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 2010  febbraio 07 Domenica calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "ABBADO

CLAUDIO"

Anche Claudio Abbado: due mogli e un lungo legame con la bellissima violinista russa Vittoria Mullova.
6/3/1997

Com’era suo fratello Claudio da bambino?
’Timido e introverso. Io ho sette anni più di lui e sono stato il suo maestro di pianoforte. Ha studiato con me cinque anni e poi è entrato in Conservatorio. Come pianista era bravissimo. All’inizio degli anni Cinquanta, a Parigi, nella Sala Gaveau, mio padre, Claudio ed io ci siamo alternati come solisti in concerti di Bach, ciascuno suonando e dirigendo contemporaneamente. Alla fine, io e Claudio ci siamo esibiti nel Concerto in do minore per due pianoforti di Bach. Una serata memorabile”» (Marcello Abbado)
Renzo Allegri, Il Giorno 28/5/2000

Nei Settanta operò con successo come scenografa per la Scala e altri teatri, con Luca Ronconi, Abbado, Pollini [Gae Aulenti]
Varie 12/2/2002

Nel settembre [Luciano Berio] 2000 accetta la presidenza dell´Accademia di Santa Cecilia di Roma, di cui il gruppo "L´Espresso-la Repubblica" è socio fondatore: internazionalizza e svecchia l´istituzione, la apre ad eventi culturali entusiasmanti (il ciclo Beethoven-Abbado con i Berliner, il Festival Pollini),
Leonetta Bentivoglio, "la Repubblica" 28/5/2003

Mio padre suonava il violoncello alla Scala e si esibiva in trio con gli amici, al violino c’era il padre di Claudio Abbado. Siamo stati vicini di casa, cresciuti insieme. Claudio è del 1933, mio coetaneo. Gabriele, il fratello minore, è architetto come me. Ho sempre avuto la mania di disegnare, mi piaceva inventare giochi, battaglie napoleoniche con i soldatini di carta disegnati da me. Abbiamo giocato a soldatini fino a vent’anni. Io ero Napoleone, anche se non ne ho il temperamento. Ci piaceva rovesciare le sorti delle battaglie: Napoleone vinceva a Waterloo e perdeva a Austerlitz. Claudio aveva i soldatini russi, prussiani. Già allora era mezzo tedesco» (Crepax, ”Corriere della Sera” 18/1/2001).

"Mi sento a mio agio davanti alla telecamera: sono stato il primo tenore a cantare Otello in diretta, nel ’97 da Torino, con Abbado.
(Leonetta Bentivoglio, "la Repubblica" 3/6/2003).

Carriera precoce e breve, quella di concertista, ma ugualmente ricca di soddisfazioni: a 17 anni, non ancora diplomato, già in scena con Abbado e prima ancora con i Solisti Veneti di Scimone. [Pino Donaggio]
(Giorgio Destefanis, ”La Stampa” 3/1/2003).

[Daniel Harding] ”creatura” di Simon Rattle e di Claudio Abbado (Leonetta Bentivoglio, ”la Repubblica’ 7/2/2005) Quando nel ”98, al Festival di Aix, Abbado gli affidò la prima del Don Giovanni, provato da entrambi con Peter Brook e un doppio cast di cantanti, la rivelazione fu clamorosa. (Leonetta Bentivoglio, ”la Repubblica” 27/9/2001).

[Riccardo Muti] Fu appoggiato da Dc e Psi in contrapposizione a Claudio Abbado che era invece protetto dal Pci. (Pietrangelo Buttafuoco, ”Dizionario dei nuovi italiani illustri e meschini” 31/10/1998) Muti, che pure ha studiato un po’ di filosofia ed è cultore di Federico II di Svevia, non si circonda di persone di cultura, è un’altra critica: a differenza di Abbado, Pollini, del compianto Sinopoli. (Enrico Arosio, ”L’Espresso” 14/4/2005). Il Conservatorio, il calvinismo iperattivo della capitale lombarda, l’autorità musicale della famiglia Abbado, con il giovane Claudio fin da allora destinato a una brillantissima carriera. (Rita Sala, ”Il Messaggero” 3/4/2005).

[Viktoria Mullova] stata a lungo compagna di Claudio Abbado (Laura Putti, ”la Repubblica” 4/2/2002).

[Maurizio Pollini] Ha suonato con tutti i direttori più celebri e ha collaborato molto spesso con Abbado, a cui lo lega una grande amicizia (’la Repubblica” 5/2/2001) Attraverso storiche prime di musiche scritte per lui (da Nono, Manzoni e Sciarrino, tra gli altri) e tenute a battesimo con l’amico e fratello di battaglie civili Claudio Abbado (Angelo Foletto, ”la Repubblica” 9/11/2001).

Con rigore, metodo, curiosità, sensibilità. Anche con qualche ”vera follia”: come quell’eseguire a memoria, nei primi Anni ’70, Klavierstück X di Stockhausen alla Scala, la Seconda Sonata di Pierre Boulez all’Unione Musicale di Torino, i due Concerti di Bartók con Abbado, (Alberto Sinigaglia, ”La Stampa” 11/4/2003).

[Remigio Carmela] Deve tutto ad Abbado (Valerio Cappelli, ”Corriere della Sera” 28/7/2001).

ABBADO Daniele Milano 1958. Regista. Laurea in Filosofia, diplomato al Piccolo, è direttore artistico de I Teatri di Reggio Emilia • «Figlio del grande direttore Claudio, […] ”Sarebbe stato davvero imbarazzante, un figlio che si facesse sponsorizzare da un padre famoso credo soffrirebbe di problemi di identità mostruosi. Oltretutto, è un atteggiamento che non paga. L’Italia è piena di troppe brutte copie genitore-figlio”. Problemi che lui non ha: ”Con Claudio (ormai da tempo chiama così il padre, ndr) il legame è fortissimo […] Ci sentiamo spesso, e appena possibile ci raggiungiamo. Ma lui fa la sua carriera, io la mia. Gli devo moltissimo, soprattutto l’amore per questo mestiere. Il resto dovevo conquistarmelo da solo”
(Giuseppina Manin, ”Corriere della Sera” 23/11/2002).

[Marcello] Su Claudio: «Io ho sette anni più di lui e sono stato il suo maestro di pianoforte. Ha studiato con me cinque anni e poi è entrato in Conservatorio. Come pianista era bravissimo. All’inizio degli anni Cinquanta, a Parigi, nella Sala Gaveau, mio padre, Claudio ed io ci siamo alternati come solisti in concerti di Bach, ciascuno suonando e dirigendo contemporaneamente. Alla fine, io e Claudio ci siamo esibiti nel Concerto in do minore per due pianoforti di Bach. Una serata memorabile» ((Giorgio Dell’Arti-Massimo Parrini, Catalogo dei viventi – Gli italiani notevoli, Marsilio 2006).

[Roberto] ”Confesso che il fatto di chiamarmi Abbado, come mio zio Claudio, mi ha creato qualche difficoltà, (Leonetta Bentivoglio, ”la Repubblica” 6/10/2003).

[Luciano Chailly] Cosicché in Rai, piuttosto che all’Arena di Verona, al Regio di Torino, all’Opera di Genova o alla Scala (dove ha lavorato in anni di grandi cambiamenti, nel 1968-71 e poi ancora nel 1977-1983, con Abbado sul podio), si è dimostrato direttore artistico curioso e aperto, (Enrico Girardi, ”Corriere della Sera” 27/12/2002).

[QUASTHOFF Thomas.] Da allora ha preso il via la sua strepitosa carriera internazionale, scandita da collaborazioni con i massimi direttori, tra cui Abbado e Christian Thielemann

la European Youth Orchestra voluta da Claudio Abbado.
(Francesca Pini, ”Sette” n. 44/1998).

L’italiano Claudio Abbado per la musica, l’inglese Ken Loach per il cinema, l’inglese Bridget Riley per la pittura, l’italiano Mario Merz per la scultura e l’olandese Rem Koolhaas per l’architettura hanno vinto l’edizione 2003 del Praemium Imperiale, il riconoscimento giapponese considerato il Nobel delle Arti. Ciascuno di loro ha ricevuto dal principe Hitachi, presidente onorario della Japan Art Association, un diploma, una medaglia e un assegno da 15 milioni di yen (circa 120.000 euro).
(Goffredo Fofi, ”Il Messaggero”, giovedì 23 ottobre 2003, pag. 22)

Il metodo sarebbe l’incoronazione con cui a fine gennaio Federico Enriques e Achille Ardigò hanno consegnato la candidatura al Cinese [Cofferati], davanti a 750 delegati, con l’accompagnamento di un entusiastico messaggio di Claudio Abbado e una telefonata di Enzo Biagi
la Repubblica, venerdì 5 marzo 2004

GHIAUROV Nicolai. Nato a Velingrad (Bulgaria) il 13 settembre 1929, morto a Milano il primo giugno 2004. Cantante lirico. Basso. «Nato in Bulgaria, cittadino italiano, marito di Mirella Freni. Esordiente come attore, debuttò come Basilio a Sofia nel 1955, due anni dopo era al Bolscioi nel Boris Godunov, la sua opera-simbolo: spartito di cui ha interpretato tutti i ruoli di basso e che ha cantato in ogni teatro del mondo sia nella versione tradizionale russa (anche con Herbert von Karajan) sia in quella originale (preparata con Claudio Abbado), (Angelo Foletto, ”la Repubblica” 3/6/2004).

[Kleiber] Otello, La Bohème, Tristano e Isotta, Il Cavaliere della Rosa costituiscono alcuni dei ricordi indelebili delle stagioni scaligere dirette da Claudio Abbado e Paolo Grassi.
(Paolo Gallarati, "La Stampa" 20/7/2004).

[Bruno Bettinelli] Il ricordo della sua lezione severa e generosa non finisce con la sua morte ma aleggia nell’attività dei suoi migliori allievi d’un tempo (Abbado, Muti, Pollini, Ceccato, Canino, Bertini, Corghi e Umberto Benedetti Michelangeli) che in lui hanno sempre riconosciuto un padre-maestro e un fraterno amico di vita [...]» (Angelo Foletto, ”la Repubblica” 9/11/2004).

La democrazia cristiana all’opposizione scatena polemiche sui guadagni di Claudio Abbado, direttore di sinistra. ”Colgo l’esigenza di fare della mediazione uno strumento per progredire”, ripete Badini. Avrà fin troppe occasioni per esercitarsi. Terrà Abbado fino all’86 stretto alla Scala, […] poi perde il conto delle cariche e degli anni, finchè non definisce ”follia senile” l’ultima che ha combinata con Claudio Abbado, l’Accademia Filarmonica e Fabio Roversi Monaco presidente della Fondazione Carisbo: l’ideazione dell’Orchestra Mozart, nata in tempo per celebrare nel 2006 i 250 anni di Wolfgang. (Alberto Sinigaglia, ”La Stampa” 30/5/2005).

Luigi Nono disse che Il Console era un prodotto dell’imperialismo americano. Ci fu una raccolta di firme contro di me. Primo firmatario Claudio Abbado. Il Console, dicevano, era anticomunista [Giancarlo Menotti] (Claudio Sabelli Fioretti, ”Sette” n. 17/2001).

[Cappuccilli] Ma chi l’abbia ascoltato in due spettacoli passati alla storia come il Macbeth e il Simon Boccanegra diretti dal maestro Abbado gli deve riconoscere l’infinita gamma espressiva in Opere dove la pronuncia della parola vale più del cosiddetto ”canto spianato”. Del Verdi del maestro Abbado Cappuccilli è stato uno dei punti di forza: (Paolo Isotta, ”Corriere della Sera’ 13/7/2005). «[...] la voce di Piero Cappuccilli [...] che Abbado e Karajan si disputavano per le loro memorabili esecuzioni degli Anni Settanta. [...] (Paolo Gallarati, ”La Stampa” 13/7/2005).

[Dudamel] Il suo rapporto con Abbado. ”Per me è come un padre. Musicalmente mi ha insegnanto tanto e umanamente è una bella persona. Ho fatto il suo assistente per due concerti in Venezuela”. (Alfredo Gasponi, ”Il Messaggero” 17/7/2005). ”Abbado è come un padre’ confessa Dudamel’, una persona speciale, un atlante universale che non ci si stanca mai di sfogliare. (Laura Dubini, ”Corriere della Sera” 21/11/2005).

[Peter Stein] Ho fatto molte regie di opere liriche, collaborando con Abbado, Boulez. (Ranieri Polese, ”Sette” n. 36/2005).

’Fra le esecuzioni più importanti a cui ho assistito da giovane spettatore metterei il Barbiere di Claudio Abbado e Jean Pierre Ponnelle alla Scala, con quella portentosa compagnia di canto formata da Luigi Alva, Paolo Montarsolo, Enzo Dara, Teresa Berganza […] E quindi Claudio Abbado: negli anni in cui ero studente del conservatorio a Milano c’era il festival Stravinski, quello dedicato a Berg, un altro a Musorgski, e poi a Debussy; per un giovane come me un’illuminazione dopo l’altra. Grazie a lui mi sono avvicinato al mondo di Mahler. Abbado è una persona che sa essere anche disponibile (Riccardo Lenzi, ”L’Espresso” 4/8/2005).

Isotta a queste levate di scudi è abituato. Nel lontano ’79 riuscì a resistere a un pronunciamento ben più pericoloso, visti i tempi e i firmatari. Anche quella volta trattavasi di manifesto reclamante la sua cacciata dal «Corrierone», ma dietro non c’erano poeti sfiatati capi potoppini ridottisi a fare gli assessori comunali. Quell’anno aveva contro la Cultura tutta, ovvero (si cerchi di non ridere) Gae Aulenti, i fratelli Taviani, Luca Ronconi e Maurizio Pollini (che insieme ad Abbado è uno delle sue pluridecennali bestie nere, anzi rosse).
Camillo Langone il Giornale, 28/12/2002

Il metodo sarebbe l’incoronazione con cui a fine gennaio Federico Enriques e Achille Ardigò hanno consegnato la candidatura al Cinese, davanti a 750 delegati, con l’accompagnamento di un entusiastico messaggio di Claudio Abbado e una telefonata di Enzo Biagi.
Edmondo Berselli la Repubblica 05/03/2004

Diminuiscono i direttori d’orchestra che indossano il frac. Tra coloro che resistono ci sono Riccardo Muti, Claudio Abbado, Zubin Metha, Riccardo Chailly, Lorin Maazel, Aldo Ceccato e Daniele Gatti. (Laura Dubini, Corriere della Sera 25/11/2005, pagina 29. )

Quest’orchestra era una sorta di monarchia elettiva. Sino a Karajan, il mandato, quasi papale, era a vita. Negli ultimi anni di regno, i professori furono vilmente ostili all’ultimo Re. Questi con sdegno abdicò per morirne poco dopo. La Costituzione dei Berliner si mutò in repubblicana, con mandato ad tempus. Venne eletto il maestro Claudio Abbado. Con un anticipo tanto congruo acché non apparisse un colpo di Stato, i professori-elettori, conclave ormai composto di Cardinali abbadiani, non rinnovarono l’incarico al capo. Se si considerano i connotati tipici di un’orchestra e del suo direttore stabile, la scelta di Abbado fu l’esperimento di un aliquid novi. Quanto riuscito, il giudizio passa attraverso crescenti contrasti.
Paolo Isotta Corriere della Sera, 07/05/2002

[De Bosio] Nella storia la regia, molto innovativa per i tempi, del Ballo in maschera diretto nel 1986 alla Staatsoper di Vienna: direttore d’orchestra Claudio Abbado, scene di Emanuele Luzzati, interpreti Luciano Pavarotti, Gabriele Lechner, Ludmila Schemtsuk, Piero Capuccilli (’la Repubblica” 19/12/2007).

[D’Arcangelo] Bartolo con Abbado nel ’94 e Leporello con Gardiner nello stesso anno furono i primi ruoli importanti. (Leonetta Bentivoglio, ”la Repubblica” 2/8/2006).

ZAMPIERI Mara Padova 30 gennaio 1951. Soprano. Studi al Pollini di Padova, debutto nel 1972 al Teatro Fraschini di Pavia, Nedda de I Pagliacci di Leoncavallo. Carriera internazionale dal 1976. Alla Scala dal 1977: Trovatore, Don Carlos, Masnadieri, Ballo in maschera (in mondovisione, diretta da Abbado). (Varie 17/8/2006)

Alla Scala, pure, Claudio Abbado fu parimenti accusato di trascurare l’orchestra e il problema fu risolto all’interno dell’Istituzione: bastò la politica. Giusto allora, nel 1986, arrivò alla Scala il Riccardo Muti appoggiato da Dc e Psi in contrapposizione ad Abbado che era invece protetto dal Pci: […] Non fosse per un dettaglio: quella sinistra è morta. Sepolta. Riecheggia in qualche delirio cubano di Claudio Abbado: nulla più. […] Ma il pubblico scaligero stava cambiando pelle, e le rivalità tra Abbado e Muti erano appunto il riverbero di una Milano che si stava spegnendo, talvolta un artifizio alimentato dall’insofferenza temperamentale di chi dovette subire l’insediamento di Abbado sul podio dei Berliner, la Filarmonica più prestigiosa del mondo. Resta che ogni tentativo di riportarlo alla Scala, obiettivo tra i primi, fallì per motivi miserandi. Abbado, dapprima, si offrì di tornare come direttore ospite coi Berliner, passaggio interlocutorio e obbligato. Si parlò dell’Electra di Strauss: poi intervenne Muti e disse che l’orchestra non avrebbe accettato d’essere usurpata, circostanza poi smentita dagli strumentisti che scrissero una lettera ai Berliner.
Il Foglio 02/04/2005, Filippo Facci

Fin dagli anni ”60, quando con Luigi Nono e Claudio Abbado suona nelle fabbriche e in nome di cause quali la pace in Vietnam, Pollini merita il marchio di musicista "politico", tuffato in battaglie civili.
La Repubblica 17/09/2006, pag.50 Leonetta Bentivoglio

Claudio Abbado, tifosissimo del Milan, segue le partite anche in tournée.
’Corriere della Sera” 30 novembre 2006

Successo della musica classica: per la prima volta un’opera lirica (il Flauto Magico di Mozart diretto da Abbado) è entrato nella classifica dei 100 dischi più venduti.
Irene Maria Scalise, la Repubblica 2/3/2007

Se i medici sono in salute, non si può dire lo stesso dei massoni, che pure tradizionalmente con i «clinicari» s´identificavano. Ora si riuniscono tristemente il lunedì sera da Beppe al Flora, in via Sassari, convocati da Francesco Puxeddu, ex presidente dell´Ersat, accusato anni fa di aver maneggiato una tangente del figlio di Claudio Abbado per cedere un terreno pubblico adiacente alla villa algherese del maestro.
Alberto Statera, la Repubblica 15/3/2007

[Taddei] Memorabile, fra gli altri, il suo Simone con la direzione di Claudio Abbado a Vienna nel 1991, quando aveva 75 anni (Giorgio Dell’Arti Massimo Parrini, Catalogo dei Viventi 2009, Marsilio 2008)

[Robin Ticciati] Claudio Abbado fa suonare i ”fortissimo’ con un piccolo gesto, tiene l’orchestra senza mai sforzare, mi colpiscono la sua misura e la sua fragilità straordinaria dietro a cui c’è però una forza incredibile”» (Valerio Cappelli, ”Corriere della Sera” 23/8/2006).

tempo prima avevo partecipato a un Edipus rex di Stravinski diretto da quel genio di Abbado, che adoro. (Anna Proclemer) (Anna Bandettini, la Repubblica 22/4/2007)

[Marta Argerich] Nel ”67 la sua incisione del Terzo Concerto di Prokofiev con la direzione di Claudio Abbado è un successo da hit-parade.
Leonetta Bentivoglio, la Repubblica 22/7/2007

Nel 2004 Niemeyer è stato anche tra i firmatari (con Saramago, la Gordimer e Claudio Abbado) del documento in difesa di Cuba e della sua rivoluzione.
Stefano Bucci, Corriere della Sera 9/8/2007

Quest’anno i Berliner Philharmoniker, una delle maggiori orchestre del mondo, diretta a lungo da Herbert von Karajan (che aderì al nazismo per accreditarsi alla guida dei Berliner), ora da Simon Rattle e per anni anche dal «progressista » Claudio Abbado, sta festeggiando i propri 125 anni dovendo fare i conti con l’uscita del libro di un giovane storico canadese, Misha Aster, intitolato
Pierluigi Panza, Corriere della Sera 30/8/2007

[Zubin Mehta] Allievo di Hans Swarowsky a Vienna, dove conobbe Daniel Barenboim e Claudio Abbado,
La Repubblica 18/11/2007, pag.42 LEONETTA BENTIVOGLIO

[Votto] ebbe tra gli allievi Claudio Abbado e Riccardo Muti.

[Strehler] Il suo capolavoro era Mozart? «La regia del Falstaff con me o del Simon Boccanegra con Abbado sono due capisaldi. Ma sì, Mozart era il suo zenith».
Valerio Cappelli, Corriere della Sera 15/12/2007

31 In Italia Mario Capanna, manganellato e arrestato varie volte. Guida l’occupazione alla Cattolica di Trento, dove si era iscritto grazie all’intercessione del parroco del suo paese, Città di Castello, provincia di Perugia. Viene espulso, si iscrive alla Statale, a dicembre eccolo davanti alla Scala in una delle più celebri manifestazioni del 1968: il lancio di uova contro le signore in pelliccia che vanno alla prima, protesta per i due braccianti ammazzati ad Avola dalla polizia pochi giorni prima. In programma il Don Carlos di Verdi, sul podio il giovane maestro Claudio Abbado, di 33 anni, di sinistra anche lui.
Giorgio Dell’Arti, Donna Moderna 12/1/2008

«Domenico Modugno, Laura Pausini, Ennio Morricone, Nino Rota, Maurizio Pollini e Claudio Abbado. E [...] Benny Benassi. L’esclusivo club degli italiani che hanno vinto un Grammy, gli oscar della musica, ha un nuovo socio [...] ”La Pausini
(Andrea Laffranchi, ”Corriere della Sera” 13/2/2008).

[Pollini] «Settembre Musica, a Torino, prosegue una politica più aperta verso il pubblico. Indubbiamente quelle esperienze alla Scala, con Paolo Grassi, Claudio Abbado, il coinvolgimento dei consigli di fabbrica, tanti lavoratori che scoprivano il ”grande” teatro, hanno prodotto qualcosa di nuovo, che non poteva però proseguire senza un’adeguata evoluzione. Il rinnovamento poteva essere maggiore».
La Stampa 27 febbraio 2008, Sandro Cappelletto

Ne traggono linfa per i loro testi gli esegeti, creando proverbiali connubi fra Verdi e Toscanini, Rossini e Abbado, Richard Strauss e Sinopoli o Cherubini e Muti.
L’espresso 6 marzo 2008, Riccardo Lenzi

La cifra stimata comprende il primo concordato fiscale famoso, quello con Luciano Pavarotti, morto lo scorso settembre. Portò nelle casse dello Stato 12,9 milioni, tutt´oggi la cifra più alta pagata da un "evasore monegasco". Ma la contabilità del 2008 prevede nuovi incassi: il premio Oscar Ennio Morricone è rientrato nella sua casa museo davanti al Campidoglio dopo aver pagato 600 mila euro, il regista Ricky Tognazzi dopo averne saldati 375 mila. Per cifre inferiori hanno accettato le contestazioni del fisco il violinista Salvatore Accardo (171 mila euro), il direttore d´orchestra Claudio Abbado, la coppia di lirici Cecilia Gasdia (144 mila euro) e Michele Pertusi (85 mila), la coppia di melodici Umberto Tozzi (249 mila) e Riccardo Cocciante, proprietario di un appartamento con vista sul museo oceanografico che gli ha garantito una multa da 228 mila euro.
Repubblica 19 marzo 2008, CORRADO ZUNINO

[Argerich] Lei ricorda la sua prima incisione con Abbado: «Ero così giovane, avevo 25 anni, e anche Claudio era giovane. Anzi credo fosse la prima volta che incideva per la Deutsche Grammophon con i Berliner. Fu bellissimo».

[De Bosio] Nella storia la regia, molto innovativa per i tempi, del Ballo in maschera diretto nel 1986 alla Staatsoper di Vienna: direttore d’orchestra Claudio Abbado, scene di Emanuele Luzzati, interpreti Luciano Pavarotti, Gabriele Lechner, Ludmila Schemtsuk, Piero Capuccilli

[Andermann] Tornò alla lirica con Callas!, gala da quattro teatri (Milano, Parigi, Londra, Chicago) e primo spettacolo in mondovisione, poi con Rossini a Versailles (con Claudio Abbado e i migliori interpreti della vocalità rossiniana degli anni Ottanta),
Giorgio Dell’Arti Massimo Parrini, Catalogo dei Viventi 2009, Marsilio 2008;

Quale di esse scegliere? La risposta naturale è la quarta, quella adottata dai più grandi direttori che il Don Carlo abbiano diretto, Gabriele Santini e Antonino Votto, con compagnie strepitose e preparate a fondo come oggi non se ne trovano. Lecito di certo è eseguire la versione in cinque atti, perché una volta bisogna pur ascoltarla, e di ciò siamo molto grati al m˚ Claudio Abbado.
Paolo Isotta, Corriere della Sera 6/12/2008

Claudio Abbado ha detto che tornerebbe alla Scala se il Comune gli impiantasse in città 90 mila alberi.
Giorgio Dell’Arti 12/2/2009

La Scala in passato ha avuto un direttore musicale, Muti appunto, rimasto in carica per 19 anni. ”Era un dittatore – ricorda un autorevole esperto che, come tanti, preferisce non comparire come se il tema fosse ad alta tensione – Tormentava l’orchestra, come d’altra parte aveva fatto Claudio Abbado prima di lui, ma ha svolto un lavoro straordinario, raggiungendo risultati artistici innegabili”.
Il Foglio, 17/2/2009, Gianni Gambarotta

Diego Matheuz, 24 anni, venezuelano di Barquisimeto, astro nascente nella direzione d’orchestra e pupillo di Claudio Abbado. […] «Il braccio mi faceva molto male. Claudio mi disse: dirigi solo con la mano. E intanto, da dietro, mi dava consigli. Ero così preso da dimenticare il dolore. Alla fine dirigevo con le mani, le spalle, con tutto il corpo» (Giuseppina Manin, Corriere della Sera 22/3).

Lo slogan, inventato da un manager di fama e animal spirit mediatico come Luca Cordero di Montezemolo, recita "Formula Uomo", al posto, ovviamente, di Formula Uno. E’ un logo che si materializza nella faccia di un operaio sardo di 33 anni, Gianfranco Usai, meccanico dell’azienda, che sorride, in tuta rossa, sulle pagine del Nouvel Observateur, accanto ad un’austera Rita Levi Montalcini, un intenso Claudio Abbado e un serioso Renzo Piano. E’ a lui che spetta, nella sezione cultura del supplemento dedicato all’Italia ("Genie d’Italie"), rappresentare il Made in Italy d’eccellenza, la cultura di un’aristocrazia operaia che ha portato un marchio, come quello Ferrari, a dominare nell’immaginario collettivo.
Alessandra Carini, Affari & Finanza 18/05/2009

è solo come sono e furono soli, malgrado le apparenze, i grandi antitaliani: Longanesi, Flaiano, Montanelli, Gassman, Carmelo Bene, Lucio Colletti, l’avvocato Agnelli, Eugenio Scalfari, Guido Ceronetti, Renzo Piano, Paolo Conte, Claudio Abbado e Claudio Magris.
Francesco Merlo, Faq Italia Bompiani 2009

[Paolo Pejrone] Non condivido neanche le provocazioni come quella del maestro Abbado di barattare il ritorno alla Scala in cambio di 90mila alberi per Milano. La città non sosterrebbe tutte quelle piante, finirebbero in posti dove soffrirebbero, e alla fine sarebbero abbattute. Le piante, lo ripeto, hanno una dignità. L´unica città verde è quella che rinuncia a costruire un nuovo palazzo e fa invece un giardino».
Cristina Nadotti, la Repubblica 16/7/2009

Maurizio Pollini e il timpanista dei Berliner che si guardano negli occhi e fanno a chi suona più piano una cadenza dell’Imperatore di Beethoven, mentre dal podio Claudio Abbado sorride...
Alberto Mattioli, La Stampa 28/7/09

Il direttore d’orchestra Claudio Abbado rivela che il compositore Luigi Nono avrebbe voluto scrivere qualcosa per Mina: «’Mi basterebbe anche un solo suono, una sola nota”, mi disse».
Leonetta Bentivoglio, la Repubblica 9/11/2009

«Abbiamo i talenti, ma ci mancano l’organizzazione e la trasparenza, così non riusciamo neanche a riconoscerli. Non selezioniamo gli interventi pubblici, non sosteniamo le cose veramente importanti, sprechiamo risorse e siamo soffocati da una televisione che trascura troppo la cultura. Così rischiamo di diventare un enorme museo all’aperto, ricco di tesori culturali unici al mondo e prosciugato nelle sue risorse umane» (Claudio Abbado).
Roberta Camesasca, VoceArancio 14/12/2009