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 2006  maggio 16 Martedì calendario

Pisanu al telefono con Moggi: dammi una mano. Corriere della Sera 16 maggio 2006. Ogni decisione passava per Luciano Moggi

Pisanu al telefono con Moggi: dammi una mano. Corriere della Sera 16 maggio 2006. Ogni decisione passava per Luciano Moggi. Anche quella sulla sospensione del campionato per la morte di Giovanni Paolo II. Il direttore generale della Juventus ne discuteva direttamente con il ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu. Il legame tra i due appare di grande amicizia, tanto che per salvare la Torres Sassari il titolare del Viminale decide di rivolgersi proprio a Moggi. L’informativa consegnata dai carabinieri del comando provinciale di Roma ai magistrati napoletani svela quanto alto fosse il livello dei rapporti tenuti dal manager bianconero. Al momento nulla è stato ritenuto penalmente rilevante. Nelle intercettazioni ci sono le telefonate con l’allora ministro dell’Economia Domenico Siniscalco al quale Moggi chiedeva trasferimenti di finanzieri, i contatti che passano attraverso Antonio Tajani per favorire l’elezione dell’ex calciatore della Roma Giuseppe Giannini con Forza Italia. C’è persino il procuratore di Pinerolo, che chiede a Moggi un aiuto per l’ispezione ordinata dal Guardasigilli Roberto Castelli. Squadra a rischio. Quando si pone il problema di aiutare la Torres Sassari, che gioca in serie C1, è proprio a Moggi che il ministro Pisanu chiede aiuto. « una cosa importante – gli spiega – anche in vista delle elezioni». Il ministro naturalmente non immagina che il cellulare di Moggi sia sotto controllo. Lo chiama l’8 febbraio attraverso la segreteria. Pisanu: «Pronto». Moggi: «Beppe!». Pisanu: «Ciao Luciano come stai?». Moggi: «Tutto bene tutto bene... insomma... risultati bene, poi critiche...». Pisanu: «Senti Lucià! Io ti telefono perché so che sabato viene a trovarti il presidente della Torres Calcio...». Moggi: «Io ti avrei chiamato stasera a casa». Pisanu: «Eh, allora quando viene tu dagli la mia Apostolica Benedizione. Digli che lo ricevi grazie a me». Moggi: «Vai tranquillo Beppe!». L’interessamento a quanto pare va a buon fine. Dopo qualche settimana la Torres vince in trasferta. I dirigenti chiamano Moggi. il 20 marzo 2005. De Nicola: «Missione compiuta la Torres ha vinto e...». Moggi: «Eh, alla grande!». De Nicola: «Sto qui con il presidente, te lo passo». Presidente: «Luciano, erano due anni che non vincevo in trasferta Lucia’». Moggi: «E lo vedi che si comincia bene vai tranquillo». Presidente: «Mamma mia, due anni che non vincevo in trasferta». Moggi: «Eh ma c’è sempre la prima volta vai tranquillooo...». Presidente: «Abbiamo iniziato bene insomma eh». Il 26 marzo il ministro Pisanu torna ad interessarsi della questione. Insieme al presidente della Torres Rinaldo Carta chiama Moggi: « Abbiamo fatto una bella chiacchierata su vari problemi e siccome pensiamo di dare un rilancio forte alla Torres, abbiamo assoluto bisogno di te! ». Moggi lo rassicura, parla con Carta di un nuovo manager al quale affidare la squadra. Poi la cornetta passa nuovamente a Pisanu. E viene affrontato il problema degli arbitri. Pisanu: «Allora Lucia’!». Moggi: «No no ma adesso vediamo un pochino di studiarci perbene la cosa... Direi con la Juventus, vediamo un po’ di fare un lavoro, di ridare un po’ di entusiasmo. chiaro che ora fino alla fine del campionato bisogna che la strada vada avanti nel migliore dei modi». Pisanu: «E be’ con la speranza che non abbia... che so che abbia qualche manina di aiuto per salvarla dalla... da rischi gravi... insomma ecco!». Moggi: «Ma perché ha problemi di retrocessioni?». Pisanu: «E, oggi ci siamo ritrovati un arbitro... Che aveva già combinato guai. Lo hanno rimandato... l’hanno rimandato a Sassari mentre se lo potevano tenere da qualche altra parte». Moggi: «Va bè, ora me la vedo io». Come dimostrano le altre telefonate intercettate, Moggi effettivamente si occupa della vicenda. E alla fine «dopo aver consultato Franco Causio e Mauro Sandreani, decide di inserire nella società l’ex giocatore Cuccureddu, in quota Gea. Quando Carta gli chiede il costo Moggi risponde tranquillo: " Me ne occupo personalmente" ». L’addio a Wojtyla.  il 2 aprile 2005. Il Pontefice è in agonia, al ministero dell’Interno si valuta la possibilità di sospendere le partite in caso di morte. Moggi chiama Pisanu. Così viene riassunto il colloquio nel brogliaccio: «Pisanu dice che ha già comunicato a Galliani che la cosa peggiore per loro è se il Papa muore un’ora prima della partita. Luciano dice che si sospende la partita. Pisanu aggiunge che per loro sospendere la partita è un problema. Luciano ribadisce che l’incongruenza è stata fatta ieri che si è deciso di giocare le partite ed ora sono partite tutte le squadre di seria A, B e C e costa centinaia di milioni. Pisanu dice che loro avevano detto o sospendere tutto subito per rispetto e la seconda che non vogliono manifestazioni sportive per i funerali. Luciano chiede di evitare la sospensione delle partite. Pisanu dice che il Papa adesso è stazionario. Luciano dice che conoscendo l’ambiente calcistico ed i movimenti dei tifosi, Petrucci ieri doveva sospendere il campionato ma Carraro, sobillato da Galliani, ha detto che il campionato deve proseguire. Luciano suggerisce a Pisanu di andare avanti ma con l’ordine che se il Papa muore nessuno gioca... Pisanu è preoccupato per i tifosi, ma Luciano gli dice che i tifosi sono attaccati al Papa e non diranno nulla. Pisanu chiede dei biglietti e Luciano dice che li faranno valere anche per la partita che si ripete». Poco dopo Moggi spiega a Giraudo che «il tentativo per evitare la sospensione del campionato era dettato da una situazione di convenienza tecnica: la Juventus infatti doveva incontrare la Fiorentina che aveva due importanti giocatori squalificati ed altrettanti infortunati». Si cerca allora di far slittare tutte le partite previste per quel turno alla settimana successiva, in modo da incontrare proprio i «viola». Il risultato viene raggiunto. «Facendo leva sulla Lega Calcio – si legge nel rapporto – Moggi è riuscito a non far spostare la gara di campionato con la Fiorentina a data da destinarsi, non facendo così perdere alla Juventus il vantaggio dei quattro giocatori della Fiorentina». L’amico ministro. Il 21 marzo 2005 Moggi parla con l’allora ministro dell’Economia Domenico Siniscalco. I carabinieri sottolineano «l’utilizzo di tale amicizia (da parte di Moggi ndr) per rafforzare la propria rete di potere e di collusione soprattutto nei rapporti con gli alti vertici della Guardia di Finanza». Il dirigente della Juventus raccomanda il trasferimento di un suo amico. Siniscalco: «Sì sono Domenico, ciao come stai!». Moggi: «Oh Domenico!». Siniscalco: «Senti io ho solo fatto una toccata e fuga ma riparto già stasera, però ho recepito quello che mi hai detto su quella persona e adesso mi occupo di capire come mai sta in quella situazione... me ne occupo e ti dico perché voglio capire se c’è qualcosa che non va o se si son solo dimenticati». Moggi: «No guarda su questo che ci sia qualcosa che non va è da escludere. Se tu ci potessi parlare subito dopo Pasqua». Siniscalco: «Sì! A parte che questo abita a Torino, o è a Roma adesso!». Moggi: «No a Roma... lo hanno messo all’antidroga, lui comanda l’antidroga... Senti Domenico facciamo ’na cosa...tu sei al Ministero, quando ci sei?». Siniscalco: «Giovedì, solo giovedì!». Moggi: «Dammi un’ora, te lo mando!». Siniscalco: «Eh adesso qui non lo so... ma sei lui prende un appuntamento con la mia segretaria io gli dico di trovargli un buco di sicuro! Mattino dovrebbe andar bene». Il 18 aprile è il ministro a chiedere «un piacerone». Moggi: «Tu puoi chiedermi tutto» Siniscalco: «Dunque io c’ho i ragazzi, sei e sette anni, che giocano a pallone e fanno tutti i tornei anche oggi. E quest’estate volevo mandarli a una delle settimane della Juve. Mi devi dire dove come e quando» Moggi: «Stai tranquillo non ci son problemi ti dico tutto io... questo è un problema già risolto adesso» Giudice e ispettori. Domenico Marabotto, procuratore di Pinerolo, è il magistrato che nel 1986 indagò sul calcio-scommesse. Con Moggi mostra grande familiarità e infatti lo chiama «al fine di utilizzarlo per imbonirsi l’ispettore ministeriale giunto da Roma per verificare l’efficienza della Procura da lui diretta». Così nel rapporto viene ricostruito quanto accade dopo: «Moggi, pur preso alla sprovvista, comprende immediatamente le intenzioni del suo amico e invita l’ispettore, dichiaratamente sostenitore della Juventus, a venire allo stadio per assistere alle partite raccomandandosi nel contempo di non castigare troppo il Marabotto essendo suo amico. A tale invito l’Ispettore non appare turbato, anzi accetta l’invito del Moggi, rassicurandolo sull’esito dell’ispezione in corso». La telefonata avvenuta il 20 gennaio 2005 è stata trascritta integralmente. Moggi: «Pronto». Marabotto: «Sono Beppe come stai?». Moggi: «Uhe, come andiamo?...». Marabotto: «Sto bene, molto bene. Adesso mi devi fare una cortesia telefonica. Dunque io... a Pinerolo sono arrivati degli Ispettori da Roma... quelli che ci controllano. Uno degli Ispettori che si chiama De Luca è un grandissimo tifoso juventino. Te lo posso far salutare cosi gli dici sia bravo con il mio amico Beppe!». Moggi: «Chi devo salutare?». Marabotto: «Questi ispettori gli dici di essere... che è grande tifoso juventino». Moggi: «Sì ma è come si fa? Dove lo devo chiamare?». Marabotto: «Ma no, ce l’ho qui ti passo il telefono...». Moggi parla con De Luca, lo invita allo stadio. « ospite nostro, se viene a vedere qualche partita di Coppa dei Campioni...qualsiasi cosa ». Marabotto riprende la cornetta e mostra immediatamente la propria gratitudine: «Grazie eh! Sono piccole cose che possono influire nella vita... e tu lo sai! Grazie sempre». Fiorenza Sarzanini