadere in una nuova crisi non basterà nemmeno che ogni Stato tenga i conti in ordine a casa propria; secondo Bini Smaghi occorrerà dare più poteri al Fmi per avviare a soluzione i grandi squilibri mondiale, primo quello tra Usa e Cina. All’Italia Bini Smaghi dà il consiglio di non rinviare le riforme al dopo-crisi.
Fonte: Stefano Lepri, La stampa 24/06/2009

Lorenzo Bini Smaghi, membro del comitato esecutivo dell’istituto monetario, ha esortato gli istituti di credito a trasferire il denaro all’economia. Dopo aver pronunciato un discorso all’università di Roma, il banchiere centrale ha sottolineato che l’operazione di ieri «dovrebbe rassicurare le banche», cui ora spetta «fare prestiti alle imprese». Bini Smaghi ha smentito che il maxi pronti contro termine serva ad aiutare le istituzioni finanziarie. Piuttosto serve a sostenere il mercato e quindi l’economia. E ha aggiunto: «L’enorme espansione di liquidità dovrà chiaramente essere eliminata rapidamente per evitare che si riproducano sul mercato gli stessi fenomeni avvenuti con la bolla speculativa».
Fonte: varie 25/06/2009

Inoltre, come ha osservato il banchiere centrale Lorenzo Bini Smaghi (commentando ieri un libro di Franco Bruni sulle meccaniche della crisi), un sistema di incentivi perverso trattiene le banche dal rivolgersi agli strumenti messi a loro disposizione dagli Stati per aumentare il capitale (per esempio i Tremonti bond): gli azionisti temono di vedere diluito il valore delle loro azioni, mentre i manager temono i vincoli all’operatività e alle strutture dei loro compensi.
Fonte: Carlo Bastasin, ”Il Sole-24 Ore” 26/6/2009

«Non potevamo crederci (a proposito del caso Lehman) ”dichiara Lorenzo Bini Smaghi, uno dei consiglieri della Bce che visse in prima persona quei momenti – sapevamo quali conseguenze devastanti ci sarebbero state ed eravamo certi che avrebbero trovato una soluzione in extremis. Quando abbiamo capito che tutto era perduto, non ci è restato che accelerare il lavoro della squadra dei supervisori, per organizzare gli interventi sul mercato all’apertura di lunedì mattina».
Fonte: Mario Platero, Il Sole-24 Ore 12/9/2009;

Non solo, l’Italia è già rappresentata nel board da Lorenzo Bini Smaghi, che concluderà il suo mandato solo nel 2013, e quindi per aprire la via a Draghi dovrebbe lasciare Francoforte in anticipo.
Fonte: Antonio Satta, Milano Finanza 30/09/09

La promozione di Draghi in Europa libererebbe in anticipo una postazione istituzionale di primo piano per la quale profili come il direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli, e Lorenzo Bini Smaghi, membro del board della Bce, sarebbero perfetti.
Fonte: Il Foglio 21/01/2010

Come ha cercato di spiegare Lorenzo Bini Smaghi, era essenziale che l’Europa, così come alla fine si è mare) per fortuna deciso, si assumesse la reponsabilità degli interventi di sostegno ad Atene, affidando al Fondo Monetario, a maggioranza americana ma destinato ad accogliere un peso crescente della Cina e di altri emergenti, un molo di supporto, ma gregario. Certo, non toccava a Trichet decidere.
Fonte: Ugo Bertone, Libero 26/3/2010