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 1996  aprile 22 Lunedì calendario

L’Italia ha cambiato volto. Siamo, in questo momento, in attesa di conoscere le dimensioni effettive dell’evento, ma l’essenziale è già visibile: la destra è stata fermata, l’Ulivo ha vinto

L’Italia ha cambiato volto. Siamo, in questo momento, in attesa di conoscere le dimensioni effettive dell’evento, ma l’essenziale è già visibile: la destra è stata fermata, l’Ulivo ha vinto. L’attenzione, nella notte, è tutta rivolta alla conoscenza dei numeri parlamentari, ma l’entusiasmo che è esploso in ogni piazza coglie il senso profondo del grande cambiamento uscito dalle urne. Il Paese ha fatto tesoro dell’esperienza degli ultimi due anni e ha scelto d’investire la sua fiducia in una forza davvero nuova, ricostruttiva, serena: ha scelto il cambiamento possibile nella sicurezza democratica. Ha rifiutato lo spirito di rivincita di una destra tanto aggressiva quanto divisa. Si tratta di fatti enormi: quello scarto del 5% tra Ulivo e Polo che ci consegnano le proiezioni sta a dire che, per la prima volta nella storia della Repubblica, è possibile un governo che veda come sua parte essenziale la sinistra democratica e che segni un incontro solidale tra l’espressione politica delle masse lavoratrici e quella del meglio dei ceti produttivi. Il tentativo generoso compiuto con la nascita dell’Ulivo di fondare un nuovo blocco sociale e programmatico è stato accolto. E sono stati premiati coloro che con più generosità , talvolta sfidando la rabbia e l’irrisione della destra, hanno operato per questa novità : il Pds che si conferma primo partito del Paese, i Popolari che col loro successo umiliano la concorrenza degli scissionisti di Bottiglione, Rinnovamento italiano che si appalesa come casa credibile dei moderati democratici. Nella sconfitta della destra prende spicco il risultato molto deludente di An. Si è ripetuta l’esperienza delle regionali: Fini, così sovraesposto e sicuro, non compie quel balzo in avanti che avrebbe dovuto assicurare la sua primazia nel Polo e trascinare alla vittoria l’alleanza. Forza Italia resta un notevole serbatoio di consenso ma c’è da notare che la sua natura di movimento del leader, non preparato alla continuità dell’azione politica, specie se di opposizione, la espone a prospettive molto incerte. Tutto ciò, aggiunto al connesso insuccesso del Ccd-Cdu, ha già indotto gli osservatori politici a dubitare dell’avvenire politico della destra. Una annotazione merita il relativo successo della Lega che non comprendiamo come Bossi possa considerare una sconfitta: tale sarebbe se il consenso raccolto fosse sprecato in una inutile e pericolosa strategia di rottura. Di fronte alle prime informazioni su voto esponenti della destra hanno reiterato la loro obiezione (e meglio sarebbe dire: speranza) che la sorte del governo dell’Ulivo sarebbe nelle mani di una forza esterna come Rifondazione. Ma si dà il caso che gli elettori dell’Ulivo e quelli di Rifondazione sapevano bene da un mese e mezzo il significato e il vincolo del patto elettorale: lo hanno accettato e premiato. E nulla autorizza a dubitare della parola di Rifondazione circa l’impegno a sostenere il Governo. Ma erto la politica avrà di che impegnarsi nei prossimi giorni. In queste ore ci sia concesso il giubilo che merita questa grande giornata. Enzo Roggi