Maurizio Galdi, ཿLa Gazzetta dello Sport 16/10/2003;, 16 ottobre 2003
"Il nandrolone è impiegato da oltre 40 anni, lo si usa per il rachitismo dei bambini, è facilmente reperibile e molto meno pericoloso di altre sostanze come il testosterone
"Il nandrolone è impiegato da oltre 40 anni, lo si usa per il rachitismo dei bambini, è facilmente reperibile e molto meno pericoloso di altre sostanze come il testosterone. Serve in tutti gli sport perché è una sorta di ”panacea”, almeno così credono quelli che lo usano: aumenta la massa muscolare, fa crescere la produzione di globuli rossi, riduce la fatica, soprattutto in quelle discipline che necessitano di recuperi in tempi brevi. L’allenamento eccessivo provoca anche una riduzione della massa muscolare e l’anabolizzante, il nandrolone è un anabolizzante, bilancia questa riduzione anche in quegli sportivi che non hanno bisogno di mostrare i muscoli. Oltre all’effetto dell’aumento della massa muscolare, gli anabolizzanti, e il nandrolone in particolare perché è molto simile al testosterone come molecola, provocano euforia, aggressività, irritabilità e in alcune discipline questi sono effetti che vengono ’desiderati’. Mi raccontano che in alcuni sport, dove si ricercano gli stimolanti all’antidoping, usano gli anabolizzanti proprio per ottenere questi effetti. I rischi? Infarto, impotenza irreversibile, mascolinizzazione delle donne. In alcuni praticanti di body building si è riscontrata anche la castrazione chimica irreversibile. I testicoli si sono ridotti e atrofizzati" (Dario D’Ottavio, direttore del laboratorio di Tossicologia dell’azienda ospedaliera San Camillo- Forlanini di Roma, è componente della Commissione di vigilanza sul doping del ministero della Salute).