Riccardo Cecchelin, Il Giorno, 14/09/1996, 14 settembre 1996
Tisma, di Novi Sad, faceva il cecchino a Sarajevo per due milioni al mese più il vitto. Tirava sui serbi
Tisma, di Novi Sad, faceva il cecchino a Sarajevo per due milioni al mese più il vitto. Tirava sui serbi. Dice che il difficile non è sparare, ma star lì ad aspettare ore e ore senza far rumore per non essere intercettabile dal controcecchinaggio nemico. Dopo il colpo bisogna scappar via, perché i cecchini dell’altra parte ti prendono subito di mira con le armi automatiche, i serbi erano capaci di spararti addirittura un razzo anticarro. Però pigliandoti di mira si rivelano pure loro e, ritirandoti, puoi colpirlli a tua volta. Tisma dice di averne fatti fuori una quarantina (i cecchini serbi, a suo dire, venivano soprattutto da Zara, Sebenico e Spalato). Il modo di sparare dipende dal canocchiale, se è tarato sui 400 metri «colpisci dove vuoi, a 600 metri devi mirare alla testa per prendere il petto».