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 2010  febbraio 22 Lunedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "AMATO

Giuliano" -
Giuliano Amato è stato testimone di nozze per Linda Lanzillotta e Franco Bassanini, uniti in matrimonio da Francesco Rutelli (Scheda biografica di Linda Lanzillotta).

Giuliano Amato, da presidente dell’Antitrust, in linea con il commissario europeo Karel Van Miert, criticava il monopolio della Stet senza dire, come avrebbe potuto, di tutti i rapporti finanziari discutibili della finanziaria di Stato (scheda bibliografica di PASCALE Ernesto).

1997

Il presidente dell’Antitrust, Giuliano Amato, è stato nei primi anni ’80 a capo del centro studi della Cgil per conto della componente sindacale filocraxiana (Ivo Caizzi, Corriere della Sera, 24/02/1997).

1998

Giuliano Amato, ministro delle riforme istituzionali ha avuto l’incarico da D’Alema di mettere a punto nuova legge elettorale, per essere credibile ha bisogno di un largo consenso tra i partiti, anche fuori dalla maggioranza che appoggia D’Alema (’Corriere della Sera” 1/11/98, 3/11/98).

1999

"L’Italia è uno dei Paesi che meno si può permettere anomalie" (Giuliano Amato sulla ”Stampa” di martedì 2 febbraio 1999).

"Siamo noi di sinistra che abbiamo insegnato il ”benaltrismo”. Quando uno propone la soluzione di un problema c’è sempre chi si alza a dire: ”Il problema è un altro”" (Giuliano Amato sull’’Unità” di martedì 23 febbraio 1999).

’Se uno vede che qualcuno gli ha svuotato la piscina ne prende atto. Non ci si butta lo stesso” (Giuliano Amato sul ”Messaggero” di venerdì 5 marzo 1999).

2000

Giuliano Amato: vitalizio parlamentare, 9.130.000; pensione Inps, 36.799.942; indennità di governo, 18.598.744. Totale lordo mensile: 64.528.686 (Il Giornale 25/08/2000).

Giuliano Amato, nel ’93, si era presentato in Vaticano con un Cristo risorto di bronzo dorato (Sebastiano Messina su La Repubblica del 4/11/2000 a pagina 21).

Nel 2000 nasce la Fondazione Italianieuropei voluta da Giuliano Amato e Massimo D’Alema, per innovare la cultura della sinistra, aprirla all’impresa, e inventare una funzione nuova del riformismo (varie Framm 131911).

2001

Molti politici stanno aprendo su Internet una propria homepage (il primo è stato Giuliano Amato, che su www.comunicazioni.it risponde personalmente alle e-mail dagli elettori) (Francesca Paci su La Stampa del 16/1/01 pagina 15).

Il presidente del consiglio Giuliano Amato s’è detto favorevole al rientro immediato dei Savoia solo se loro si impegnano a giurare fedeltà alla Repubblica (Felice Saulino sul Corriere della Sera del 29/1/2001 a pagina 3).

Il presidente del Consiglio Giuliano Amato ha dichiarato un reddito di 607 milioni di lire (Stafano Caviglia su la Repubblica del 6/2/2001 a pagina 9; anche Raffaello Masci su La Stampa del 6/2/2001 a pagina 5).

Le vacanze dei politici italiani: Giuliano Amato ad Ansedonia (Sette del Corriere della Sera del 23/08/01 a pagina 20 e Donatella Bogo su Sette del Corriere della Sera del 23/08/01 a pagina 94).

2002

I Savoia, proclamò un paio d’anni fa in Parlamento l’allora presidente del Consiglio Giuliano Amato, «non sono più un pericolo per la Repubblica» (Filippo Ceccarelli La Stampa, 05/02/2002).

La sezione socialista di Pomigliano D’Arco è a favore della Ford. Giulio Di Donato, ex vicesegretario del Psi, racconta in un interrogatorio nel 1996 che Giuliano Amato e Sabino Acquaviva fecero pressioni perché, in base a considerazioni di opportunità politica, si scegliesse la Fiat. La svolta filo-Torino venne celebrata con un convegno a Pomigliano con la partecipazione di Amato, Acquaviva e Cicchitto (Rinaldo Gianola l’Unità, 16/10/2002).

2003

2003: Fini scrive L’Europa che verrà, un libro con la prefazione di Giuliano Amato (Dalla scheda biografica di Francesco STORACE).

"Non sarei disposto a vedere il mio incarico svanire in un kafkiano nulla" (Giuliano Amato sulla ”Stampa” di mercoledì 25 novembre 2003).

2004

Giuliano Amato intrecciava discussioni al cenacolo «revisionista» di ”Mondoperaio” con Lucio Colletti, Luciano Cafagna e Ernesto Galli della Loggia (Pierluigi Battista La Stampa, 29/09/2004).

La scheda Framm 115112 è un articolo di Amato, la Repubblica, 13/10/2004, sulle leggi sulla fecondazione assistita.

Il Centro Studi Americani presieduto da Giuliano Amato ha ricevuto 26 mila euro di contributi erogati dal ministero degli Esteri a enti e associazioni per il triennio 2004-2006 (G.S., ”L’espresso” 4/11/2004).

2005

La riforma delle banche pubbliche risale al 1990 e fu opera di una legge che porta il nome di Giuliano Amato e Guido Carli. Il primo l’ aveva avviata con un progetto del 1988 quando era ministro del Tesoro nel governo De Mita, e il secondo la completò quando gli succedette nel governo Andreotti del 1989 (Corriere della Sera 13/10/2005, pag.38 Sergio Romano).

2006

Chi ha dovuto difendersi dall’accusa, e di conseguenza dall’onta di essere uno di quelli che con la mano copriva il foglio per negare a sguardi indiscreti il proprio elaborato, fu anni addietro Giuliano Amato, difeso dal suo compagno di banco. «Amato era sì il più bravo della classe ma è assolutamente falso che non facesse copiare i suoi compiti», assicura colui che ricorda perfettamente i precedenti e può rispondere all’ingiuria ristabilendo la verità. Amato, giura il suo vicino al secondo liceo, «era disponibilissimo, grazie a lui ho strappato anche un otto in italiano. Magari erano gli altri a evitarlo per la sua aria da saputello mista ai nove e ai dieci che collezionava. ”Figurarsi se uno così fa copiare”, pensavano gli altri. E invece non era vero» (La Stampa 16/01/2006, pag.15 Michela Tamburrino).

L’Aspen è un selezionato cenacolo di intellettuali che fanno anche politica, ed è, secondo la definizione che ne diede Giuliano Amato (uno degli ex presidenti), «una associazione non politica, dunque bipartisan non perché cerchi intese fra i partiti, ma perché non è schierata politicamente» (Panorama 19/01/2006, pag.23 Carlo Puca).

Le camere riunite stanno votando per il presidente della Repubblica e a quanto si capisce in questo momento (lunedì 8 maggio, ore 10) il nuovo capo dello Stato potrebbe essere Giorgio Napolitano oppure Massimo D’Alema oppure Giuliano Amato (Dal 30 aprile all’8 maggio 2006).

Amato va in vacanza a Capalbio (Paolo Scarano, Gente, 22/6/2006).

Amnesty International potrà visitare i Cpt. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Giuliano Amato, al termine dell’incontro con il direttore della sezione italiana, Gabriele Eminente, precisando che ”la gestione è affidata a organizzazioni di volontariato che devono assumersene la responsabilità”. Intesa, inoltre, per ”una politica di collaborazione con la Libia sulla tutela dei diritti umani” (Il Foglio 25/10/2006).

Giuliano Amato, del Viminale: «Mi secca che una amministrazione nobile come quella dell’Interno compaia nella lista dei debitori particolarmente morosi dell’Enel e dell’Acea non per ritardato pagamento ma per il mancato pagamento delle bollette» (Sergio Rizzo Gian Antonio Stella Corriere della Sera 5/12/2006).

Francesco Boccia è stato inviato a Taranto dal ministro dell’Interno Giuliano Amato per risolvere lo scandalo degli stipendi gonfiati dell’amministrazione in carica (Gian Antonio Stella, Corriere della Sera, 13/12/2006, pg. 1).

Amato ha fatto parte della giuria giuria del Premio Viareggio Répaci 2006 (www.capitoloprimo.it).

2007

Amato ha inaugurato con Prodi l’"Ulibo", acronimo di Università libera di Bologna, laboratorio politico, think thank del Partito democratico di Filippo Andreatta e Salvatore Vassallo (Alberto Statera, la Repubblica 3/2/2007).

Giuliano Amato ha partecipato agli appuntamenti, organizzati dalla Fondazione Ugo La Malfa, dall’Università Bocconi e dal Sole-24 Ore, svoltisi il 19 febbraio, il 5, il 19 e il 27 marzo presso l’aula magna dell’ateneo milanese (Il Sole 24 Ore 09/02/2007, pag.11 Mario Margiocco).

Quella dei «patti per la sicurezza» siglati con i sindaci di molte città, rimane per il ministro dell’Interno Giuliano Amato la strada giusta da percorrere anche per garantire un maggior controllo del territorio. Ai carabinieri, alla polizia e alla Guardia di Finanza, si affiancano infatti i reparti della polizia locale ma, come spiegano al Viminale, «a fare la differenza è il coinvolgimento di tutti i soggetti sociali ed economici presenti sul territorio, attraverso forme di raccordo con gli enti istituzionali» (Corriere della Sera 24/12/2007, pagg.8-9 Fiorenza Sarzanini).

Smussare ma non troppo, usare il pugno duro ma con moderazione. Difficile impresa quella del ministro dell’Interno Giuliano Amato, impegnato ieri in Senato a rendere il decreto legge sulle espulsioni degli immigrati comunitari accettabile sia per la sinistra sia per i «ribelli» centristi, da Lamberto Dini a Willer Bordon. «Un decreto - ha spiegato Amato - che colpisce quei cittadini comunitari che non lavorano ma hanno la Mercedes, e che è nato per evitare una reazione xenofoba che investiva la comunità europea dopo l’uccisione di Giovanna Reggiani». E il responsabile del Viminale ne ha riferito al premier, ieri sera, in una cena a Palazzo Chigi che Amato e Prodi definiscono come «prevista da tempo» (La Stampa 05/12/2007, pagg.10-11 FULVIO MILONE, ANNA SANDRI, GIOVANNI CERRUTI).

Finisce in tribunale l´ordinanza anti sbandati del sindaco leghista di Cittadella (Padova), Massimo Bitonci, che è stato indagato per «usurpazione di funzione pubblica» dal procuratore di Padova Pietro Calogero. E dal ministro dell´interno Giuliano Amato, che definisce «curiosa» la vicenda, arriva la prima condanna. Pur giudicando l´ordinanza «un riassunto di discipline esistenti», il ministro sostiene che «non si può fare di Cittadella una repubblica diversa dalle altre» (Roberto Bianchin, la Repubblica 23/11/2007).

Giuliano Amato ha fatto la sua denuncia quasi per inciso - mentre parlava al Teatro Massimo di Aldo Moro, di Pietro Nenni, della scomparsa dei partiti del ’900 - ma poi ha anche alzato il tono della voce per far capire che l’Italia se ne sta andando per «i fatti suoi», con «tracce di violenza sempre più evidenti», «con i nuovi partiti che non pensano più a un futuro migliore...». una denuncia, quella rilanciata dal ministro dell’Interno, che fa rabbrividire: «Mi hanno riferito una cosa sconvolgente. Ci sono bambini che si giocano a dadi centinaia di euro e poi organizzano un giro di baby prostitute per pagarsi i debiti». Questo, ha insistito il ministro davanti al collega Clemente Mastella e alla figlia di Aldo Moro, «succede nel nostro Paese: questa non è sociologia, è politica. Se non riusciamo a cogliere questi fenomeni saremo condannati da Dio e dagli uomini» (Corriere della Sera 19/11/2007, pag.20 Dino Martirano).

«Nei prossimi giorni ci sarà da lavorare parecchio ». La riunione del Consiglio dei ministri è appena terminata, il titolare dell’Interno Giuliano Amato riunisce i responsabili degli uffici legislativi. Lo descrivono come «sereno e tranquillo», ma nessuno può negare che quella di ieri sia stata una pessima giornata. Perché più volte Amato aveva insistito sulla necessità di approvare le nuove norme e appena due giorni fa, annunciando l’inserimento del «pacchetto» all’ordine del giorno, fonti di Palazzo Chigi avevano sottolineato la necessità di arrivare all’approvazione di provvedimenti che «forniscono una risposta forte e articolata alla criminalità ». Ora si ricomincia, ma su alcuni punti il responsabile del Viminale ha già spiegato che non è disposto a cedere. Ai colleghi della sinistra radicale che chiedono di eliminare la pena prevista per chi vende merce contraffatta, ha chiarito che «si può discutere sull’entità, ma un deterrente deve esserci». Ancor più duro è stato nei confronti di chi ha criticato aspramente le norme sull’espulsione dei cittadini comunitari. «In caso il provvedimento non sia immediato - ha affermato - deve essere previsto il trattenimento nei centri di permanenza temporanea, altrimenti diventa tutta una finzione». [...] Già durante la relazione preliminare al Consiglio di ieri, Amato aveva difeso l’impianto dei 4 disegni di legge spiegando che «non sono affatto draconiani perché non c’è bisogno di slogan minacciosi come "tolleranza zero", ma di risposte concrete ed efficaci applicabili alla richiesta di sicurezza che oggi arriva dai cittadini. La percezione della gente va peggiorando». Il responsabile del Viminale sottolinea «il diffondersi di una criminalità che ha tipologie nuove e invade spazi fino ad oggi ritenuti sicuri, che ha sempre più spesso come protagonisti soggetti stranieri irregolarmente in Italia, che colpisce le persone comuni, quelle più deboli, le donne, gli anziani e i bambini. Un fenomeno nuovo che per questo va contrastato con strumenti nuovi e aggiornati» (Fiorenza Sarzanini, Corriere della Sera 24/10/2007).

Amato segnala che qualcosa non funziona nei controlli finalizzati alla concessione delle misure alternative al carcere previste dalla legge Gozzini del 1986: «Non dirò mai, perché non sono capace di pensarlo, che deve essere esclusa qualunque possibilità per i giudici di tenere conto del comportamento in carcere e di modulare l’esecuzione della pena in ragione di quel comportamento, però, certo, (i giudici) debbono essere consapevoli di esercitare una responsabilità enorme...» (Corriere della Sera 3/10/2007, pagg.2-3 Marco Gasperetti, Marco Imarisio, Giovanni Bianconi, D.Mart., Al.Ar.).

Per recuperare 480 poliziotti, 358 carabinieri, 89 guardie di finanza e 32 agenti della polizia penitenziaria, il Viminale ha cancellato 112 scorte su 727 (i politici sono in minoranza, un terzo dei soli magistrati: 310). Un taglio secco del 15 per cento, dunque. Ottenuto grazie al lavoro compiuto dietro le quinte da una commissione tecnica voluta dal ministro Giuliano Amato e guidata dal viceministro Marco Minniti (Sebastiano Messina, la Repubblica 3/10/2007, pagina 31).

Il ministro degli Interni, Giuliano Amato, è preoccupato perché c’è un esodo di zingari dalla Romania verso l’Italia. Amato ha lanciato questo allarme sul nomadismo e ha detto che ha intenzione di concedere ai prefetti il potere di espellere un nomade o uno straniero anche se non è stato condannato in tribunale. Ha detto: «Quando si fermano personaggi come quelli presi nei giorni scorsi dalla mobile romana, responsabili di stupri a Tor Vergata, anche se non dovessero essere condannati, io li espellerei». Amato ha detto l’altro giorno che uno dei due corni del dilemma è proprio la Romania. «Siccome lassù gli zingari sono condannati a una non-vita, è chiaro che scappano qui. Bisognerebbe lavorare sul governo romeno perché migliori la propria struttura sociale in modo da non spingerli all’esodo» (Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 26 settembre 2007).

Amato confessa che in lui «c’è un pizzico di cattiveria» quando lancia una proposta su un altro tema scottante, quello della prostituzione: «Penso a una multa non conciliabile per i clienti, quindi spedita a casa degli interessati», dice, quasi divertendosi all’idea di tutto quello che ne seguirebbe: la moglie che scopre il vizio segreto del marito, i figli in lacrime e così via. Ma ce n’è anche per loro, le prostitute, che affollano le strade cittadine sfidando le ire dei sindaci: «Siccome non riesco a immaginare una legge che proibisca quell’attività, sarei propenso ad applicare sanzioni amministrative per l’esercizio della prostituzione nelle vie di solito frequentate dai minori o vicine ai luoghi di culto» (Amedeo La Mattina, La Stampa 26/9/2007).

Giuliano Amato ha deciso a fare chiarezza su chi finanzia le moschee (Mario Margiocco, Il Sole-24 Ore 20/9/2007).

Giuliano Amato, inserendosi nel dibattito promosso dal Corriere sul dialogo con i «cattivi maestri» islamici, ha avuto il merito di spostare l’attenzione sulla realtà interna dell’Occidente, focalizzando il discorso sulla crisi dei valori e dell’identità e sull’assenza di un modello di convivenza sociale credibile ed efficiente [...] L’approccio metodologico di Amato è corretto, perché nel rapporto con l’altro, prima di preoccuparci della realtà altrui, dobbiamo avere la certezza di chi siamo, in quali valori crediamo e a quale traguardo collettivo aspiriamo (Magdi Allam, Corriere della Sera 15/9/2007).

Il 29 agosto il ministro dell’Interno Giuliano Amato, ha tuonato: «Quando uno viene arrestato non te lo puoi trovare davanti tre mesi dopo» (L’Espresso 20/09/2007, pag.40 DI PETER GOMEZ, LEO SISTI).

Giuliano Amato, intervistato da Massimo Giannini, ha annunciato, anch´egli, "un pacchetto di misure urgenti contro la criminalità" (Ilvo Diamanti, la Repubblica 9/9/2007).

Giuliano Amato annuncia «tolleranza zero», «una lotta all´illegalità così come fece Rudolph Giuliani da sindaco di New York» [...]D´incapacità tocca invece discutere, quando si affronta quel che, per Amato, è «uno dei maggiori problemi di sicurezza nel nostro Paese, in questo momento»: la criminalità rumena. La leva per scardinarla c´è. Dice Amato: «Ogni cittadino comunitario (i rumeni lo sono) può registrarsi all´anagrafe di un altro Paese solo se ha i mezzi leciti di sostentamento. Se non li ha, va a casa» (Giuseppe D’Avanzo, la Repubblica 7/9/2007).

Dai tabulati sulle presenze e assenze al momento del voto a Montecitorio: Giuliano Amato, ministro dell’Interno, ha votato 18 volte su 3116, fiducia compresa (La Stampa 30/07/2007, pagg.4-5 UGO MAGRI).

Il ministro Amato vede il futuro Capo della polizia in rosa. Sembra chissà che provocazione scandalosa. In Gran Bretagna, una donna, Stella Rimington, ha fatto in tempo ad essere nominata Direttore dei servizi segreti da Blair nel 1992 e a lasciare la carica già nel 1996. Da noi se ne discute. «Quelle di Amato sono lacrime di coccodrillo - polemizzano le senatrici Maura Leddi, della Margherita, e Loredana De Petris, dei Verdi - perché, se Amato voleva, non l’ha già fatto?». Oppure Carolina Lussana, della Lega: «Il momento per le donne è sempre quello che verrà» (Francesco Grignetti, La Stampa 3/7/2007).

L’ultima intemerata contro le intercettazioni è venuta dal ministro dell’Interno Giuliano Amato: «Una follia tutta italiana». Poi ha aggiunto: «Qualunque cosa venga detta al telefono, se tocca incidentalmente un processo, esce. Quale che sia la sua rilevanza. chiaro che il sistema non funziona» (Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport - 12 giugno 2007).

Ieri il ministro dell’Interno Giuliano Amato ha presentato il Rapporto sulla criminalità in Italia, un tomo piuttosto voluminoso che analizza i reati violenti e contro il patrimonio nell’arco di 40 anni (dal 1968 al 2006) e che può essere letto come un saggio su come è cambiato il Paese (Flavia Amabile, La Stampa 21/6/2007).

Telecamere e più poteri ai prefetti Roma e Milano, ecco il piano di Amato. La Repubblica 17 maggio 2007. ROMA - Poteri straordinari al prefetto di Roma per individuare nuove zone dove ospitare i campi nomadi la cui vigilanza sarà affidata a un reparto speciale del Viminale di 100 uomini. Telecamere per controllare gli accessi di Milano dove sarà inviato un reparto speciale di 100 agenti per combattere lo spaccio di droga in città e altri 100 per la lotta alla prostituzione minorile e all´abusivismo commerciale. Sono, questi, i punti di forza dei «patti di sicurezza» di Roma e Milano che saranno firmati domani. Nella capitale il «piano» sarà siglato fra il ministro dell´Interno Giuliano Amato e il primo cittadino Walter Veltroni (La Repubblica 17/05/2007, pag.3 ALBERTO CUSTODERO, GIUSEPPINA PIANO).
Giuliano Amato non ha nascosto le sue perplessità sull’indlto (La Stampa 09/05/2007, pag.7 Guido Ruotolo).

Il modello di famiglia condiviso nella «Carta dei valori, della Cittadinanza e dell’Immigrazione» ha visto la luce per iniziativa del ministro Giuliano Amato e del sottosegretario Marcella Lucidi dopo un’istruttoria durata molti mesi [...]Il decreto di Amato che conferma l’incarico al comitato scientifico stabilisce: «Il ministero dell’Interno si ispira alla Carta...e orienta le relazioni con le comunità degli immigrati e religiose al comune rispetto dei principi della Carta». Come dire, per usare le parole di Amato, che chi aderisce con convinzione ha in tasca il «documento che possa accompagnare il processo di ingresso nella cittadinanza italiana» (Dino Martirano, Corriere della Sera 24/4/2007).

Giuliano Amato possiede con la moglie una casa a Orbetello, mentre alla signora sono intestati un appartamento a Roma e una Fiat Panda [...] Il ministro più ricco del governo Prodi è Giuliano Amato, che nella dichiarazione dei redditi per il 2005 ha denunciato oltre 420 mila euro (La Stampa 18/4/2007, pagina 6).

Giuliano Amato: « Beniamino Andreatta è la persona più intelligente che abbia mai incontrato» (Aldo Cazzullo, Corriere della Sera 27/3/2007).

2007 Il campionato s’è giocato a porte chiuse in quattro stadi su nove della serie A e in quasi tutti quelli della serie B, fatto mai accaduto in passato. Il ministro dell’Interno Giuliano Amato ha reiterato, rinforzandolo, il vecchio decreto Pisanu (il ministro degli Interni di Berlusconi), ampiamente disatteso. Ha fatto autocritica per aver concesso, lo scorso settembre, troppe deroghe (Fonti varie Framm 132044).

Nella crisi degli anni Novanta Amato vedeva infatti la fine di «quel modello di partito-Stato che fu introdotto in Italia dal fascismo e che la Repubblica aveva finito per ereditare», sostituendo il partito unico con un sistema pluralistico sì ma partitocratico (e alla partitocrazia come lascito del fascismo era appunto dedicato un capitolo del pamphlet di Cafagna) (Guido Crainz, la Repubblica 27/12/2007).

2008

Ma le scelte di Giuliano Amato prima, e Roberto Colaninno poi, hanno riproposto la questione in maniera ineludibile. E la questione, e la conseguente accusa, potremmo sintetizzarla così, se c’intendiamo sul termine: collaborazionismo. Insomma: si può, e fino a che punto si può, collaborare - dando quindi una mano - con Berlusconi e la sua maggioranza? Roberto Colaninno, appellandosi a quella che potremmo definire «etica imprenditoriale», ha ritenuto che si possa. E Giuliano Amato, richiamando il «mandato istituzionale» ricevuto, ha confermato di voler presiedere la commissione sul futuro di Roma, città strappata da Gianni Alemanno al governo della sinistra. Si è nei limiti di un’accettabile pratica bipartisan o siamo già nel campo del collaborazionismo? Francesco Rutelli - sconfitto da Alemanno nella battaglia di Roma - non ha dubbi (e non è il solo) e proprio in una intervista a La Stampa ha chiesto ad Amato di farsi da parte per evitare «equivoci» e permettere «una critica dura a chi ha vinto le elezioni su strumentalizzazioni orribili». Né meno profonde sono le riserve che circondano la scelta di Roberto Colaninno - imprenditore considerato vicino al Pd e padre di Matteo, ministro ombra di Veltroni - di capitanare la cordata che proverà a salvare Alitalia, tirando fuori Berlusconi da un bel mucchio di guai. Qualcuno ha agito - ha accusato Bersani - «con la pistola puntata alla tempia». Ma questo non cambia, per altri, il senso della vicenda: collaborazionismo, intelligenza col nemico. Roba da corte marziale, se fossimo in tempo di guerra... E accusa più o meno simile - con termini, ovviamente, più consoni a un’era di pace - è stata rivolta a Franco Bassanini che, dopo esser entrato nella Commissione Attali voluta da Sarkozy, si è detto disponibile a bissare l’esperienza a Roma, assieme a Giuliano Amato (Federico Geremicca, La Stampa 30/8/2008 pagina 1).

Dopo anni di potere ininterrotto, Palazzo Chigi, Authority, Viminale, Giuliano Amato si è fatto mettere la linea veloce di Internet nel posto che ha meno frequentato negli ultimi decenni: casa sua. Al Tennis club di Orbetello, fino ad aprile, nei week end era impossibile trovare un campo libero per palleggiare vicino al ministro dell’Interno, nota racchetta. Ora, per le prenotazioni non c’è più nessun problema. Amato c’è sempre. Ma adesso è soltanto il presidente onorario del circolo (Marco Damilano Denise Pardo, L’espresso 7/8/2008, pagina 40).

Giuliano Amato, ha sospeso il respingimento individuale dei clandestini alla frontiera, inviandoli nei paesi di transito, la Libia, che a sua volta provvedeva al rimpatrio verso i paesi d’origine (Guido Ruotolo, La Stampa 13/5/2008).

Il ministro del centrosinistra, Giuliano Amato, nei passati diciotto mesi di governo aveva chiuso tre centri accoglienza temporanea per gli extracomunitari clandestini (Cpt), a Crotone, Ragusa e Brindisi; il centrodestra è intenzionato a riaprirli il prima possibile (Il Foglio 1 maggio 2008).

Rifiuto della poligamia, riconoscimento della laicità dello Stato. Uguaglianza tra uomo e donna. Corsi di italiano e di diritto per gli imam. Bilanci trasparenti per le moschee. La galassia musulmana in Italia si dà le prime regole e annuncia la nascita di una federazione unitaria. L´obiettivo? Unire l´islam, siglare l´Intesa con lo Stato e, infine, accedere all´otto per mille. La "road map" verrà illustrata oggi al Viminale, dal ministro Giuliano Amato e il professore Carlo Cardia. Ma l´Ucoii si chiama fuori e la Lega già avverte: «Bloccheremo ogni intesa con l´islam» (Vladimiro Polchi, la Repubblica 23/4/2008).

Polemica sulle schede elettorali: La questione della scheda è questa: i simboli dei partiti sono stati piazzati in orizzontale uno accanto all’altro, poi è stata disegnata una cornice nera intorno a quelli apparentati, messi a bella posta uno vicino all’altro. Il ministro dell’Interno Giuliano Amato, messo sotto accusa da Berlusconi, ha risposto alle critiche ricordando che per la grafica si sono seguite le regole fissate dal suo predecessore Pisanu, cioè il ministro dell’Interno di Berlusconi (Varie Framm. 154465).

Scala mobile: Abolita da Amato nel 1992 - Nell’84 il «taglio» di Craxi Il sistema di aggiornamento automatico rispetto al costo della vita della retribuzione da lavoro dipendente chiamato «scala mobile» è stato soppresso il 31 luglio del 1992 con un protocollo d’intesa tra il governo di Giuliano Amato e le parti sociali (Corriere della Sera 24 febbraio 2008).

Alemanno ha voluto una commissione bipartisan «per promuovere lo sviluppo della capitale» e sulla falsariga di quella di Sarkozy in Francia (guidata dal socialista Jacques Attali) ha chiamato alla presidenza Giuliano Amato. Ma un suo giudizio sul fascismo e le leggi razziali (le leggi razziali furono «il male assoluto», il fascismo invece un «problema complesso») innescò una polemica con la sinistra sull’autenticità della conversione democratica degli ex missini. Amato, pressato dai suoi stessi compagni, preferì fare marcia indietro (Annuario Panorama 2008).

2009

Suo figlio, Lorenzo Amato, ha recitato nei "Ragazzi del muretto" e in una puntata di "Don Matteo", ma soprattutto si dedica al teatro, e in particolare alla regia (Davide Federici, La Stampa 2/10/2009).

Gianni Alemanno ha voluto fortemente una commissione bipartisan e ha chiamato alla presidenza Giuliano Amato. Ma un suo giudizio sul fascismo e le leggi razziali (le leggi razziali furono «il male assoluto», il fascismo invece un «problema complesso») innescò una polemica. Amato, che una parte dei suoi compagni di schieramento aveva fortemente attaccato per la sua apertura, preferì fare marcia indietro (Catalogo dei viventi alla voce ALEMANNO, GIANNI).

Giuliano Amato: «Io quest’anno faccio un gran tifo per Rutelli e per la Roma. Entrambi possono battere quelli che mi stanno antipatici». Demetrio Albertini, giocatore del Milan, gli ha risposto: «Noi del Milan vogliamo continuare ad essere antipatici ad Amato vincendo anche questo scudetto». Fonti: Massimo Giannini, la Repubblica 03/01/01; la Repubblica 04/01/01; Concita de Gregorio, la Repubblica 05/01/01.

Le amicizie di Aurelio Regina sono eccellenti, non solo con Berlusconi o con i due Letta, Gianni ed Enrico; nel Pd è molto vicino a Giovanna Melandri e soprattutto a Pierluigi Bersani. [...] Ma forse il suo più grande sponsor [...] è Giuliano Amato, con cui condivide l’equidistanza e la diplomazia ma soprattutto le partite di tennis a Orbetello. Una volta, lo ha descritto così: ”La persona adatta per un’intesa tra le istituzioni: un esponente di quella nuova dirigenza postideologica di cui l’Italia ha spaventosamente bisogno, uno che riesce a far quadrare quello che altri non riescono a far quadrare”. (Michele Masneri, ”Il Riformista” 24/11/2009)

Da ministro dell’Interno, Giuliano Amato, ha commissionato alla Makno un sondaggio sull’immigrazione reso pubblico nel 2008 (Carlo Panella, Il foglio 18/11/2009).
L’ex premier Giuliano Amato spiega al Foglio che è piuttosto un ”declino”, grave, ma ”resistibile” quello del Parlamento italiano. ”C’è un’asimmetria fra le regole della costituzione e dei regolamenti parlamentari che raffigurano un governo debole e un parlamento capriccioso e il potere politico che il governo ha conquistato in ragione della legge elettorale maggioritaria, potere del quale si è avvalso acquisendo una forza esorbitante”, osserva Amato. ”Il paradosso è che chi sta al governo dice oddio come sono debole e chi sta in Parlamento dice mamma mia come è forte il governo”[...] Ancora più prevaricante o aggirante nei confronti del Parlamento il sistema delle ordinanze della Protezione civile. Amato la chiama ”la Bertolasocrazia che neanche Bertolaso vorrebbe”. Il sito della fondazione Astrid di Franco Bassanini le ha pubblicate tutte rendendo evidente che contengono di tutto e che all’emergenza vengono delegate materie ordinarie. Prodi inserì il traffico a Roma, Berlusconi i mondiali di nuoto. ”Me ne sono avvalso anch’io quando ero ministro dell’Interno”, confessa Amato. ”Avevo bisogno di fondi per un viaggio del Papa a Napoli. Ho tampinato Prodi che era anche restio, poverino, alla fine ha accettato”. Il metodo è dilatare la nozione di grande evento – ”quella di catastrofe no, sarebbe iettatorio” – osserva Amato. (Alessandra Sardoni, Il foglio 18/11/2009).

Sandro Bondi: «Considero il Biografico un’opera di prim’ordine per esperienza diretta – dichiara il mini¬stro per i Beni e le attività culturali – in quanto io stesso ho avuto occasione di servirmene nelle mie ricerche di carattere storico. Quindi ho preso contat¬to con il presidente dell’Enciclopedia italiana, Giuliano Amato, per studiare insieme una via che consenta di prose¬guire e terminare l’opera, magari an¬che più speditamente del previsto, sen¬za abbassare in alcun modo il suo ele¬vato livello scientifico». Bondi e Amato si sono sentiti ieri te¬lefonicamente e hanno convenuto, si legge in un comunicato del ministero, «sulla necessità che le due istituzioni individuino le forme di collaborazio¬ne, soprattutto finanziarie, che possa¬no rafforzare il Dizionario biografico degli italiani della Treccani» (Antonio Carioti, Corriere della sera 29/10/2009).

Giuliano Amato ha risposto con una lettera ai presidenti delle tre associazioni di storici che lo avevano chiamato in causa dicendosi preoccupati per la sorte di una delle opere più importanti per la cultura italiana. Il testo completo del documento, indirizzato ai professori Giuseppe Petralia, presidente della Società italiana degli storici medievisti, Giovanni Muto, presidente dell Società italiana per la storia dell’età moderna, e Andrea Graziosi, presidente della Società italiana per lo studio della storia contemporanea, lo trovate qui a fianco. In sostanza, Amato propone un «esperimento inteso asveltire l’acquisizione delle voci, allo scopo di avvicinare il più possibile la conclusione del lavoro» e spiega che «il lemmario dalla M alla Z dovrebbe essere pronto entro metà gennaio». A quel punto sarà lanciato il call of papers. (Francesco Borgonovo, Libero, 30/10/2009).

Giuliano Amato, che ha rinunziato al suo stipendio di 150.000 euro all´anno come presidente dell’Enciclopedia italiana (Simonetta Fiori, la Repubblica 28/10/2009).

Giuliano Amato e Giulio Tremonti hanno mediato l’incontro del 23 novembre a Lecce "Nuovi paradigmi di progresso e capitalismo". Tra gli invitati ci sono Massimo D´Alema e Guglielmo Epifani (Claudio Tito, la Repubblica 21/10/2009).

Vincenzo Scotti, invece di dimettersi da deputato, preparò una lettera di dimissioni da ministro degli Esteri dopo aver concordato con Giuliano Amato, presidente del Consiglio, che quelle sue dimissioni sarebbero state respinte. L’idea era che, così facendo, poteva dire alla Dc che si era adeguato alla incompatibilità tra parlamentare e ministro, ma il Paese - nella persona del primo ministro - lo voleva a tutti i costi. Non appena le agenzie batterono la notizia delle dimissioni di Scotti, Forlani telefonò ad Amato per dare il nome di Emilio Colombo come nuovo ministro degli Esteri e, dopo un flebile tentativo di mantenere l’impegno con Scotti, Amato accettò le sue dimissioni: in serata salì sul Colle nominando Colombo ministro degli Esteri. Come spesso capita, chi voleva bastonare rimase bastonato. Questa è la verità vissuta da noi in prima persona, perché fu lo stesso Amato a mostrarci a Palazzo Chigi la lettera di dimissioni di Scotti e l’accordo sottostante. (Geronimo, Libero, 21/10/2009).

Giuliano Amato ha esibito con orgoglio i calzini bucati (Salvatore Tramontano, Il Giornale, 11/09/09).

Andreatta e Amato, l´uno ministro del Bilancio, l´altro presidente del Consiglio, hanno cercato di dare il taglio alla Cassa del Mezzogiorno. Nel 1992 si fa il conto: la Cassa rivendica 18 mila chilometri di nuove strade, 22.800 chilometri di acquedotti, 40 mila chilometri di reti elettriche, 1600 scuole e 160 ospedali [...] Seppellita da poco ad opera di Giuliano Amato e del compianto Nino Andreatta si rimaterializza in un soffio, dopo tre lustri di morte apparente, l´ectoplasma della Cassa del Mezzogiorno erogatrice generosa di fondi pubblici [...] Amato spera ancora che non sia solo un contrordine sulla Cassa, ma un´idea inovativa del governo (Alberto Statera, la Repubblica 1/8/2009).

I procuratori di Caltanissetta - sono cinque che indagano, il capo Sergio Lari, gli aggiunti Domenico Gozzo e Amedeo Bertone, i sostituti Nicolò Marino e Stefano Luciani - hanno già ascoltato Vincenzo Scotti (ministro degli Interni fra il 1990 e il 1992) e l’allora presidente del Consiglio (dal giugno 1992 all’aprile 1993) Giuliano Amato per avere anche informazioni che nessuno aveva mai cercato. Su alcuni 007. Primo fra tutti quell’agente con la "faccia da mostro" (Attilio Bolzoni per "la Repubblica", rilanciato da dagospia, 17.7.9).

I baristi di piazza Argentina si scambiano opinioni su quanto ascoltano che sta avvenendo alla Treccani. Dai discorsi sussurrati nei bar della piazza sembra che sia già scattata la trappola preparata per il topo Giuliano Amato, recentemente nominato presidente della Treccani. Subito dopo l’insediamento Amato aveva avuto dall’amministratore delegato dell’istituto, il mitico Franco Tatò un’informativa molto tranquillizzante sulla situazione economica dell’azienda; il Presidente l’aveva fatta propria e aveva informato in merito i dipendenti e il sindacato. Ma passano pochi mesi e Tatò, approfittando della situazione generale di crisi dell’editoria, chiede la mobilità (accompagnamento alla pensione) fino a 7 anni per i dipendenti, su base volontaria; Tatò vuole almeno 60 dipendenti (su circa 180) fuori dall’azienda; i sindacati stanno con l’azienda. Amato non se la sente di smentire l’amministratore delegato e cade nella trappola; mette all’ordine del giorno, nel consiglio di amministrazione, la mobilità per i dipendenti. Nel consiglio c’è qualcuno che si domanda come l’istituto Treccani possa sopportare i costi altissimi legati all’A.D. senza che questi porti nemmeno un piano per il futuro dell’azienda: l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana è in crisi, ma i costi della crisi ricadono esclusivamente su coloro che fanno effettivamente le opere e per il futuro non ci sono opere nè piani, anzi vengono smantellate le redazioni, cioè il motivo di esistere della Treccani. Il lavoro dell’A.D. sembra essere stato solo quello di vendere il patrimonio aziendale (gli immobili) per finanziare la spesa corrente. Ma nel consiglio di amministrazione c’è qualcuno potente che appoggia Tatò, tanto potente che nessuno ha il coraggio di chiedere maggiori chiarimenti e ingaggiare una battaglia destinata alla sconfitta. Perchè dietro a tutto un piano c’è, ma così subdolo e incredibile che i baristi di piazza Argentina faticano a prestare fede a quello che ascoltano. Sentono sussurrare che il piano segreto è stato architettato in Vaticano, che non ha mai digerito la bocciatura del suo candidato alla presidenza dell’Istituto della Enciclopedia Italiana, Pera, a cui era stato affidato il compito di portare la Treccani al rispetto della più stretta ortodossia cattolica. Le difficoltà di presentabilità di Berlusconi, pronto a qualunque cosa pur di essere ricevuto dal Papa, hanno reso possibile disegnare lo scenario per la vendetta, e non solo, del Vaticano. In sintesi il piano ascoltato dai baristi di piazza Argentina è il seguente: Giuliano Amato si trova costretto a rassegnare le dimissioni, in quanto non è ammissibile che un presidente definisca buona la situazione dell’Istituto che presiede e dopo un mese chieda la mobilità per un terzo dei dipendenti, senza toccare A.D. e dirigenti che qualche responsabilità dovranno pure averla e senza piani credibili per il futuro (Dagospia 12-07-2009).

All’origine della bufera sui «respingimenti» c’è un accordo firmato in Libia da Giuliano Amato, allora ministro del governo Prodi. Perché, dunque, tutto questo scandalo? Ma, soprattutto, perché l’Ue sta facendo così poco? Correva l’anno 2008, 4 gennaio, e gli esperti dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) già dicevano: «Esprimiamo estrema preoccupazione per l’accordo raggiunto tra il governo italiano e il governo libico in materia di contrasto all’immigrazione irregolare (...) l’accordo pone oggettivamente l’Italia in un pericolosissimo vortice di gravi responsabilità dirette per le violazioni dei diritti fondamentali della persona che in territorio libico potranno essere commesse a danno dei migranti». Mancavano ancora 16 mesi alla notte tra il 5 e il 6 maggio 2009, quella in cui la prima operazione di pattugliamento italolibico ha riportato a Tripoli 228 migranti in viaggio verso Lampedusa, e già c’erano la preoccupazione dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) e le proteste di Amnesty international. Presidente del Consiglio, all’epoca, era Romano Prodi. Ministro degli Esteri Massimo D’Alema. A firmare l’accordo con Abdurrahman Mohamed Shalgam, ministro degli Esteri libico, c’era l’allora titolare del Viminale, Giuliano Amato. E ora? Firmato il 30 agosto scorso il trattato definitivo con Muammar Gheddafi (è stato ratificato da Camera e Senato con i voti favorevoli di Pdl, Lega e, grazie al pressing di D’Alema, anche del Pd), la bomba diritti umani è scoppiata, paradossalmente, nelle mani del centrodestra. E ha buon gioco a fare dell’ironia il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano: «Loro fanno gli accordi e noi, che li applichiamo, siamo i cattivi?». I numeri, del resto, sono quello che sono. Sia per la destra sia per la sinistra. Amato stimava che in soli 3 anni, dal 2005 al 2007, fossero partiti dalle coste libiche in 60 mila (Laura Maragnani, Panorama, 21 maggio 2009).

Il 30 dicembre 2007 l’allora Ministro Amato ha firmato a Tripoli un Protocollo d’intesa che prevede un ulteriore rafforzamento della collaborazione in materia di lotta all’immigrazione clandestina. Tanto all’Accordo del 2000 quanto al Protocollo del 2007 si fa riferimento, ai fini di una loro efficace attuazione, nel testo del Trattato di Amicizia (Fabrizio Gatti, L’Espresso, 21 maggio 2009).

Giuliano Amato ha partecipato a un seminario a porte chiuse della nuova associazione «Italiadecide», presieduta da Luciano Violante (Roberto Petrini, la Repubblica 20/3/2009).
Amato. Quelli che chiamano direttamente sul telefonino anche chi conta molto meno di loro (i grandi di prima categoria), e quelli che, pur non contando niente, fanno chiamare sempre dalla segretaria (fuori da ogni categoria). Giuliano Amato tra i primi, quando diventò Presidente del Consiglio (dopo le dimissioni di D’Alema seguite alla sconfitta delle amministrative della primavera del 2000), che la chiamò per chiederle di restare a Palazzo Chigi (Marta Dassù, Mondo privato e altre storie, Bollati Boringhieri, 2009, 149 pagine, 10 euro).

Il 16 giugno di quell’anno arriva una nuova batosta elettorale per Ds e alleati. Sconfitti in otto regioni su quindici. Il giorno successivo, D’Alema si dimette da premier e cede la poltrona a Giuliano Amato (Giampaolo Pansa, il Riformista 19/2/2009).
Giliano Amato usufruisce della scorta in quanto ex presidente del Consiglio (Alberto Custodero, la Repubblica 19/02/2009).

Il Mulino governa un impero economico e culturale: la maggior casa editrice universitaria del Paese, una rivista, l’Istituto Cattaneo, la Biblioteca. Tanto che fra i soci ci sono due ex presidenti del Consiglio (Prodi e Amato) (Alberto Mattioli, La stampa 13/2/2009).